domenica 16 Novembre 2025

VIDEO | Violenza donne. Milani (Unicatt): la lotta contro l’alienazione non è ideologica

"Costrutto utilizzato ancora oggi, da studioso non posso tacere"

NAPOLI – “Da chi tuttora sostiene l’esistenza dell’alienazione parentale, quella delle studiose, degli studiosi, delle operatrici e degli operatori che lottano contro il suo utilizzo viene considerata una campagna ideologica. In realtà non c’è nessuna ideologia perché sono dati di ricerca, sono dati di evidenza empirica, e sono sostanzialmente fatti. Dove ci sono i fatti non c’è ideologia. L’ideologia è quella che viene costruita con retoriche tese alla persuasione laddove, e parlo da studioso, le ricerche non tendono alla persuasione ma semplicemente alla certificazione di un fatto. E quando un fatto viene dimostrato o, in questo caso, screditato da più parti, da più attori che magari non hanno interesse neanche commerciale in termini di sostenere o non sostenere un costrutto scientifico, di questo va preso atto senza troppe discussioni”. Così alla Dire Luca Milani, ordinario di Psicologia dello sviluppo all’università Cattolica di Milano, tra i promotori della campagna contro l’uso della Pas/alienazione parentale nei tribunali lanciata da Protocollo Napoli.

MILANI: COME STUDIOSO NON POSSO TACERE

Spesso ho incontrato, sia nei miei studi sia negli studi di colleghe che in questo campo operano, come il gruppo della professoressa Romito, un utilizzo – evidenzia – del costrutto di alienazione parentale che è il ‘figlio illegittimo’ della sindrome da alienazione parentale, discreditato dal punto di vista scientifico. Ancora oggi viene utilizzato da figure peritali, da operatrici, operatori anche del sistema di tutela delle bambine e dei bambini, io mi occupo oltre che di violenza di genere soprattutto di tutela dell’infanzia, e come studioso non posso tacere di fronte al fatto che, – a fronte di ripetuti richiami da parte del Consiglio d’Europa, da parte del Grevio, da parte dell’Organizzazione mondiale della Sanità e di tutti gli organismi internazionali perché non si utilizzi più questo costrutto destituito di valore scientifico – venga ancora utilizzato, spesso in maniera strumentale per mettere in discussione le capacità genitoriali delle mamme“. Ancora Milani: “E lo si utilizza in situazioni di separazione che inizialmente sono conflittuali ma che poi, invece, si dimostrano separazioni esito di processi di violenza all’interno della famiglia, e anche per consentire a papà che sono violenti di mantenere in qualche modo la responsabilità genitoriale nel contesto di una situazione nella quale dovrebbe prevalere l’interesse prevalente del minore di non avere accesso a un genitore violento fino. Almeno fino a che il genitore violento non è pronto per, eventualmente dopo un lavoro accurato su di sé, e mi piace citare i diversi lavori di trattamento dei maltrattanti che possono cambiare un pochino la situazione, riaccedere a un ruolo genitoriale in maniera competente, non in maniera violenta. Questo – conclude – anche ricordando il ben noto ciclo di trasmissione intergenerazionale della violenza sia per il ruolo di maltrattante sia per il ruolo di persona che subisce aggressione”.

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