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Veneto, Zaia: “A un anno dalla tempesta il 90% del legno già venduto. Aperti cantieri per 468 milioni”

La relazione del presidente Zaia, commissario per gli interventi emergenziali, che esalta il "sistema Veneto"

Pubblicato:29-10-2019 16:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:54

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VENEZIA – Un anno fa la tempesta Vaia si abbattè sul Veneto, causando lo schianto di oltre 3 milioni di metri cubi di alberi. Oggi Luca Zaia, presidente della Regione Veneto e commissario per gli interventi emergenziali, tira le fila di quanto è stato fatto in questo anno, Nella relazione (per l’occasione palazzo Balbi è affollatissimo) si fa il punto sugli investimenti, sul numero di cantieri aperti. Oltre che su quello che è stato fatto per rimediare al disastro naturale dell’ottobre 2018. 

A fianco di Zaia, durante il resoconto, c’è il direttore generale del dipartimento della Protezione civile nazionale Angelo Borrelli ed il capo del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco Fabio Dattilo. Di fronte a lui, in platea, i sindaci dei 115 Comuni nominati soggetti attuatori, gli assessori regionali e anche qualche consigliere regionale di opposizione, ovvero il capogruppo dem Stefano Fracasso e la pentastellata Erika Baldin. L’incontro si apre con la proiezioni di tre video, che sottolineano con immagini suggestive gli interventi già attuati.

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“IL 90% DEGLI ALBERI CADUTI È GIÀ STATO VENDUTO

 il 90% del legname è stato venduto ad un prezzo medio di 20 euro a metro cubo, fa sapere Zaia. “Se vedete degli alberi ancora a terra vuol dire che devono stare lì per sicurezza”, chiarisce il governatore commissario. “In alcuni siti valanghivi- spiega- devono ancora arrivare i nuovi paravalanghe”, che saranno installati entro la fine del 2020. Di qui la necessità di non rimuovere gli alberi caduti.

La superficie boschiva colpita dagli schianti è pari a 20.000 ettari, ovvero 40.000 campi da calcio, e per trasportare tutto il legname degli alberi caduti si potrebbe creare una coda continua di camion per 1.200 chilometri. Le aree sono state individuate e catalogate grazie a rilievi satellitari e droni, e ora il territorio sarà riprogrammato attraverso piani di messa in sicurezza e riforestazione.

Non torneremo a mettere boschi ovunque“, spiega Zaia. “Lasceremo spazio per i prati che negli anni erano stati coperti dall’avanzamento dei boschi, avvenuto anche a causa della mancanza di cura dell’uomo”.

“APERTI 1.746 CANTIERI PER 468 MILIONI”

Ad un anno dalle tragiche ore in cui la tempesta Vaia ha colpito il Veneto, ammontano a 467.910.358 euro le risorse impegnate dal piano commissariale, per un totale di 1.746 cantieri. “Ho firmato quasi 1.000 decreti”, afferma Zaia ringraziando “i tecnici della struttura commissariale, che sono dipendenti della Regione che non vengono pagati per l’incarico o volontari”.

Secondo la documentazione consegnata oggi dalla Regione i primi interventi emergenziali sono stati 762, per un investimento di 15 milioni. Nel corso del 2019, poi, sono stati effettuati o avviati 984 interventi di mitigazione del danno e aumento della resilienza per un totale di 354.096.210 euro. A questi vanno aggiunti 814.796 euro dagli sms solidali, “per cui ringrazio i cittadini e i colleghi presidenti delle altre Regioni, che hanno deciso di donare tutto al Veneto”, 25 milioni di contributi a favore di privati attività produttive che hanno subito e rendicontato danni, 4,3 milioni di risorse regionali ottenute grazie alle donazioni sul conto “Veneto in ginocchio” e destinati ai Serrai di Sottoguda, e 68,6 milioni dal Fondo di Solidarietà dell’Unione europea, che sono stati assegnati ufficialmente lo scorso 18 settembre e dovranno ora essere spesi entro 18 mesi.

“SIAMO AUTONOMISTI E CREDIAMO NELL’AUTONOMIA”

La velocità e l’efficienza nell’affidare i lavori, impegnando le cifre stanziate entro i limiti temporali previsti, “sono merito del sistema veneto“, continua Zaia, sottolineando la decisione di nominare “160 soggetti attuatori, tra cui 35 società e strutture regionali, 115 Comuni, cinque Province e cinque Unioni montane”, in modo da “responsabilizzare i territori dandogli i soldi in cassa”.

La scelta dimostra che “siamo autonomisti e crediamo nell’autonomia“, continua Zaia raccontando che se all’inizio qualche sindaco ha vissuto male l’incarico, pensando che la Regione volesse semplicemente sbolognare la patata bollente, poi tutti “hanno capito che se a casa loro devono decidere di mettere la carriola da un lato o dall’altro della strada le cose vengono fatte meglio e più velocemente”.

La ripartizione dei fondi del piano del commissario prevede 71,7 milioni per la viabilità (184 cantieri), 72,4 milioni per le opere di difesa idrogeologica e paravalanghe (24 cantieri), 157,5 milioni per opere di difesa idraulico forestale, silvopastorale e di sistemazione idrogeologica (293 cantieri), 40 milioni per interventi dei Comuni (330 cantieri), 12,2 milioni per sistemazione e ripristino dei servizi essenziali (153 cantieri).

GLI INTERVENTI PROVINCIA PER PROVINCIA

Gli interventi in provincia di Belluno cubano 229,3 milioni, quelli in provincia di Venezia 27,9 milioni, nel padovano 10 milioni, a Treviso 19,1 milioni, a Vicenza 27,1 milioni, a Verona 14,7 milioni, a Rovigo 22,9 milioni. I cantieri avviati, in totale, sono 1.746. Il prossimo anno è previsto un altro stanziamento statale da oltre 300 milioni, conclude Zaia, assicurando che la Regione riuscirà a impegnarli completamente, anche perché “le cose da fare sono ancora molte. A cominciare dai “siti valanghivi da mettere in sicurezza”, e i vari ponti su piave, Adige, Tagliamento e Bacchiglione.

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