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Bergamo in visita al Maam: “Il Campidoglio nel museo occupato” /FOTOGALLERY

L'assessore alla Cultura sottolinea: "Roma non può perdersi un luogo come questo"

Pubblicato:29-10-2016 13:25
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 09:14

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maam02ROMA – Stamattina per la prima volta un rappresentante del Campidoglio ha varcato l’ingresso del Maam, Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz – Città meticcia. L’assessore capitolino alla Cultura, Luca Bergamo, si è infatti recato in visita istituzionale nell’ex fabbrica Fiorucci sulla via Prenestina, occupata nel 2009 e negli anni diventata teatro di quello che è di fatto il terzo museo di arte contemporanea a Roma per numero di opere e di esibizione, oltre che casa per circa 200 persone che vi risiedono. Per l’amministrazione “è un primo passo”, ha commentato Bergamo, assicurando che “la Giunta è attenta a queste esperienze”. La situazione attuale, però, non permette sbilanciamenti: “Non voglio annunciare cose che non posso condurre a termine, ma ci tenevo a rendere tangibile il nostro interesse. Ho scelto di venire qui con tutte le attenzioni del caso, so che posso essere criticato per la mia scelta. In passato la città è stata gestita, non governata: si sono messe delle pezze senza costruire su ciò che c’è”.

Qui al Maam, ha sottolineato l’assessore, “c’è una violazione delle regole nel tentativo di rispondere ad altre regole a partire dai diritti umani, come quello di avere una casa. Mettere insieme questi diritti è difficile, dobbiamo rispettare le leggi, però nel percorso che porta a rimettere le cose nell’alveo della legalità mi interessa sapere che cosa pensano le persone che animano queste esperienze. Le istituzioni culturali della città devono capire che una rete della cultura contemporanea a Roma non può non passare da questi luoghi, per questo siamo qui”. “In questo museo ci sono due cose importanti- ha continuato Bergamo- la prima è che le persone ci abitano, non solo ci passano, e questo lo ha reso strumento di coesione sociale, la seconda è che gli artisti sono venuti qui volontariamente donando le proprie opere, con una ricerca di grandissimo valore nella produzione artistica, di interesse mondiale, di cui la Capitale non può non tenere conto.

Io un’idea su questo posto ce l’ho ma non la dico ora, quello che posso affermare è che il polo del contemporaneo a Roma deve assumere una parte di questo posto, non del luogo fisico, il cui futuro è molto più difficile delineare, ma di quello che insegna”. La situazione dell’ex Fiorucci, che “non riguarda solo la proprietà ma la possibilità di trasformazione di questo spazio, tra modello artistico e modello di coabitazione”, sarà inquadrata nell’ambito di altri interventi previsti nella zona: “Se è vero che si vuole fare un recupero forte sull’ex Cerimant, come prevede anche il Mibact, varrebbe la pena pensare di includere nel discorso anche il Maam“, ha concluso Bergamo.


di Mirko Gabriele Narducci, giornalista professonista

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