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VIDEO | ‘La violenza invisibile sulle donne’, Reale: “Con il referto psicologico evidenziamo il rischio femminicidio”

"Dall'inizio del 2021 oltre 120 donne si sono rivolte alla nostra struttura", rivela la referente del centro Dafne del Cardarelli durante la presentazione del suo libro in Consiglio regionale della Campania

Pubblicato:29-09-2021 15:36
Ultimo aggiornamento:29-09-2021 15:50

Elvira reale_libro
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NAPOLI – Con il referto psicologico “ciò che viene evidenziato è ciò che non si vede agli occhi degli altri. È un passo importante per le donne perché finalmente hanno un documento scritto, validato, su quello che hanno patito senza aver avuto un contatto con l’aggressore”. Per stilarlo “non si tratta solo dei 20 minuti come per la visita medica, con noi le donne stanno dalle 3 alle 4 ore. È un’operazione complessa che parla sia dell’ultimo evento sia dell’anamnesi della violenza e cioè della violenza pregressa per costruire quell’escalation fondamentale a evidenziare i rischi per la vita che la donna corre. Non dimentichiamoci che dietro l’angolo c’è il femminicidio”. Lo spiega Elvira Reale, referente del centro Dafne del Cardarelli, nel presentare in Consiglio regionale della Campania il suo lavoro racchiuso nel libro sul referto psicologico ‘La violenza invisibile sulle donne’.

Il referto psicologico – che Reale definisce “una mia creatura” ma evidenzia come abbia avuto “la sua massima espressione al centro Dafne del Cardarelli che ha costruito un percorso rosa valido per tutti gli ospedali della regione” – ha dato poi vita alla “delibera di giunta 47/2020 che ha fatto proprie le linee guida di questo strumento mettendolo a disposizione di tutti gli ospedali della Campania: è un’assoluta novità, nelle altre regioni non esiste se non in Emilia-Romagna che ci ha seguiti“. Per Reale la cosa “importante è costruire una rete dell’emergenza – sanitari, procura, forze dell’ordine, centri antiviolenza – incentrata sulla violenza sulle donne, non solo quella fisica ma anche quella psicologica”. “Ogni anno al centro Dafne – precisa – arrivano tra le 100 e le 140 donne, al pronto soccorso generale sono circa un terzo in più perché non tutte scelgono di fare il percorso rosa completo. A settembre di quest’anno siamo già a quota 120 donne refertate, ed è tanto perché andremo sulle 150 nell’anno. Un numero alto anche per la nostra capacità, un notevole carico, non essendo aperti h24 ed essendo un gruppo di operatrici di un’associazione che svolge questo lavoro per il Cardarelli. In epoca di pandemia abbiamo fatto un nuovo passo avanti inaugurando il referto psicologico da remoto per tutti gli ospedali, quindi abbiamo avuto la possibilità di non far muovere le donne portando il nostro servizio nelle loro case: manterremo questa possibilità perché ha avuto un grande successo per ridurre le difficoltà di spostamento di chi, ad esempio, ha bambini piccoli”.

Un allarme che la responsabile del centro Dafne e consulente della commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio lancia è anche quello sui prelevamenti coattivi dei minori: “In questo periodo le donne stanno subendo un attacco a tutti i livelli. Il polso della situazione lo abbiamo nei tribunali civili dove non vengono riconosciute la Convenzione di Istanbul e la violenza sulle donne per cui i bambini nelle questioni sugli affidi spesso vengono affidati ai padri autori di violenza anziché alle madri che vengono incolpate del fatto di non avere un buon rapporto con il padre dei loro figli. È veramente una tragedia nazionale”.


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