Getting your Trinity Audio player ready...
|
ROMA – La seconda sezione penale della Corte di Cassazione, dopo una camera di consiglio durata oltre nove ore, ha rigettato i ricorsi contro le condanne, stabilite nel secondo processo di appello, nei confronti di Salvatore Buzzi e Massimo Carminati, rispettivamente a 12 anni e 10 mesi e a 10 anni, nell’ambito dell’inchiesta ‘Mondo di mezzo’.
La decisione arriva a quasi otto anni dai primi arresti che diedero il via all’operazione battezzata ‘Mafia Capitale‘ e a tre anni dalla caduta dell’accusa di associazione mafiosa per tutti gli imputati, sancita proprio dalla Suprema Corte nella sera del 22 ottobre 2019.
Si consuma così l’atto finale del processo che, di fatto, conferma e rende definitive le condanne del processo di appello bis. Per Buzzi, ora, si apriranno di nuovo le porte del carcere. Anche per Carminati c’è questo rischio. Bisognerà attendere di leggere l’ordine di esecuzione.
“La riteniamo una sentenza ingiusta con un trattamento sanzionatorio eccessivo. Probabilmente la gravosità della pena determinata dalla Corte d’Appello nel giudizio rescissorio, e confermato oggi dalla Cassazione, appare quasi avere una funzione diretta a riequilibrare la precedente sentenza con la quale è stata annullata l’accusa di mafia, imputazione errata rispetto alla quale Buzzi non ha avuto nessuna colpa”. Così uno degli avvocati di Salvatore Buzzi, Piergerardo Santoro, ha commentato la sentenza di Cassazione che ha confermato questa sera la pena nei confronti del suo assistito.
“È una sentenza – ha aggiunto il legale – che mal si concilia con l’attuale orientamento della riforma Cartabia diretto al recupero della persona al di là del sistema carcerario”.
Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it