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Mafie, Palermo ricorda Libero Grassi. La figlia Alice: “In un anno il Governo non ha fatto nulla”

Alla manifestazione per ricordare l'imprenditore ucciso dalla mafia per essersi ribellato al pizzo, anche commercianti bengalesi che hanno denunciato i loro estortori

Pubblicato:29-08-2019 08:10
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 15:38

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ROMA – A 28 anni dal suo omicidio Palermo ha ricordato Libero Grassi, imprenditore che si ribellò al racket. Grassi, isolato anche dalle associazioni di imprenditori del tempo, fu ucciso dalla mafia in via Vittorio Alfieri, mentre si recava nella sua azienda, la mattina del 29 agosto 1991.

libero grassiLa cerimonia si è svolta nel punto in cui i sicari entrarono in azione e dove ogni anno viene affisso un manifesto con la scritta: “Il 29 agosto 1991 qui è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà, dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”.

A ricordare il sacrificio dell’imprenditore, insieme con i figli Davide e Alice, questa mattina c’erano l’associazione Addiopizzo, cittadini, amici della famiglia Grasso e anche alcuni commercianti bengalesi che hanno denunciato i propri estortori.


In via Alfieri anche i vertici carabinieri e guardia di finanza, oltre al questore, Renato Cortese, il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, l’assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro, e il presidente della Fai (Federazione associazioni antiracket e antiusira italiane) Tano Grasso. 

La cerimonia di commemorazione è iniziata con Alice Grassi che ha spruzzato della vernice rossa sul luogo dell’omicidio. Un gesto che ha dato il via a un lungo pellegrinaggio di cittadini, ciascuno dei quali ha deposto un piccolo omaggio floreale davanti al manifesto che ricorda il sacrificio dell’imprenditore che disse ‘no’ al pizzo. Addiopizzo, associazione che da anni lotta contro il racket, ha comunque ricordato che “quando si rievoca la storia di Libero Grassi in molti ancora oggi tendono a dare una rappresentazione fuorviante di quanto accadde il 29 agosto 1991. Tanti – sostiene l’associazione – ritengono che Libero Grassi fu ucciso perché si ribellò alle estorsioni e non considerano, in realtà, che l’uccisione fu provocata dalla solitudine e dall’isolamento a cui fu relegato da istituzioni, colleghi imprenditori e cittadini.

A ventotto anni dall’assassinio, Libero Grassi avrebbe a fianco diversi commercianti e imprenditori che nel frattempo si sono finalmente liberati da ogni forma di taglieggiamento – ancora Addiopizzo -. Tuttavia la giornata del 29 agosto sarà un momento per interrogarsi su cosa sia rimasto dell’esempio di Libero Grassi, sul valore delle scelte di chi trova il coraggio di denunciare, sulle difficoltà che si incontrano lungo tale percorso e su come cambiano le dinamiche criminali attraverso cui si perpetra il racket delle estorsioni”.

La giornata in ricordo di Grassi proseguirà alle 15:30, al parco che porta il nome dell’imprenditore, con la terza edizione di ‘Vela per l’inclusione sociale’, veleggiata in barche d’altura con i ragazzi di piazza Magione accompagnati da Addiopizzo, la Lega navale italiana e Alfredo Chiodi, nipote di Libero Grassi. L’iniziativa, finalizzata alla prevenzione e alla riduzione del disagio socio-culturale e a favorire l’inclusione sociale, si inserisce nell’ambito delle attività di educativa territoriale svolte da Addiopizzo nel quartiere palermitano della Kalsa. Alle 19, infine, al Nautoscopio di piazza Capitaneria di porto, ‘Le cicatrici della crescita’, dialogo con Massimiliano Noviello, Alice e Davide Grassi. Nel corso dell’incontro ci sarà la testimonianza di uno dei commercianti di origine bengalese che si sono ribellati al racket con il sostegno di Addiopizzo.

libero grassi“Cosa ha fatto il governo in quest’anno per la lotta alla mafia? O sono io che non mi sono accorta o non ha fatto nulla, non mi risulta che abbiano fatto nulla“. Lo ha detto Alice Grassi, figlia di Libero, conversando con i cronisti a margine della cerimonia di commemorazione del padre tenutasi in via Vittorio Alfieri. “Siamo così intenti a respingere gente sfortunata e non ci occupiamo di ciò che succede realmente a casa nostra – ha aggiunto -. Il ministro Salvini si dovrebbe occupare di questo, così come dovrebbe occuparsi della ‘ndrangheta che al nord esiste. E a chi gli chiedeva un parere sul possibile nuovo governo formato da M5s e Pd, Grassi ha risposto: “Aspettiamo… Una parte di questo nuovo esecutivo che dovrebbe nascere solitamente è stata più sensibile a queste tematiche, speriamo che la lotta alla mafia rientri tra le loro priorità“.

La “missione” della lotta alla mafia “è compiuta ma non completata”. Ne è convinto il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che oggi ha partecipato alla cerimonia di commemorazione di Libero Grassi, ucciso da Cosa nostra il 29 agosto del 1991 per essersi ribellato al racket. “Oggi Palermo non è più capitale della mafia – ha aggiunto Orlando – tuttavia la missione resta ‘da completare’ perchè Cosa nostra c’è ancora, ma per fortuna non governa la città”.

“Un imprenditore con la schiena dritta che si oppose, fino alle estreme conseguenze, all’infame ricatto del pizzo. Il sacrificio di Libero Grassi deve essere un riferimento fondamentale per tutti coloro i quali hanno a cuore la costruzione, in Sicilia, di un’economia sana e senza condizionamenti mafiosi. Ecco perché, oggi, è doveroso ricordarlo”, ha commentato il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci.

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