BOLOGNA – Sono passati quattro anni dalla terribile tempesta, ribattezzata Vaia, che nel 2018 ha radicalmente cambiato l’aspetto di boschi e montagne in Veneto e Trentino Alto Adige, e in parte anche in Friuli Venezia Giulia e Lombardia. I giorni di tempesta furono quattro, dal 26 al 30 ottobre, ma la giornata peggiore fu quella del 29 ottobre. Pioggia e soprattutto vento si abbatterono su alcune regioni con una violenza inedita, distruggendo foreste e sradicando migliaia di alberi.
Tra faggi, abeti bianchi e rossi, si stima che gli alberi caduti o spezzati dalla furia del vento nei boschi del Trentino, dell’Alto Adige, del Veneto e del Friuli Venezia Giulia furono 14 milioni. Gli esperti stanno ancora studiando quell’evento, interrogandosi in particolare anche su un evntuale collegamento con i cambiamenti climatici. Quel che è certo, è che all’ecosistema di quelle regioni servirà almeno un secolo per riprendersi da quanto accaduto.
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Nella giornata del 29 ottobre 2022 il vento di scirocco in Veneto toccò raffiche di 192,24 chilometri orari. È il valore che venne registrato alla stazione Arpa del monte Cesen, mentre al monte Verena il valore fu 166,68 chilemtri orari. In Carnia si sono toccati invece i 200 chilometri orari. In Trentino, sul Passo Rolle, le raffiche di vento hanno raggiunto i 217,3 chilometri orari.
In soli tre giorni (dal 27 al 29 ottobre) sulle aree montane del Veneto e del Trentino caddero fino a 715,8 millimetri di pioggia, superando il dato record della precedente alluvione del Veneto del 1966. Per diverse stazioni del bellunese, i quantitativi di pioggia caduti durante l’evento hanno costituito un record assoluto da quando l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ha incominciato il monitoraggio pluviometrico sul territorio. A Venezia l’acqua alta toccò i 156 centimetri e molte zone furono allagate.
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Le zone più colpite dal vento sono state l’Altopiano dei Sette Comuni (soprattutto la Val d’Assa e la Piana di Marcesina), la Val Visdende, l’Agordino (Alleghe, Canale d’Agordo con la Valle di Gares, Colle Santa Lucia, Falcade con la Valle del Biois, Rocca Pietore e l’intera Valle di San Lucano a Taibon Agordino), l’area circostante il Lago di Carezza, le Valli di Fassa e di Fiemme (in particolare Paneveggio) e l’Altopiano di Piné oltre che varie zone della catena del Lagorai.
Anche parte della Regione Lombardia (soprattutto la Valcamonica) è stata interessata dagli eventi, le zone più colpite sono state il Passo Crocedomini nel comune di Bienno e i comuni di Paspardo e Cimbergo, nonché diverse aree nei Comuni di Sonico e Ponte di Legno.
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(L’immagine è stata tratta da Wikipedia, credits @Nordavind)
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