NEWS:

L’allarme di Visco: “Aumenteranno debito pubblico e disuguaglianze, riforma tasse per fermare evasione”

Il governatore della Banca d'Italia, nelle Considerazioni finali. lancia l'allarme per il futuro: "Bisogna predisporre, da subito, le condizioni per il recupero di quanto si è perso"

Pubblicato:29-05-2020 09:57
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 18:24

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – “Le famiglie che prima dell’emergenza sanitaria erano nel quinto più basso della distribuzione, la riduzione del reddito sarebbe stata due volte più ampia di quella subita dalle famiglie appartenenti al quinto più elevato”. E’ quanto emerge dalle valutazioni della Banca d’Italia, contenute nella relazione annuale diffusa insieme alle Considerazioni finali del governatore in occasione dell’assemblea.

“Nel primo trimestre del 2020 la disuguaglianza della distribuzione del reddito netto equivalente da lavoro, misurata dall’indice di Gini per i nuclei con capofamiglia di età inferiore ai 64 anni e in cui non si percepiscono redditi da pensione (il 58 per cento del totale), sarebbe aumentata di circa due punti percentuali al 37 per cento, toccando il valore massimo dal 2009, anno di inizio della serie storica utilizzata”, si legge.

“FORTE INCERTEZZA, RISCHIO OCCUPAZIONE E DISAGIO SOCIALE”

“L’incertezza oggi è forte; riguarda non solo l’evoluzione della pandemia ma anche gli effetti sui nostri comportamenti, sulle abitudini di consumo, sulle decisioni di risparmio. Ci si chiede quali nuovi bisogni si affermeranno e quali consuetudini saranno definitivamente superate. E ci si interroga sulle possibili conseguenze, oltre il breve periodo, per l’organizzazione della società e dell’attività produttiva”, dice ancora Visco.


“Nei prossimi mesi il recupero della domanda avverrà con lentezza. Bisognerà evitare comportamenti imprudenti e mantenere alta l’attenzione per evitare che tornino a salire le probabilità di contagio. Il sistema produttivo dovrà garantire condizioni di sicurezza nei luoghi di lavoro e far fronte a cambiamenti nelle catene globali del valore; l’offerta sarà riqualificata per soddisfare le mutate esigenze della clientela; saranno rivisti i programmi di investimento. Durante questa transizione- sottolinea Visco- potrà ridursi l’occupazione e potranno protrarsi le situazioni di sospensione dal lavoro; ne saranno frenati i consumi, che risentiranno anche del possibile aumento del risparmio precauzionale dovuto ai timori sulle prospettive, non solo economiche. Potrà crescere il disagio sociale; le misure di bilancio mirano a contenerlo”, conclude.

“AUMENTERANNO DEBITO PUBBLICO E DISUGUAGLIANZE”

“Per affrontare tanta incertezza è cruciale, oggi ancora più di prima, che siano rapidamente colmati i ritardi e superati i vincoli già identificati da tempo”, dice ancora Visco. “Oggi più di prima, perché una cosa è sicura: finita la pandemia avremo livelli di debito pubblico e privato molto più alti e un aumento delle disuguaglianze, non solo di natura economica. Solo consolidando le basi da cui ripartire sarà possibile superare con successo le sfide che dovremo affrontare”, sottolinea.

“Sarà essenziale mettere bene a frutto le risorse mobilitate per superare le difficoltà più gravi, predisporre, da subito, le condizioni per il recupero di quanto si è perso, usare bene il progresso tecnologico per tornare a uno sviluppo più equilibrato e sostenibile, che generi occupazione e consenta anche di ridurre, con la necessaria gradualità ma senza timori, il peso del debito pubblico sull’economia”.

VISCO: “LAVORO DIFESO DALLA CIG, SUL MERCATO -300 MILA UNITÀ”

“La recessione avrà significative ripercussioni sul mercato del lavoro. Rispetto ad altri paesi gli effetti sull’occupazione sono contenuti in Italia dalla sospensione dei licenziamenti e dall’ampio ricorso alla Cassa integrazione guadagni, che ha finora coinvolto circa sette milioni di lavoratori, quasi la metà dell’occupazione privata alle dipendenze”, dice Visco, nelle Considerazioni finali. “La partecipazione al mercato del lavoro è caduta di quasi 300.000 unità, scoraggiata dal peggioramento delle prospettive economiche e dalle limitazioni alla mobilità e alle attività produttive che persistono in alcuni settori. In queste condizioni il tasso di disoccupazione (sceso in marzo all’8,4 per cento, quasi un punto in meno rispetto a febbraio) restituisce un’immagine molto attenuata del reale impatto dell’epidemia”, sottolinea.

“EVASIONE AUMENTA PESO TASSE, SERVE RIFORMA PROFONDA”

“Ciò che soprattutto ci differenzia dalle altre economie avanzate è l’incidenza dell’economia sommersa e dell’evasione, che si traduce in una pressione fiscale effettiva troppo elevata per quanti rispettano pienamente le regole. Le ingiustizie e i profondi effetti distorsivi che ne derivano si riverberano sulla capacità di crescere e di innovare delle imprese; generano rendite a scapito dell’efficienza del sistema produttivo”, osserva Visco.

Un profondo ripensamento della struttura della tassazione, che tenga anche conto del rinnovamento del sistema di protezione sociale, deve porsi l’obiettivo di ricomporre il carico fiscale a beneficio dei fattori produttivi”.

“CALO SPREAD CONFORTANTE MA ANCORA TROPPO ALTO”

“Le misure adottate hanno contribuito ad allentare le tensioni sui mercati finanziari, che hanno comunque determinato un aumento dei tassi di interesse in tutti i paesi, più accentuato in Italia. Il differenziale tra il rendimento sui titoli di Stato decennali italiani e quello sui corrispondenti titoli tedeschi, che era stato inferiore a 140 punti base per gran parte del mese di febbraio, è cresciuto rapidamente fino a circa 300 punti verso la metà di marzo; era ieri pari a 185 punti. La sua discesa nelle ultime settimane è confortante; riflette l’azione della politica monetaria e le iniziative europee per il sostegno dell’attività produttiva e il lavoro e per il rilancio degli investimenti”, afferma il governatore della Banca d’Italia. “Ma il differenziale è ancora quasi il doppio di quelli di Spagna e Portogallo, su valori che non trovano giustificazione nei fondamentali della nostra economia, che pure sono da consolidare e sui quali dobbiamo costruire”.

VISCO CITA KEYNES: “CORONAVIRUS NON È UNA GUERRA, OCCASIONE PER RIFORME”

“Lo sconvolgimento causato dalla pandemia ha natura diversa da quello di una guerra mondiale ed è arduo confrontarne gli effetti. Possiamo partire però da un pensiero maturato proprio immaginando come si sarebbe potuto gestire una grande guerra. Ottant’anni fa John Maynard Keynes scriveva: ‘la migliore garanzia di una conclusione rapida è un piano che consenta di resistere a lungo…un piano concepito in uno spirito di giustizia sociale, un piano che utilizzi un periodo di sacrifici generali’ – verrebbe da dire, come quelli di questi nostri giorni – ‘non come giustificazione per rinviare riforme desiderabili, ma come un’occasione per procedere più avanti di quanto si sia fatto finora verso una riduzione delle disuguaglianze’”, dice Visco, nelle Considerazioni finali.

“NON BASTA LA SPESA PUBBLICA PER COLMARE RITARDI”

“I ritardi rispetto alle economie più avanzate non possono essere colmati con un aumento della spesa pubblica se non se ne accresce l’efficacia e se non si interviene sulla struttura dell’economia. L’azione della politica monetaria, che pure resterà a lungo straordinariamente accomodante, non potrà sostituirsi agli interventi necessari per innalzare il potenziale di crescita”, osserva ancora Visco.

“EUROBOND PER RIPRESA PRIMO PASSO VERSO UNIONE BILANCIO”

“L’importanza della recente proposta della Commissione non sta nella sostituzione di un prestito con un trasferimento, ma nell’assunzione collettiva di responsabilità per il finanziamento della ripresa: sarebbe il primo passo verso un’unione di bilancio e il completamento del disegno europeo”, dice Visco, nelle Considerazioni finali.

“Abbracciare con convinzione questa idea, per disegnarla compiutamente e pianificarne l’attuazione, è una necessità non derogabile. Un impegno unitario è nell’interesse di tutti: le drammatiche circostanze di oggi rafforzano le ragioni dello stare insieme, spingono a perseguire un progetto che mobiliti risorse a sostegno di una crescita inclusiva e sostenibile”, sottolinea.

“SERVE NUOVO CONTRATTO SOCIALE TRA GOVERNO, IMPRESE E FAMIGLIE”

“Serve un nuovo rapporto tra Governo, imprese dell’economia reale e della finanza, istituzioni, società civile; possiamo non chiamarlo, come pure è stato suggerito, bisogno di un nuovo ‘contratto sociale’, ma anche in questa prospettiva serve procedere a un confronto ordinato e dar vita a un dialogo costruttivo”. Così il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nelle Considerazioni finali all’assemblea di Palazzo Koch.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it