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VIDEO | Durante il lockdown più bambini ricoverati per ustioni da incidenti domestici

"Diversi episodi si sono verificati in cucina, con mamme e papà non proprio avvezzi ai fornelli", rende noto all'agenzia Dire il professor Giuseppe Giudice, direttore dell'Unità di Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati del Policlinico di Bari

Pubblicato:29-09-2020 15:05
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 19:58

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ROMA – Durante il lockdown e’ aumentato il numero dei bambini ricoverati per ustioni a causa di incidenti domestici. A confermarlo durante un’intervista rilasciata via Skype all’agenzia Dire e’ il professor Giuseppe Giudice, direttore dell’Unita’ di Chirurgia Plastica e Centro Grandi Ustionati del Policlinico di Bari: “Il fenomeno ha riguardato non solo gli adulti, ma soprattutto i bambini. Costretti a stare al chiuso, tra quattro mura domestiche, i genitori per distrarre i piu’ piccoli si sono inventati attivita’ da fare insieme a loro. Diversi incidenti si sono verificati in cucina, con mamme e papa’ magari non proprio avvezzi ai fornelli. Sempre durante il periodo del lockdown sono aumentati anche i traumi della mano provocati dal bricolage”. Al Policlinico di Bari non sono poi mancati i pazienti ustionati colpiti anche dal Covid-19. “Fortunatamente ci eravamo attrezzati- racconta il professor Giudice- c’era una zona ‘grigia’ per pazienti di cui non si aveva certezza dell’infezione e un’altra area dedicata ai pazienti ustionati con Covid”. Curare questi pazienti e’ stato “complicato- fa sapere ancora il direttore del Centro Grandi Ustionati del Policlinico di Bari- perche’ non si trovavano nel nostro Centro, ma appunto in un reparto ad hoc per pazienti affetti da Coronavirus. Questo ha significato per noi medici andare piu’ volte al giorno nell’area Covid per assistere i nostri pazienti”.

Dopo i lavori di ristrutturazione e di ammodernamento, intanto, ha riaperto al terzo piano del padiglione Asclepios il Centro Grandi Ustionati annesso all’Unita’ operativa complessa di Chirurgia Plastica del Policlinico di Bari. Il Centro, diretto dal professor Giudice, e’ composto di un’area di terapia sub-intensiva per il ricovero di 4 pazienti con ustioni fino al 15%-20% della superficie corporea e a breve di un’area di terapia intensiva per il ricovero di 8 pazienti con ustioni gravi superiori al 20% della superficie corporea, accolti in box singoli e dotati di apparecchiature per il monitoraggio dei parametri vitali. Sono presenti, inoltre, due sale di balneoterapia per il lavaggio dei pazienti e i percorsi dei pazienti, del personale, dei visitatori e del materiale sono studiati per assicurare flussi separati. “Il ‘nuovo’ Centro e’ sicuramente piu’ ampio rispetto al precedente e destinato a ricevere un numero maggiore di pazienti– fa sapere Giudice- provenienti non solo dalla Puglia ma anche dalle regioni limitrofe, mi riferisco in particolare a Calabria, Basilicata e Molise. Naturalmente siamo pronti, qualora dovesse esserci necessita’, a rispondere anche ad esigenze nazionali o internazionali”.


AL POLICLINICO DI BARI STAMINALI PER RIGENERARE TESSUTI 

I medici del Centro Grandi Ustionati di Bari sono stati pionieri nell’utilizzare le cellule staminali per la rigenerazione tissutale e tra i primi a fare uso di una metodica innovativa per la rimozione precoce del tessuto morto dai pazienti con ustioni. “Se le cellulare staminali sono la nostra scommessa? A dire il vero le utilizziamo per rigenerare i tessuti da oltre un anno- risponde il professor Giudice alla Dire- Noi chirurghi plastici estraiamo le cellule staminali dall’adipe attraverso una procedura relativamente semplice, la lipoaspirazione, grazie alla quale riusciamo ad estrarre sia le cellule grasse sia le cellule staminali che sono contenute in una grande quantita’. Una volta ‘processate’, le cellule staminali vengono utilizzate per contatto oppure per iniezioni intorno alle ferite da ustioni, attraverso uno scaffold (supporto per la ricrescita russi tale, ndr), e questo consente una migliore e una piu’ rapida guarigione”. In merito alle varie procedure per processare le cellule staminali, ne esistono “varie, come per esempio la filtrazione o la centrifugazione- spiega Giudice- ma altre sono in fase di studio. È un campo ancora aperto, stiamo cercando di trovare il metodo migliore”.

Interpellato in merito alle tecniche farmacologiche in suo nel Centro Grandi Ustionati di Bari, e sull’impatto che hanno avuto nel trattamento dei pazienti ustionati, soprattutto durante l’emergenza Covid-19, il professor Giudice cosi’ risponde: “È stato molto importante l’utilizzo della collagenasi durante necrectomia o escarectomia. Le ustioni possono essere di vari livelli: l’ultimo, il piu’ grave, e’ caratterizzato da una necrosi che purtroppo deve essere portata via per favorire la guarigione ed evitare che sostanze tossiche vadano in circolo e quindi possano intossicare il paziente. Ora, mentre un tempo questa procedura veniva effettuata con metodi talvolta ‘cruenti’, come quello chirurgico, oggi dal punto di vista farmacologico ci sono le collagenasi, che permettono una escarectomia selettiva e vanno ad agire solo laddove ci sono proteine in necrosi. In questo modo possiamo poi utilizzare le cellule staminali, il tutto favorendo una migliore e piu’ rapida guarigione, una minore perdita di sangue durante gli interventi chirurgici e una migliore cicatrizzazione”.

A livello nazionale c’e’ grande attenzione sull’organizzazione delle maxi emergenze. Qual e’ lo stato dell’arte dei centri ustioni italiani?

“Circa un anno fa, proprio qui a Bari, c’e’ stato il primo Congresso internazionale sui disastri di massa sotto l’egida della SIUST (Societa’ italiana ustioni). In quella occasione abbiamo discusso su quelli che possono essere i protocolli, le esigenze e le necessita’ dei vari centri ustioni italiani. Noi responsabili siamo intanto tutti in una grande chat, quindi qualora ci fosse necessita’ di un intervento locale ma anche su piu’ ampia scala chiediamo immediatamente la disponibilita’ dei colleghi. Poi e’ stata fondata una societa’ internazionale che coinvolge diversi Paesi, tra cui Stati Uniti, Germania, Francia e Israele. Ma il nostro punto di riferimento piu’ importante, per la sua esperienza e per la sua valenza professionale, resta senz’altro il professor Lior Rosenberg, dell’Universita’ di Tel Aviv, che ci supporta e ci sta indirizzando verso la realizzazione di un grande piano comune, che deve vedere non solo i centri ustioni italiani, ma tutti i centri ustioni del mondo coordinarsi in caso di grandi e gravi emergenze o disastri”.

A che punto e’ il progetto di realizzazione di una grande rete internazionale tra i Centri ustioni?

Era in programma, ma purtroppo l’emergenza Covid ci ha bloccato tutti. I colleghi americani, con i quali sono in contatto, sono impelagati in questa grave emergenza del Coronavirus e ovviamente la pandemia ha distolto le attenzioni anche dal tema delle ustioni, coinvolgendo in questa avventura anche chirurghi plastici normalmente impegnati nel trattamento di pazienti ustionati. L’obiettivo di realizzare una grande rete mondiale tra centri comunque esiste ed e’ stato tracciato, teoricamente sarebbe anche l’argomento del secondo Congresso mondiale sui disastri di massa che si dovrebbe tenere nel 2021, ma siamo tutti in attesa degli eventi. Quello che ci auguriamo e’ tornare presto alla normalita’ per occuparci dei pazienti ustionati che purtroppo continuano ad essere numerosi”.

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