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Francesca Chillemi e Can Yaman sono pronti a conquistare il pubblico con 'Viola come il mare', la nuova fiction Mediaset dal 30 settembre in prima serata su Canale 5

Pubblicato:29-09-2022 18:57
Ultimo aggiornamento:29-09-2022 18:57

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ROMA – Francesca Chillemi e Can Yaman sono pronti a conquistare il pubblico con ‘Viola come il mare’, la nuova fiction Mediaset dal 30 settembre in prima serata su Canale 5. Sei puntate che vedono i due attori protagonisti assoluti nei panni della giornalista Viola Vitale e dell’ispettore Francesco Demir. Ogni episodio racconta un nuovo omicidio su cui indagano entrambi, lei come giornalista di nera, lui come poliziotto. Dapprima su fronti opposti, poi sempre più dalla stessa parte. Sullo sfondo una caotica e romantica Palermo, che fa da culla all’attrazione che lega i due personaggi.

L’INTERVISTA A CAN YAMAN E FRANCESCA CHILLEMI

LA STORIA

Viola ha 30 anni, una bellezza prorompente e un superpotere particolare: sente, o meglio, vede i sentimenti degli altri attraverso i colori. Si chiama sinestesia, ovvero la sovrapposizione spontanea e incontrollata di più sensi, che nel caso di Viola le permette di associare colori specifici alle emozioni delle persone. La sinestesia è per lei un valore aggiunto perché il colore della persona che ha di fronte le racconta qual è il suo sentimento dominante in quel momento, la sua attitudine verso la vita. E l’attitudine verso la vita, le sensazioni più nascoste dell’animo umano, sono informazioni utili da conoscere, se stai cercando un assassino. Viola, infatti, giunta a Palermo per occuparsi di costume e società, diventa invece giornalista di cronaca nera, lavorando a stretto contatto con l’affascinante ispettore capo Francesco Demir, come una sorta di profiler da serie tv americana, ma molto meno affidabile e più allegra.

Casi di omicidio, caratterizzati dalla presenza di un elemento ricorrente, un leitmotiv: l’insensatezza. Apparentemente non hanno una spiegazione, ma sembrano frutto della casualità, della banalità del male perché colpiscono vittime nel pieno della loro vita, dei loro progetti. Spezzano le speranze di uomini e donne inconsapevoli. Viola cerca un senso in quei complessi racconti umani, cerca giustizia per le vittime e, nel farlo cerca un senso anche per se stessa. Il suo viaggio a Palermo, infatti, nasconde una ragione più importante e misteriosa: cercare il padre che non ha mai conosciuto e che, forse, è l’unica persona che può salvarla. La strada però è lunga e intanto Viola deve trovare il modo di collaborare con Francesco Demir, con il quale non condivide soltanto le scene del crimine, ma anche un meraviglioso terrazzo con vista sulla Cattedrale Normanna.


Ogni puntata, un nuovo omicidio su cui indagano entrambi, lei come giornalista di nera, lui come poliziotto. Dapprima su fronti opposti, poi sempre più dalla stessa parte. Perché tra Viola e Francesco nascerà una vera collaborazione. Una collaborazione non facile. Demir è abituato a ragionare solo con la sua testa e Viola è abituata a dire sempre la sua. Lei si fida di tutti, lui non si fida di nessuno, lei cerca il dialogo, lui tira un pugno, lei si basa sulle emozioni, lui solo sulle azioni. Bisogna trovare un equilibrio, ma, soprattutto, bisogna resistere a quell’invisibile filo d’attrazione che da subito li lega.

Tra i casi di omicidio e la ricerca del padre, tra il duro lavoro in redazione e la difficile collaborazione con Francesco, Viola scopre la vera anima di Palermo, una città caotica ma proprio per questo bellissima. Viene travolta dai profumi delle zagare e dei mercati, dalle sfumature del mare e della terra, dalle passioni dei siciliani, che vivono tutto con più energia. Una Sicilia del tutto inedita. Non quella della mafia o della burocrazia che non funziona, ma la Sicilia più bella, crocevia di culture diverse, che l’hanno plasmata dall’antichità fino ad oggi e l’hanno resa un luogo privilegiato di incontro. Ed è proprio questa terra unica a ricordare a Viola la sua vera natura, che è la stessa di ogni essere umano. Per vivere davvero bisogna lasciarsi travolgere dalle emozioni delle persone: solo quando apri la porta e lasci entrare gli altri che smetti di sopravvivere e inizi a vivere.

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