Garlasco, Sempio braccato da Corona e in fuga dai giornalisti: “Ogni giorno un inferno per lui”

L'amica-avvocato Angela Taccia rivela come è cambiata la vita del nuovo indagato dell'omicidio di Chiara Poggi di 18 anni fa. "'Gandhi' - così lo chiama- ora rischia anche di perdere il lavoro"

Pubblicato:29-05-2025 15:52
Ultimo aggiornamento:29-05-2025 15:55
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ROMA – È l’uomo più ricercato dalle telecamere italiane: impossibile non averlo visto in qualche trasmissione Tv, o in un video pubblicato sui social, mentre cerca educatamente di sfuggire a un giornalista che vuole intervistarlo, che gli chiede con insistenza qualcosa sull’impronta 33 o sullo scontrino di una libreria di 18 anni fa o in che rapporti fosse con Chiara Poggi. Da quando la Procura di Pavia ha riaperto il caso dell’assassinio della 26enne di Garlasco, avvenuto il 13 agosto 2007, iscrivendo il suo nome nel registro degli indagati, la vita di Andrea Sempio è quella di un uomo perennemente braccato. La racconta sul Corriere della Sera Angela Taccia, avvocato di Sempio nonché amica di gioventù dell’indagato. Anche per lei è difficile incontrarlo e parlare con la necessaria privacy: “L’altro giorno per poter parlare ci siamo nascosti in un parco”, svela.

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CORONA CHE URLA IN NEGOZIO, LA FUGA IN UNO SGABUZZINO, L’INSEGUIMENTO..

E sulle tracce di Sempio si è messo pure un cane da caccia d’alto rango come Fabrizio Corona che si interessato – a distanza di anni e di nuovo- al caso Garlasco tanto da dedicargli una puntata intera del suo Falsissimo. “Domenica mi ha chiamato terrorizzato dal negozio- rivela infatti Taccia- Sono qui a Montebello, è entrato Fabrizio Corona e ha iniziato a urlare”. Sempio ha chiamato le guardie della sicurezza del centro che l’hanno nascosto in uno sgabuzzino. “Siamo alla follia- va avanti a raccontare l’avvocatessa- Ma poi l’ha pure inseguito in macchina…”.

“SE CONTINUA L’ASSEDIO LO LASCIANO A CASA”

Montebello della Battaglia è il paese della provincia di Pavia dove si trova il centro commerciale in cui Sempio lavora come commesso e dove ha provato a tornare, dopo la pausa che si era preso all’indomani della notizia delle indagini a suo carico. Ma l’attenzione mediatica nei suoi confronti non è scemata, anzi. Così “gli hanno detto che se continua l’assedio sono costretti a lasciarlo a casa- scuote la testa Taccia- Temendo di perdere il posto ha chiesto se era possibile cambiare sedi, concordando gli spostamenti”. Una richiesta fatta a malincuore: “Non vuole essere di peso ai colleghi, non vuole mai disturbare. È sempre stato così Andrea, noi lo chiamiamo Gandhi, per la calma, per l’altruismo”, lo dipinge l’amica, prima che legale della difesa.

SEMPIO UN ASSASSINO? “ERA IL PACIERE DELLA COMITIVA”

Una personalità che rifugge lo scontro, “il paciere della comitiva”, magari un po’ sbadato tanto da “essere l’ultimo a sapere dei pettegolezzi”. Il ritratto che Taccia dà dell’uomo finito dopo 18 anni nel mirino degli inquirenti. per l’omicidio della sorella di uno dei suoi migliori amici. è molto diverso da quello che ci si può immaginare, se fosse davvero lui il killer. Sempio, figlio di operai, faceva parte di una comitiva di amici benestanti, come la stessa Taccia. “Quando venivano da me in Costa Azzurra, nessuna disco, andavamo al mare o a passeggiare in mezzo alla natura. Il lunedì al mercatino dell’antiquariato. Lui mi chiamava la randagia da divano”, racconta infatti.

UNA VITA ZEN: LO YOGA PER CALMARSI, LA CURA DELLE PIANTE GRASSE, NIENTE TV

Prova poi a descrivere l’Andrea Sempio di oggi, finito sotto i riflettori con l’accusa di omicidio: le sue giornate iniziano di prima mattina per fare meditazione, perché “lo yoga lo aiuta a mantenere la calma”. Quindi, vivendo da solo, si dedica alle faccende di casa, alle “piante grasse che sono il suo amore”. E al lavoro, “se c’è bisogno di stare un’ora in più per aiutare la collega in difficoltà, lo fa volentieri”. Non ha fidanzate, ora non può nemmeno uscire con gli amici “per non metterli in difficoltà”. Vive per lo più in solitudine, leggendo libri, guardando film dal pc perché “non ha la tv”. Ha persino un sogno nel cassetto: “Ama trascorre il tempo in biblioteca e librerie- viene da pensare al ‘famoso’ scontrino del suo alibi- sogna di fare lo scrittore, ha il mito di Emil Cioran”. Insomma, un tipo solitario ma dal buon cuore. E quel foglietto trovato dagli inquirenti in cui dice di ‘aver fatto cose brutte’? Anche su quello l’avvocato ha la versione alternativa a quella degli inquirenti: “Dice che può aver scritto qualcosa di simile perché quando ha le giornate no, non potendosi permettere una terapia, scrive sul diario”. 

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