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Centrodestra, Cattaneo: “La Lega scelga se essere di lotta o di governo”

Il Carroccio "ha scelto in maniera responsabile di sostenere il governo Draghi, deve ora decidere un po' cosa vuol fare nel suo futuro", ragiona l'assessore di Nci

Pubblicato:29-07-2021 19:14
Ultimo aggiornamento:02-08-2021 19:44
Autore:

raffaele cattaneo
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di Nicolò Rubeis

MILANO – “La provocazione intelligente di Silvio Berlusconi di ragionare su un partito unico di centrodestra pone un tema politico alla Lega. Devono scegliere se essere una Lega di Governo, o una di Lega di lotta, costretta però a correre dietro a Giorgia Meloni“. A parlare con la ‘Dire’ è l’assessore lombardo per l’Ambiente Raffaele Cattaneo, esponente della compagine di Maurizio Lupi (Noi con l’Italia, ndr), che analizza la situazione ibrida in cui si trova la compagine guidata da Matteo Salvini.

Il Carroccio, “che ha scelto in maniera responsabile di sostenere il governo Draghi”, per Cattaneo “deve decidere un po’ cosa vuol fare nel suo futuro” e soprattutto “se vuole evolvere verso un’area più moderata capace di dialogare con l’Europa”.

Questa seconda ipotesi a detta dell’assessore lombardo comporterebbe una cambio di rotta nelle politiche leghiste, ossia “abbandonare certi toni urlati e proposte che aiutano a raccogliere voti nel breve periodo ma che poi sono difficili da realizzare quando sei al comando”. Noi con l’Italia, invece, è una formazione “che si colloca nel centro del centrodestra“, erede, da un punto di vista politico, “di una cultura che in Italia c’è sempre stata, dalla Dc a Forza Italia passando per il Pdl”. Un partito “che era di centrodestra, dove però il centro era la parte preponderante e la destra quella aggiuntiva”. Oggi però, gli equilibri sembrano essersi ribaltati: “C’è stata un’evoluzione che ha premiato i partiti più spostati verso destra- prosegue Cattaneo- noi invece riteniamo che si debba rafforzare la parte del centro, a livello locale e nazionale”. In ogni caso, per l’assessore, “è evidente che il tentativo di Meloni è quello di occupare tutto lo spazio dell’area sovranista”, e i risultati, con Fdi ormai stabilmente primo partito d’Italia secondo i sondaggi, sembrano darle ragione: “Mi pare che stiano riuscendo a raccogliere molti consensi- va avanti Cattaneo- anche se stare all’opposizione è più facile che stare al governo”. Ma comunque, per l’esponente di Nci, al centro rimane una vera prateria da sfruttare per la sua compagine e per l’ala moderata del centrodestra: “C’è sempre stato spazio- spiega Cattaneo- il centro è territorio di conquista soprattutto da quando c’è il maggioritario“. Ma un conto è lo spazio elettorale, un altro sono le culture politiche: “Anche il M5S- conclude l’assessore- cerca di conquistare il centro ma non hanno nel loro bagaglio una cultura politica moderata. Il centro deve invece essere un’area coerente con chi l’ha generata”.


“VARESE POTREBBE ESSERE UN LABORATORIO NAZIONALE”

“Mi auguro che quello che abbiamo fatto a Varese possa segnare un percorso che vada anche oltre al valore locale. Ma l’esperienza politica che ho maturato mi fa ritenere che queste cose devono avvenire dal basso e non dall’alto. Altrimenti si ottengono risultati opposti”.  Cattaneo, parlando con la ‘Dire’, commenta così la scelta del suo partito, Noi con l’Italia, di correre a Varese insieme a Forza Italia in un’unica lista a sostegno del candidato leghista Matteo Bianchi.

Un esperimento che secondo l’assessore lombardo si potrà provare a replicare anche a livello nazionale. Tuttavia, “per rappresentare un paradigma che va al di là del territorio- continua Cattaneo- deve diventare uno schema rigido”.

Al momento, comunque, “non ho la percezione che si possa creare un percorso analogo su Milano”, soprattutto perché “a Varese c’è una situazione diversa, con un candidato della Lega ‘di governo'”. Per l’esponente del partito di Maurizio Lupi “l’area centrista ha l’esigenza di fare proposte ai propri elettori più credibili di quelle che riesce a fare oggi”. E per farlo “bisogna ricominciare a unire le forze”, anche perché “come Nci, abbiamo la consapevolezza- prosegue l’assessore- di incarnare una cultura, quella del popolarismo europeo, che rimane maggioritaria in Italia e che non può essere sparita”. 

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