Quegli strani file sugli abusi nel pc di Chiara Poggi: cosa sappiamo

Uno degli scenari 'alternativi' che si stanno rincorrendo nelle ultime settimane sull'omicidio di Garlasco riguarda le oscure vicende legate ai presunti abusi nel santuario della Bozzola: alcuni strani file trovati nel pc di Chiara potrebbero sembrare alludere a vicende analoghe

Pubblicato:29-05-2025 16:50
Ultimo aggiornamento:29-05-2025 18:13

trovato martello casa poggi
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BOLOGNA – Nel polverone che si è sollevato nelle ultime settimane sul caso di Garlasco, emerge anche un altro tassello su cui sviluppare potenzialmente nuove indagini ora che il caso è stato riaperto. Ed è il computer di Chiara Poggi, la vittima, uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta. A parlare del tema è stata la trasmissione ‘Chi l’ha visto‘ andata in onda ieri sera. Che in un servizio ha raccontato come nel pc e in una chiavetta di Chiara siano stati trovati strani e inquietanti file relativi, pare, a casi di abusi. Che la 26enne aveva salvato proprio nei mesi precedenti all’omicidio. Proprio il tema al centro di una delle nuove ipotesi sbandierate dai giorni scorsi da Massimo Lovati, avvocato di Andrea Sempio (nuovamente sottoposto a indagini nei mesi scorsi a 18 anni dal delitto), che ha sostenuto che Chiara Poggi sia stata uccisa da un sicario perché aveva scoperto informazioni gravi e indicibili su alcune vicende di presunti abusi legati all’abbazia della Bozzola, in provincia di Pavia.

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Ieri ‘Chi l’ha visto’ ha raccontato di alcuni contenuti di una chiavetta Usb della vittima: un file salvato l’8 giugno 2007, ad esempio, si intitola Abusati e contiene una serie di testimonianze di vittime di abusi sessuali da parte di preti negli Stati Uniti, in particolare sui casi di chierichetti che sarebbero stati molestati in ambienti istituti religiosi. C’è anche un altro file dal titolo inquietante “Aiuto, ho visto un lupo cattivo“, che ripercorre vicende analoghe in Italia. Il 12 giugno 2007, Chiara aveva salvato anche una sorta di analisi psichiatrica intitolata “Coca Cattiva“, che trattava dei legami tra cocaina e violenza. E non è tutto. C’è anche un documento (questo salvato nel marzo 2007) che si intitola “Omicidi senza colpevoli”, dove sono raccolti diversi casi irrisolti e reperti dimenticati nei depositi giudiziari (ma utili a individuare i colpevoli). Solo una passione per la cronaca nera o qualcosa di più? Approfondimenti fatti per un motivo specifico? Al momento rimane un mistero. Ma la presenza di questi file, non c’è dubbio, è suggestiva. E in un delitto in cui il movente non è mai stato ritrovato apre la strada a scenari alternativi.

Tra gli scenari alternativi c’è appunto quello su cui sta continuando a puntare la difesa di Andrea Sempio. secondo l’avvocato Massimo Lovati, Chiara è stata uccisa perchè “scomoda” e perchè aveva scoperto cose che non potevano essere rivelate. Le analisi delle ricerche online fatte dalla ragazza hanno rivelato che avesse cercato più volte la foto del santuario della Bozzola. Per l’avvocato Lovati è tutto collegato al delitto e si è detto ripetutamente convinto, nei giorni scorsi, dell’innocenza sia di Sempio (“Un disadattato che non c’entra niente”) sia di Alberto Stasi, che sarebbe stato a conoscenza del vero motivo del delitto ma sarebbe obbligato al silenzio perchè sotto minaccia del mandante o dei mandanti. Quella del ritrovamento del cadavere da parte del giovane, ha detto Lovati, è stata una messinscena: “Stasi non è mai entrato in quella casa e infatti ha raccontato un sacco di stupidaggini”.

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