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ROMA – “Ieri ho firmato l’ennesimo decreto interministeriale su divieto di sbarco perché tecnicamente, dal punto di vista militare, non vi erano ostacoli a ciò. Contemporaneamente credo però che il ministro dell’Interno, pur nell’ambito dei suoi poteri in materia di ordine e sicurezza pubblica come dettati dalla disciplina del decreto Sicurezza bis, non possa mai travalicare e azzerare il sacrosanto diritto di bambini, donne in gravidanza, ammalati o persone in difficoltà di essere soccorsi“. Elisabetta Trenta, ministro della Difesa, lo scrive su Facebook a proposito del divieto di ingresso e sosta nelle acque italiane emesso dal ministro dell’Interno Matteo Salvini e controfirmato prima dal collega alle Infrastrutture e Trasporti e poi dalla stessa Trenta, seppur con un richiamo alla necessità di soccorrere donne, bambini e minori.
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“Il soccorso a queste persone diventa diritto di ingresso perché a fianco del decreto Sicurezza sono vigenti, per fortuna, norme internazionali e norme interne che lo impongono- aggiunge Trenta- Si tratta di principi sacrosanti che fanno parte della nostra cultura intrisa della tutela umanitaria e della salvaguardia dei diritti dell’uomo“.
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