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Educazione alla legalità in Basilicata: la mafia teme più la scuola o la giustizia?

Il direttore della Direzione investigativa antimafia, il generale Giuseppe Governale, oggi a Potenza ha incontrato giovani e cittadini lucani

Pubblicato:29-10-2019 18:40
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:54
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POTENZA – “La lotta alla mafia passa dalla presa di coscienza dei cittadini. Dobbiamo guardare al futuro e i cittadini del futuro sono i ragazzi di oggi che hanno bisogno di fiducia, di contare su persone serie, di conoscere ed elevarsi nella società in maniera consapevole”. Lo ha detto il direttore della Direzione investigativa antimafia, il generale Giuseppe Governale, oggi a Potenza per l’incontro “Educazione alla legalità: la mafia teme più la scuola o la giustizia?” promosso dall’Università degli studi della Basilicata in collaborazione con la Dia.

Alla domanda dei giornalisti sulla narrazione della Basilicata “come isola felice”, Governale ha precisato che “non esistono in Italia territori intonsi da questa che è una marea, in alcuni casi impetuosa e violenta, in altri progressiva, che avanza lentamente sfruttando l’indifferenza, la mancanza di cultura, il pressapochismo, l’atteggiamento eccessivamente burocratese di chi invece deve contrastare, la pubblica amministrazione che tende a limitare invece che dare impulsi”.

Il direttore della Dia ha descritto la Basilicata come una terra “debole” che “ha bisogno che i giovani restino e non che a fronte di 1.500 immatricolati all’università altri 3.000 vadano via.


Se qui non c’è futuro – ha aggiunto – è perché la classe dirigente non è fatta da cittadini con la C maiuscola. La mafia – ha ricordato Governale agli studenti lucani presenti- si insinua laddove lo Stato è debole, ma sa anche adeguarsi molto bene. Le organizzazioni criminali si insinuano laddove ci sono risvegli dell’economia.

Noi dobbiamo essere capaci a non enfatizzare, per non attirare troppo l’attenzione, e a non dimenticare, perché l’oblio è alleato della mafia“.

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