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Luca Bizzarri verso l’addio a Palazzo Ducale: “Se non mi riconfermano, mi spieghino perché”

L'ex Iena paga gli attacchi ai politici sui social e una gestione troppo istituzionale della presidenza della Fondazione cultura. Cavo: "Decidono Toti e Bucci"

Pubblicato:29-09-2022 16:23
Ultimo aggiornamento:30-09-2022 18:26

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GENOVA – “Buongiorno, sono Luca Bizzarri, presidente sospeso di Palazzo Ducale“. C’è più di una punta di sarcasmo nelle parole dell’attore genovese e presidente di Palazzo Ducale, nell’aprire la conferenza stampa di presentazione dei lavori di restauro dell’istituzione culturale più importante del capoluogo ligure e dell’apertura al pubblico del Piccolo Teatro. Il mandato di Bizzarri, voluto dal centrodestra al vertice della Fondazione cultura, è in scadenza e le possibilità di una riconferma sembrano ridotte al lumicino, a causa del suo burrascoso rapporto con la politica, dovuto soprattutto al suo lavoro da comico.

Bizzarri via da Palazzo Ducale? “Non lo dovete chiedere a me – risponde l’ex Iena – io sono curioso di sapere che cosa succederà del mio futuro e, visti i risultati, sono curioso anche di sapere le eventuali motivazioni di una mia sostituzione, che spero non dipendano da altre motivazioni se non da quello che ho fatto qua. Finora non ho saputo niente, sono in attesa”. Da parte sua, Bizzarri resterebbe volentieri: “Io sono a disposizione della città. Certamente continuerei volentieri. Ho un ottimo legame con la direttrice Serena Bertolucci: forse, volerla a tutti i costi è l’unico vero ottimo atto che ho fatto qui. Lei sta facendo, assieme ai nostri collaboratori, un lavoro meraviglioso”.


LA DIRETTRICE: “SAREI FELICISSIMA DI CONTINUARE CON LUI”

“Io sarei felicissima se il presidente Bizzarri fosse confermato. La possibilità di avere una persona che ti dà così tanta fiducia e altrettanta libertà di azione è una cosa rara. Se il Ducale è riuscito ad avere questi risultati ed è riuscito a fare qualcosa di più, come i restauri che abbiamo presentato oggi, è proprio perché abbiamo potuto lavorare in grande armonia e libertà”. Così la direttrice della Fondazione cultura di Palazzo Ducale a Genova, Serena Bertolucci, a margine di una conferenza stampa, sulla possibilità che Luca Bizzarri non venga confermato alla presidenza dell’istituzionale culturale.


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CAVO: “DECIDERANNO TOTI E BUCCI, QUALCHE MOSTRA HA AVUTO POCO SUCCESSO”

“Non sta a me tracciare il futuro di Luca Bizzarri, è un tema di cui non si è ancora parlato e che, essendo alla fine di questo mio mandato da assessore, non toccherà a me nello specifico analizzare. Sarà una tematica che tratteranno il presidente Toti e il sindaco Bucci”. Così l’assessore alla Cultura della Regione Liguria, Ilaria Cavo, sul futuro del mandato di Luca Bizzarri alla presidenza della Fondazione cultura di Palazzo Ducale, a Genova. Cavo, neoeletta alla Camera con “Noi Moderati” e costretta a lasciare nei prossimi giorni la giunta regionale, è stata tra le principali fautrici dell’incarico all’attore. Stamattina, arrivando alla conferenza stampa di presentazione di alcuni restauri del palazzo, ha voluto che Bizzarri si sedesse al suo fianco: qualcuno ha visto in questo gesto una forte vicinanza tra i due, testimoniata anche dagli elogi di Bizzarri per l’operato dell’assessore. “Non ho voluto che lui si alzasse per lasciarmi il posto, visto che ero in ritardo, mi sembrava poco carino. Non voglio che sia equivocato nulla”, taglia corto. Preludio al fatto che Bizzarri quasi certamente non sarà confermato.

Oltre alle scanzonature politiche sui social, poco gradite soprattutto alla Lega, in Regione e in Comune si accusa l’attore di non aver portato se stesso all’interno di Palazzo Ducale e di aver assunto un profilo troppo istituzionale, mentre da lui ci si attendeva una svolta più pop. “Assieme al direttore hanno fatto alcune mostre di successo, il Palazzo ha avuto una sua progettualità, ma certamente ha risentito della pandemia – afferma Cavo, rispondendo a una domanda su un bilancio dell’operato del presidente – sono state lanciate idee importanti, innovative, riconosciute a livello nazionale come i ‘Cinque minuti con Monet’: alcune mostre hanno avuto successo, altre sono state più complicate tipo quella su Paganini”.

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