ROMA – Un atlante geografico-narrativo che va “oltre ogni tentativo riduzionistico” dell’Africa: sarà presentata anche così domenica 4 giugno a Roma la raccolta ‘Non dire che non è il tuo Paese’, con l’intervento in videocollegamento dell’autore nigeriano Nnamdi Oguike e un dibattito a più voci con giornalisti e attivisti sociali.
L’appuntamento, promosso dall’associazione Connect, è presso l’Accoglienza del Buon pastore in via della Lungara 19, a Trastevere. “‘Non dire che non è il tuo Paese’ è un’opera sincretica che racconta l’enorme vastità linguistica dell’Africa, le diversità territoriali di una parte di mondo che necessita, da un punto di vista culturale, di sfondare le barriere della letteratura mainstream” sottolineano gli organizzatori. “Durante l’evento interverrà l’autore in collegamento dalla Nigeria, il quale sarà in dialogo con il pubblico e con i relatori”.
Alla presentazione interverranno Alex Moscetta, coordinatore ed esperto di comunicazione per la Comunità di Sant’Egidio, Vincenzo Giardina, responsabile Esteri dell’agenzia Dire, testata media partner dell’evento, il giornalista Cosimo Graziani e l’antropologa Luana Stinziani. Modererà l’incontro Veronica Otranto Godano, giornalista e volontaria di Connect. Previsto inoltre un contributo della traduttrice Elisa Audino, grazie alla quale il libro è giunto in Italia con Capponi Editore. “La raccolta”, riferiscono gli organizzatori, “tratta temi come l’amore e l’innocenza, il terrorismo e la schiavitù, in un viaggio dove l’umanità si mostra in tutta la sua bellezza e sofferenza”.
Secondo Laura Ghiandoni, presidente di Connect, un’associazione che si occupa di comunicazione sociale a tutela delle minoranze, “il libro di Nnamdi Oguike s’inserisce in questo discorso mostrandoci l’Africa dal punto di vista degli stessi africani, un continente grande, che riserva belle sorprese e importanti segreti”. Moscetta sottolinea inoltre che “accogliere la presentazione di un’opera rappresenta un modo per far capire che le persone, soprattutto i più bisognosi, non vivono solo di pane, ma necessitano anche di cultura e di bellezza”.
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