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Paralimpiadi, ancora pioggia di medaglie per l’Italia. Barlaam è record nel nuoto

Due ori, un argento e un bronzo nel nuoto. Bronzo anche nel triathlon PTWC e nel judo

Pubblicato:29-08-2021 11:29
Ultimo aggiornamento:29-08-2021 16:45
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Dal nostro inviato Mirko Gabriele Narducci

(FOTO BIZZI/CIP)

TOKYO – Altre tre medaglie d’oro per l’Italia nel nuoto alle Paralimpidi di Tokyo. A conquistare il gradino più alto del podio Arjola Trimi, nei 50 dorso S3, e Simone Barlaam, nei nei 50 stile. Sorpresa nella staffetta 4×100 sl femminile, l’Italia è oro dopo la squalifica degli Usa. La formazione statunitense era arrivata per prima al traguardo, mentre le azzurre Xenia Palazzo (S8), Vittoria Bianco (S9), Giulia Terzi (S7) e Alessia Scortechini (S10) avevano chiuso con l’argento. Dunque questo il nuovo podio: Italia medaglia d’oro, Australia argento, Canada Bronzo (squalificata anche la Gran Bretagna). 


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BARLAAM: “NON ERA FACILE, QUI HO FINITO TRIPLETTA 50 SL

“Non era per niente facile perché il livello è altissimo come è giusto che sia a una Paralimpiade. Il mio tempo non è dei migliori ma l’importante è la medaglia e per fortuna sono riuscito a prenderlo questo oro”, ha dichiarato Barlaam, medaglia d’oro nei 50 sl S9 ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020 con il tempo di 24″71, nuovo record paralimpico.

“Ho finito la tripletta”, ha aggiunto Barlaam ai microfoni di Raisport riferendosi alla vittoria in Europei, Mondiali e ora Paralimpiade. “Adesso mi godo il podio. Poi testa alle gare di domani. Non ho ancora realizzato quello che ho fatto, sono sicuro che lo farò appena salirò sul podio, ora ho la testa che va a mille, come sulle montagne russe. Non è facile partire con le aspettative del mondo sulle spalle, un po’ me la stavo facendo sotto ma è andata. C’è tanta fatica, ma anche euforia e carica per i prossimi giorni”. 

CHI È SIMONE BARLAAM

Simone Barlaam è nato a Milano il 12 luglio del 2000. Tesserato per la Polha Varese, è all’esordio a una Paralimpiade ma nel suo palmares spiccano già le cinque medaglie d’oro ai Mondiali di Londra del 2019 (50 sl, 100 sl, 100 dorso, 100 farfalla, 4×100 sl), insieme ai due ori (50 sl e 100 sl) ai Mondiali di Città del Messico del 2017, cui si sommano l’argento nella 4×100 sl e il bronzo nei 100 dorso.

Nato con una coxa vara e una ipoplasia congenita del femore destro, si è avvicinato al nuoto perché “l’unico sport che da ragazzino potevo praticare considerata la mia disabilità: l’acqua, infatti, era l’unico ambiente che mi permetteva di fare attività fisica senza mettere a rischio il mio femore”.

Si avvicina allo sport paralimpico nel 2014, iniziando con il paratriathlon. Le persone più importanti nel suo percorso sportivo sono l’allenatore Massimiliano Tosin e il compagno di Nazionale e portabandiera dell’Italia a Tokyo 2020, Federico Morlacchi: “Federico per me è un mentore nonché un fratellone maggiore che mi ha fatto crescere e aiutato a diventare quello che sono”. Nel suo percorso di crescita fondamentale è stato anche il lavoro di Micaela Biava, il supporto della sua società, la Polha Varese, e il sostegno della famiglia e degli amici. “Del nuoto amo i momenti in condivisione con tantissime persone e il poter girare il mondo”.

L’atleta che lo ha ispirato maggiormente è Kobe Bryant: “Il suo modo di pensare la quotidianità mi piace molto e mi ci ritrovo abbastanza”. Un brano che non può mancare nella sua playlist è ‘Close to you’ nella versione di Mario Biondi. Tra le sue molte passioni, ci sono disegno, arte, video making, fauna marina, tecnologia. Curiosità: nel 2017 è partito per l’Australia per frequentare il quarto anno di liceo come studente straniero a Sydney. 

CHI È ARJOLA TRIMI, ORO A TOKYO 2020

Arjola Trimi, medaglia d’oro nei 50 dorso S3, è nata a Tirana (Albania) il 15 marzo 1987. Tesserata con la Polha Varese, comincia a nuotare giovanissima dopo la diagnosi di tetraparesi spastica degenerativa ma prima aveva praticato a livello agonistico anche basket, calcio e atletica leggera. Alla sua seconda Paralimpiade dopo Rio 2016, l’azzurra esordisce in Nazionale nel 2013: ai Mondiali di Montreal porta a casa due argenti e due bronzi, a Glasgow nel 2015 un oro e un argento. La consacrazione definitiva nel 2016 alla Paralimpiade di Rio, con l’argento nei 50 stile libero, prima di partecipare ai Mondiali di Londra 2019 con un bottino di ben sei medaglie.

“Lo sport è libertà, rappresenta la capacità di esprimermi al 100% e di comprendere come reagisce il corpo ai miei movimenti”, ha sempre detto. In concreto non si ispira a nessuno: “Mi piace, però, trovare delle cose positive in ogni atleta e, se posso, provare a farle mie”. Ama il teatro, il disegno e scrive poesie, se non avesse intrapreso la carriera agonistica si sarebbe cimentata nel mondo della scrittura. Finita la carriera vorrebbe rimanere nello sport: “Non so ancora se a bordo piscina o in altre vesti ma sicuramente vorrei continuare a ritagliare un po’ di tempo da dedicare a questo sport”. Il momento sportivo più bello è stato la convocazione e poi la partecipazione a Rio 2016, prima Paralimpiade della sua carriera. Un brano che non può mancare nella sua playlist è ‘Don’t stop me now’ dei Queen: “È la canzone che ascolto prima delle gare lungo il tragitto che mi porta in piscina”.

GIULIA GHIRETTI ARGENTO NEI 100 RANA SB4

Giulia Ghiretti si è aggiudicata la medaglia d’argento nei 100 rana SB4 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. L’atleta è nata a Parma il 16 febbraio del 1994. Tesserata per l’Ego Nuoto e per le Fiamme Oro, è una delle veterane dell’Italnuoto: esordio in Nazionale nel 2013, a Rio 2016 la prima partecipazione a una Paralimpiade: in Brasile conquista un argento nei 100 rana e un bronzo nei 50 delfino. Nel suo palmares internazionale risaltano l’oro nei 100 rana ai Mondiali di Città del Messico 2017 (dove è stata anche portabandiera per l’Italia) l’argento nella staffetta 4×50 stile ai Mondiali di Montreal 2013, l’argento nei 100 rana a Glasgow 2015 e nella staffetta 4×50 sl mista a Città del Messico 2015, dove ha conquistato anche il bronzo nei 50 farfalla, e l’argento nei 100 rana ai Mondiali di Londra 2019, con il bronzo nei 50 farfalla. Sin da bambina pratica ginnastica artistica, poi ritmica, e dall’età di 8 anni trampolino elastico, disciplina che la porta nel giro della Nazionale. Nel gennaio 2010, a 16 anni, durante un allenamento di trampolino ha un incidente che le causa la paralisi delle gambe. Avvicinatasi al nuoto per ragioni fisioterapiche, si innamora presto della piscina e decide di iniziare nuoto a livello agonistico: “Nel nuoto sei tu con il tuo corpo, senza carrozzine o protesi: solo la libertà di stare in acqua”, racconta. È laureata in Ingegneria biomedica al Politecnico di Milano e sta seguendo il corso di laurea specialistica.

GIULIA TERZI ARGENTO NEI 400 STILE: “CONTENTA, 400 SL SEMPRE UN PUNTO INTERROGATIVO

“Nell’ultimo 100 l’ho vista scappare via ma ho dato il massimo, quindi sono contenta. Siamo state appiccicate fino alla fine: è stata una bella gara, divertente e già sfidare le americane è emozionante, c’è molta adrenalina”, ha dichiarato Giulia Terzi, dopo la conquista dell’argento nei 400 stile S7 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020, ripercorrendo la gara fianco a fianco con la statunitense medaglia d’oro, McKenzie Coan. L’azzurra ha rivelato che avrebbe dovuto provare i 400 già all’Europeo di Funchal quest’anno, ma il 2021 “è stato complicato: ho avuto il Covid e sono stata 52 giorni ferma per un intervento chirurgico- ha detto ai microfoni di Raisport- È stato sempre un punto interrogativo questa gara, poi abbiamo deciso di farla e direi che è andata bene”.

CARLOTTA GILLI BRONZO NEI 50 STILE S13

Carlotta Gilli oggi ha conquistato la medaglia di bronzo nei 50 stile S13 ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Gilli è nata a Torino il 13 gennaio 2001 e vive a Moncalieri. Affetta dalla malattia di Stargardt, una retinopatia degenerativa su base genetica a trasmissione autosomica recessiva, è tesserata per la Rari Nantes Torino e per le Fiamme Oro. È soprannonominata WonderGilli. Ha iniziato a partecipare a gare del settore ‘Propaganda’ nel 2009 per poi passare all’agonismo nello stesso anno raggiungendo, sotto la guida dell’allenatrice Sandra Corsa, il podio nella maggior parte delle volte. La ‘stagione d’oro’ Fin è certamente quella 2014-2015, in cui vince 6 medaglie ai Campionati Italiani giovanili e nella categoria Ragazzi. Gilli nel 2017 gareggia anche ai Campionati Italiani Assoluti Primaverili di salvamento. Nello stesso anno avviene l’esordio nell’universo paralimpico nella classe S13 (ipovedenti). All’esordio ai Giochi Paralimpici, nel ricco palmares di medaglie internazionali e record di Gilli ci sono l’oro nei 50 stile ai Mondiali di Città del Messico, cui seguono nella stessa rassegna iridata anche i titoli nei 100 stile, nei 100 dorso, nei 100 farfalla, nei 200 misti, l’argento nei 400 stile. Ai Mondiali di Londra del 2019 oro nei 50 stile libero, nei 100 stile libero, nei 100 dorso, nei 200 misti, argento nei 100 farfalla e bronzo nei 400 stile libero.

GIOVANNI ACHENZA MEDAGLIA DI BRONZO NEL TRIATHLON

E un’altra medaglia è arrivata dal triathlon PTWC, grazie a Giovanni Achenza, che ha replicato il terzo posto conquistato cinque anni fa a Rio. L’atleta sardo ha terminato le tre prove con il tempo complessivo di 1:02.05, giungendo alle spalle del vincitore, l’olandese Jetze Plat (57:51), e dell’austriaco Florian Brungraber (59.55). Nella stessa gara, nono posto per Pier Alberto Buccoliero con il tempo di 1:09.16. Nella PTWC femminile, ottava posizione per Rita Cuccuru, che realizza il crono di 1:19.06. L’oro è andato alla statunitense Kendall Gretsch (1:06.25), l’argento all’australiana Lauren Parker (1:06.26), il bronzo alla spagnola Eva Maria Moral Pedrero.

CAROLINA COSTA MEDAGLIA DI BRONZO ALL’ESORDIO NEL JUDO

Carolina Costa è medaglia di bronzo nel judo femminile +70kg ai Giochi Paralimpici di Tokyo 2020. Costa, atleta di classificazione B2 alla sua prima partecipazione assoluta a una Paralimpiade, ha battuto per ippon l’ucraina Anastasiia Harnik nella finale disputata sul tatami del Nippon Budokan.

CHI È CAROLINA COSTA

“Peccheró di presunzione ma non temo nessuno, anzi, sono loro che devono temere me”. E aveva ragione a dirlo Carolina Costa, in una dichiarazione rilasciata prima di partire per il Giappone. Nata a Messina il 25 agosto del 1994, Carolina è tesserata per l’ASD Judo Franco Costa, che porta il nome di suo papà, maestro judoka – così come la mamma – venuto a mancare quando lei aveva solo 12 anni. Il bronzo appena conquistato è arrivato al suo esordio assoluto a una Paralimpiade, e va ad affiancare nel suo palmares il terzo posto ai Campionati mondiali di Lisbona del 2018.

Carolina pratica sport da sempre. Figlia d’arte, viene da una famiglia di judoka: “Non potevo farne a meno”. Sostiene che non sia stata lei a scegliere il judo, ma il judo a scegliere lei: “I miei genitori avevano una palestra e calpesto il tatami sin da bambina: proprio sul tatami passavo la maggior parte delle ore della mia giornata”. Da lì Carolina fa del judo la sua passione e tutta la sua vita. “Del mio sport amo tutto, anche la fatica: anzi, soprattutto quella”. La sua fonte di ispirazione? “Mio padre, ma anche un campione come Pino Maddaloni, che mi ha trasmesso la sua umiltà”.

Terminata la carriera sportiva, Carolina vuole diventare insegnante. Il momento più bello della sua carriera prima di oggi “è stato sicuramente l’oro al Grand Prix di Baku nel 2019”, quando ha battuto la campionessa mondiale. Una curiosità: “Prima di ogni competizione mi chiudo in me stessa e ascolto musica, specialmente la colonna sonora del film Disney Mulan, che ascoltavo sempre con mio padre”. 

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