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Centinaia di delfini massacrati nelle Isole Faroe, la denuncia di Sea Shepherd alla Commissione Ue

Le prove presentate alla Commissione nel maggio 2017, raccolte in un periodo di oltre due anni, "mostrano che la Danimarca ha infranto le leggi dell'Ue"

Pubblicato:29-09-2017 08:12
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:44

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Delfini massacrati a Hvalba, nelle Isole Faroe, nel 2013. Foto: Sea Shepherd

ROMA – Il 25 settembre, i rappresentanti legali di Sea Shepherd hanno inviato formale riposta alla Commissione Europea, condannando “la reazione trascurata e grossolanamente inadeguata svolta da quest’ultima in relazione alle nostre argomentazioni legali, dettagliate e frutto di ricerche minuziose, a favore di un procedimento per infrazione contro la Danimarca”.

Nella stessa giornata, però, “altri 219 lagenorichi acuti e altri nove globicefali sono stati uccisi nelle Isole Faroe”, denuncia l’associazione ambientalista. In tal modo le statistiche del 2017 arrivano “a 1.605 piccoli cetacei uccisi”.

Le prove presentate alla Commissione nel maggio 2017, raccolte in un periodo di oltre due anni, “mostrano che la Danimarca ha infranto le leggi dell’Ue dando appoggio al massacro dei delfini nelle Isole Faroe e prendendo parte a esso”.


La reazione “carente” dell’Ue “indica chiaramente che questa non ha preso in adeguata considerazione il dossier e le argomentazioni legali in esso contenute”.

Nel rispetto delle norme amministrative e dei principi guida “che da lungo tempo vigono nell’Unione Europea”, Sea Shepherd “esige che la Commissione fornisca risposte specifiche – sostenute da giustificazioni di carattere legale – per ciascuno dei punti principali trattati nella richiesta di aprire un procedimento per infrazione”.

elfini massacrati a Hvalba, nelle Isole Faroe, nel 2013. Foto: Sea Shepherd

Delfini uccisi a Funningsfjordur, nelle Isole Faroe Islands, nel 2017. Foto: Sea
Shepherd

Quindi “abbiamo chiesto che la Commissione fornisca le proprie dettagliate giustificazioni entro 15 giorni lavorativi”, aggiunge l’associazione. Il 25 settembre nelle Isole Faroe “altri 219 lagenorichi acuti sono stati uccisi a Skalabotnur, nell’isola di Eysturoi e altri nove globicefali sono stati uccisi a Hvalba- ribadisce Sea Shepherd- Ciò porta le statistiche del 2017 a 1.605 piccoli cetacei uccisi nel corso di 23 Grindadrap (giornate di caccia a vari generi di delfini, ndr) fino a ora, quest’anno”.

Lo scopo di Sea Shepherd è quello di “fermare il massacro dei delfini (inclusi i lagenorinchi acuti, i tursiopi e i globicefali) che avviene alle Isole Faroe nel corso delle Grindadrap”.

Sebbene facciano parte del Regno di Danimarca, le Isole Faroe “affermano di non soggiacere alle normative dell’Unione Europea che proibiscono l’uccisione dei cetacei”.

La Marina Militare danese e la Polizia danese, però, “hanno interferito direttamente con Sea Shepherd quando questa ha avuto la possibilità di bloccare il massacro, e hanno sia dato sostegno alla grindadráp sia preso parte a essa”.

L’Operazione Bloody Fjords è una campagna che ha come fine “far sì che il governo danese sia chiamato a rispondere delle proprie azioni che causano direttamente la morte di centinaia di delfini ogni anno”.

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