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Scuola, Ido: “Il 58% degli studenti segnalati dai docenti è gifted”

Con scala osservativa proposta in 250 istituti del progetto pilota

Pubblicato:29-10-2019 14:41
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:54

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ROMA – “Negli ultimi cinque anni abbiamo assistito a cambiamenti notevoli nell’ambito della plusdotazione grazie al lavoro di insegnanti e dirigenti. Infatti, il 58% degli studenti segnalati dai docenti come talentuoso è risultato effettivamente plusdotato“. Lo dice Laura Sartori, psicoterapeuta dell’età evolutiva coordinatrice del progetto Plusdotazione dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), nonché membro del Comitati tecnico del Miur per l’elaborazione delle linee guida sulla Plusdotazione.

L’esperta ha portato al convegno ‘Pensare fuori dalla scatola’, in corso a Roma, i risultati di un progetto pilota IdO che si è allargato a circa 250 scuole italiane, in cui i docenti hanno imparato ad utilizzare una scheda di osservazione standardizzata dall’IdO e poi inserita dal Miur nelle linee guida (ancora in fase di elaborazione).

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IL PROGETTO PILOTA DELL’IDO

“Il Miur ha fatto rientrare – se e quando serve – i bambini ad alto potenziale nei Bes (Bisogni educativi speciali)- continua Sartori- abbiamo inoltre lavorato alla standardizzazione di uno strumento di osservazione che possono utilizzare gli insegnanti. Lo abbiamo testato, grazie al progetto pilota, su 1.000 bambini della scuola italiana e si chiama Gates 2 (Gifted and talent evaluation scale, seconda edizione)”. Questa scala considera una serie di comportamenti che devono essere osservati nei minori dai 5 ai 18 anni, per capire se sono al di sopra, al di sotto o in media con quelli dei loro coetanei. La plusdotazione richiama una complessa costellazione di caratteristiche, perché l’intelligenza non ha una manifestazione univoca.

“I numeri del Qi interessano in parte, poi si deve parlare di un funzionamento in cui gli aspetti emotivi e relazionali non vanno sempre di pari passo con quelli cognitivi. L’asincronia evolutiva- aggiunge l’esperta dell’IdO- è spesso presente e può creare delle difficoltà sia nel bambino gifted, che nell’adulto che dovrebbe relazionarsi con lui”. Il funzionamento di un gifted gli permette di elaborare informazioni molto velocemente, “per chi ha il pensiero convergente è difficile trovare delle modalità di apprendimento adatte alle persone con pensieri divergenti. I gifted hanno particolarmente sviluppato il pensiero laterale, loro apprendono in classe quando realmente si tocca la loro zona di sviluppo prossimale”, ammette Sartori. Uno dei “nostri obiettivi è, quindi, aumentare la cultura su questa tematica e attivare delle risorse per loro”, conclude.

IDO: “INCLUSIONE DEI TALENTI IMPLICA REATTIVITÀ DEI DOCENTI”

“Qualsiasi inclusione dei bambini talentuosi deve includere la reattività degli insegnanti. Nel nostro collettivo l’eccesso di medicalizzazione ha depauperato la scuola della sua componente pedagogica, che è alla base di qualunque apprendimento”. Così Magda Di Renzo, psicoterapeuta dell’età evolutiva responsabile del servizio Terapie dell’Istituto di Ortofonologia (IdO), intervenendo al convegno ‘Pensiamo fuori dalla scatola’ in corso a Roma.

“In pedagogia vige la formula che perdere tempo significa guadagnare tempo- afferma la psicoanalista junghiana- mentre la logica dell’efficienza ci porta sempre al prossimo step, che deve essere identico per tutti i bambini, ignorando il tempo e il luogo di ciascuno”. Per spiegare cosa sia la reattività dell’insegnante Di Renzo apre la riflessione “sull’attenzionare che cosa questi bambini attivano. Qualunque rendimento è il frutto anche della relazione che si è costruita tra docente e allievo. Sarebbe auspicabile un ritorno a quella pedagogia che considera la motivazione intrinseca all’apprendimento– continua la psicoanalista- che in rapporto ai bambini gifted sappia costellare l’insegnante di quel tanto di umiltà che lo metta in condizione di far brillare il talento del bambino”.

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