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Sequestrato il porto di Ostia, arrestato il presidente Balini

I finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere

Pubblicato:29-07-2015 08:50
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:28

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porto di ostiaNelle prime ore della mattinata i finanzieri del comando provinciale di Roma hanno eseguito 4 ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei componenti di una associazione criminale facente capo a Mauro Balini, noto imprenditore operante nel settore turistico ed immobiliare, nonché presidente del porto turistico di Roma, a Ostia.

Ingente il sequestro di beni, tra cui posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali, all’interno del porto turistico di Roma, del valore commerciale complessivo di oltre 400 milioni di euro.

Tradotti in carcere, assieme a Balini, su ordine del gip del Tribunale di Roma, Massimo Amicucci, Edoardo Sodano, e Sergio Capograssi, avvocato con studio nella Capitale. I 4 arrestati sono accusati di associazione a delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale, riciclaggio, impiego di denaro, beni e utilità di provenienza illecita, trasferimento fraudolento di valori. Altre 9 persone sono state denunciate a piede libero. Numerose le perquisizioni presso i domicili delle persone coinvolte, le sedi di diverse società e gli studi professionali di due avvocati e di un commercialista. Nell’operazione – eseguita dalle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma sotto la direzione della Procura della Repubblica della Capitale – sono stati sequestrati beni mobili e immobili, quote societarie e conti correnti bancari ed il diritto di superficie su oltre 1300 beni demaniali, siti all’interno del porto turistico di Ostia (posti barca, parcheggi, strutture amministrative, commerciali e aree portuali) nonché, per alcuni di essi, il relativo diritto di utilizzo. Il valore commerciale di tutti i beni sottoposti a sequestro è stimato in oltre 400 milioni di euro.


Il commento di Sabella, assessore alla legalità

“La musica a Roma è cambiata, con la magistratura adesso c’è poco da scherzare”, così ha commentato la notizia Alfonso Sabella, assessore alla Legalità di Roma Capitale e delegato per il sindaco al X municipio, intervenendo questa mattina ai microfoni di Radio Cusano Campus, nel corso del format ‘Ecg Regione’. Sabella non è stupito di quanto accaduto, in quanto “a Ostia c’è una mafia diversa rispetto a Mafia Capitale, più tradizionale e molto più simile a quella che io definisco ‘la mia mafia’, quella contro cui- ha spiegato -mi sono confrontato negli anni a Palermo”. Ma il lavoro non finisce qui: “Si è fatto molto poco negli ultimi anni, ma ce n’è ancora tanto da fare e la procura opererà al meglio”. Secondo l’assessore alla Legalità, la vicenda del porto turistico di Ostia si inserisce in quel “contesto paludoso che contraddistingue questa realtà”, riferendosi a quella “commistione letale” che lega tro loro  “imprenditoria, politica e criminalità organizzata”. E va avanti ricordando le indagini che hanno coinvolto in passato il porto, e le voci “che circolano sul fatto che lì ci siano stati degli investimenti poco limpidi. Poi c’è il fatto che comunque all’interno del porto lavorava quello che ha sparato a Vito Triassi, mentre la famiglia Balini ha dato una concessione a un narcotrafficante come Cleto Di Maria. Insomma- ha concluso -in questa vicenda ci sono aspetti particolarmente inquietanti e la magistratura saprà svilupparli nel modo migliore”.

Le indagini

Le indagini, avviate nel 2012, per una ipotesi di bancarotta, hanno consentito di accertare come i quattro complici avessero scientemente portato al fallimento la Ati spa, società che aveva curato la realizzazione del Porto Turistico di Roma e che, sino al 2008, era concessionaria dell’infrastruttura, appartenente, peraltro, ad un gruppo di imprese riconducibili (direttamente e/o indirettamente) alla figura dello stesso Mauro Balini. Proprio quest’ultimo, con la complicità di fidati collaboratori e professionisti e grazie a ‘prestanomi’ e ‘società schermo’, aveva realizzato un complesso schema societario volto a distrarre fraudolentemente ingenti risorse, patrimoniali e finanziarie, in pregiudizio della fallita Ati spa, dei creditori e dell’Erario, per un passivo finale di oltre 155 milioni di euro.

A Balini è stato, inoltre, contestato il reato di trasferimento fraudolento di valori, per aver intestato a società apparentemente terze, il prestigioso attico sul litorale ostiense in cui vive, anch’esso sottratto fraudolentemente alla Ati, e un lussuoso catamarano, nella sua esclusiva disponibilità, acquistato, in larga parte, con risorse sottratte alla fallita mediante il descritto sistema di frode. Il disegno criminale nasce nel 2005, quando Balini si precostituì un ingente credito nei confronti della Ati spa per oltre 28 milioni di euro, simulando, tra l’altro, l’accollo- meramente contabile- di un debito in capo alla fallita originato dalla ricezione di false fatture emesse da società riconducibili a suoi fedeli sodali. Giustificando le operazioni come ‘restituzione finanziamento soci’, Balini aveva, quindi, potuto prelevare ingenti somme dalle casse aziendali nonché distrarre beni immobili dal patrimonio sociale in favore di altre imprese a lui riconducibili. Nel 2008, in perfetta sintonia con il piano criminale in atto, la Porto Turistico di Roma Srl.- interamente posseduta da Balini- aveva ottenuto, dalla Ati spa, la voltura della concessione sull’intera infrastruttura portuale, ed era, così, subentrata nella possibilità di realizzare l’ampliamento del porto, poi autorizzato nell’agosto 2013, incassandone i conseguenti ingenti profitti.

Il porto turistico

La struttura attuale si sviluppa su una superficie di circa 22 ettari e dispone di 840 posti barca per lunghezze comprese fra gli 8 e i 60 metri. L’ampliamento del porto ne aumenterà la capienza sino a 1419 posti barca, mettendo a disposizione dei natanti circa 611 nuovi punti di ormeggio per imbarcazioni da diporto lunghe tra i 12 ed i 70 metri. Per avere una percezione delle dimensioni degli illeciti posti in essere e del danno economico cagionato alla Ati spa, si evidenzia che la Porto Turistico di Roma Srl ha stimato in circa 200 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa all’ampliamento del porto ed in circa 220 milioni di euro il valore commerciale della concessione relativa ai diritti di superficie e utilizzo dei beni demaniali sottoposti a sequestro.

Di Redazione

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