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La protezione arriva dal cielo: droni e Cosmo-Skymed per il Colosseo

Cosmo-Skymed è una costellazione di satelliti nata dalla collaborazione tra l'Agenzia spaziale italiana e il ministero della Difesa

Pubblicato:29-05-2023 13:47
Ultimo aggiornamento:30-05-2023 13:21

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ROMA – A Roma la grande valle tra Celio, Palatino ed Esquilino custodisce come in uno scrigno il Colosseo. Edificato a partire dal 70 d.C., la celebre e imponente forma ellittica dell’Anfiteatro Flavio non basta a opporre resistenza non solo al passare del tempo, ma anche ai cambiamenti climatici. Il Colosseo e il suo Parco archeologico vanno curati. Adesso se ne occupano anche satelliti e droni. è di venerdì la presentazione del System for the Protection and Education of Archaeological Heritage (SyPEAH), una web app predisposta per la salvaguardia del Parco Archeologico del Colosseo sviluppata in collaborazione con l’Agenzia Spaziale Italiana. In sostanza, il nuovo sistema multidisciplinare e multisistemico si occupa del monitoraggio del Colosseo, allo scopo di programmare un’efficace attività di conservazione preventiva e di manutenzione programmata per impedire danni importanti.

Il sistema si basa su tecnologie come il telerilevamento, l’utilizzo di dati satellitari e i droni, spiega all’Agenzia Dire la responsabile dell’Ufficio Monitoraggio aree archeologiche e monumenti del Parco archeologico del Colosseo e Responsabile del Foro Romano, Irma Della Giovampaola. “Con SyPHEA il Parco si è voluto dotare di una web APP che costituisce soprattutto un supporto decisionale all’attività di manutenzione di tutela che svolgiamo quotidianamente su un’area archeologica molto vasta e molto complessa, sia per la tipologia dei monumenti sia per la differenziazione dei materiali che sono presenti nell’aria. SyPHEA è quindi una web App che consente di gestire tutte le informazioni che abbiamo ritenuto essere essenziali per il monitoraggio, che fondamentalmente è uno strumento di conoscenza dello stato di conservazione dei monumenti. I dati che abbiamo ritenuto necessari sono i dati che provengono dall’analisi satellitare, dalla sensoristica, i dati schedografici e quindi anche storico archivistici, i dati geologici, perché ovviamente anche il suolo interagisce con la conservazione di un monumento, e i dati della vegetazione infestante. Tutto questo comporta la necessità di adottare e attuare delle strategie di adattamento che possono consentire di rispondere in modo adeguato alle mutate esigenze attuali ma pensando anche al futuro. Il sistema si avvale di tecnologie note, come appunto i satelliti o la sensoristica, però in un modo del tutto innovativo: con un approccio che vuole essere finalizzato alla manutenzione e alla tutela della salvaguardia del patrimonio e volto proprio a contrastare tutti quei fenomeni di degrado che possono essere accelerati dei cambiamenti climatici”.

“Presentiamo il progetto dedicato alla protezione di tutto il patrimonio monumentale e anche del verde del Parco archeologico del Colosseo- ha spiegato all’Agenzia Dire la direttrice del Parco Archeologico, Alfonsina Russo– Su questo progetto stiamo lavorando fin dal momento dell’istituzione del Parco, quindi dal 2018. Lo stiamo facendo in collaborazione con importanti istituti come l’Agenzia Spaziale Italiana, l’Istituto nazionale di geologia e vulcanologia e tanti altri rappresentanti di quelle istituzioni che si dedicano ai sistemi di protezione e conservazione del patrimonio. Quello che presentiamo è un sistema multidisciplinare ed è un progetto plurisistemico per il monitoraggio sia da satellite sia da terra, anche con l’ausilio delle più moderne tecnologie come i droni. L’obiettivo è riuscire a definire un metodo che possa essere utile anche per altri istituti del ministero della Cultura e per la cura e la conservazione del patrimonio, anche in collegamento con i cambiamenti climatici, basta vedere quello che purtroppo è successo con l’evento catastrofico di questi giorni in Emilia Romagna“.


Il monitoraggio satellitare, mediante le acquisizioni programmate dalla missione Asi-Ministero della Difesa Cosmo-SkyMed, consentirà di predisporre i cronoprogrammi degli interventi necessari per garantire una gestione sostenibile dell’area. Proprio gli occhi di Cosmo-Skymed consentono di fornire una vista esatta del Colosseo una volta ogni sedici giorni. L’Agenzia Dire ne ha parlato con Maria Virelli, manager di missione di Cosmo-Skymed per l’Agenzia spaziale italiana (Asi). “Ormai è dagli anni 80 che vengono utilizzati i dati satellitari per il monitoraggio dei beni culturali- spiega Virelli ai microfoni dell’Agenzia Dire- L’approccio è osservare ampie aree con immagini satellitari, sempre però utilizzando anche osservazioni a terra.

Il dato satellitare è un alert che può essere utilizzato anche per monitorare sia il bene culturale, ma anche per programmare gli interventi di manutenzione. Tramite tantissimi archivi che attualmente sono disponibili di dati satellitari, è possibile effettuare anche analisi storiche, ma non solo: si possono fare anche analisi aggiornate rispetto agli ultimi dati acquisiti, visto che ci sono attualmente molti satelliti che acquisiscono. Uno tra questi è il satellite Cosmo-Skymed dell’Agenzia spaziale italiana, con il quale monitoriamo tutto il territorio italiano, quindi anche il parco archeologico del Colosseo, e forniamo ogni 16 giorni un’immagine nuova acquisita. L’agenzia Spaziale Italiana dal 2018 è entrata a far parte del tavolo tecnico del monitoraggio del parco archeologico del Colosseo e abbiamo fornito i dati satellitari acquisiti dai satelliti di Cosmo-Skymed. Sul parco sono state fatte analisi di interferometria differenziale e tramite queste abbiamo fatto un monitoraggio sulle strutture del Parco e anche sul Colosseo”.

LA MISSIONE COSMO-SKYMED

Cosmo-Skymed è una costellazione di satelliti nata dalla collaborazione tra l’Agenzia spaziale italiana e il ministero della Difesa, la prima concepita per scopi duali, cioè sia militari che civili. I suoi satelliti, arrivati alla seconda generazione, sono dotati di radar ad apertura sintetica (SAR) che lavorano in banda X, in grado, quindi,di guardare la Terra di giorno e di notte, anche attraverso le nuvole, aiutando a prevedere catastrofi naturali come le frane e coadiuvando il coordinamento in caso di terremoti, alluvioni o incendi.

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