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Veneto, Zaia riapre il punto nascite di Portogruaro

L'attività di questa struttura era stata sospesa dal 2015 per "una grave carenza di personale"

Pubblicato:29-05-2017 15:07
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

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VENEZIA – “Su questo reparto sono state fatte chiacchiere scandalose, raccontando alla gente che sarebbe stato chiuso per sempre. Oggi siamo qui a riaprirlo, come promesso, con un primario, sette ginecologi, 12 ostetriche e quattro pediatri, dotazioni tecnologiche su standard internazionali e la guardia anestesiologica h24, che prima non c’era”. Così il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, riaprendo questa mattina il punto nascite dell’ospedale di Portogruaro, provincia di Venezia, la cui attività era stata sospesa nel 2015 per “una grave carenza di personale“. Da quel momento, “mentre troppe bocche parlavano a vanvera sono stati fatti sei concorsi, 17 scorrimenti di graduatoria e 90 raccomandate a singoli specialisti per ingaggiarli”. Ora che il punto nascite è riaperto l’obiettivo sarà di “ritornare in fretta ai 700 parti del 2011, a recuperare la mobilità verso il Friuli e a riaprire l’attrazione dalla vicina regione”.

Anche perché molti servizi aggiuntivi saranno forniti “grazie al lavoro in rete con l’ospedale di San Donà e con gli Hub più grandi”. La struttura è dotata di “una modernissima sala parto, di dieci culle per i neonati, due incubatrici e dieci posti letto di ostetricia”. Riaprire il punto nascite è stata “una scelta coraggiosa della sanità veneta“, visto “il diktat di un Governo nazionale che impone di chiudere tutti i punti nascita con meno di 500 parti l’anno”, a cui la Regione ha risposto con una classificazione che garantisce la sicurezza delle strutture venete, perlomeno per i parti con decorso mediamente normale, che sono il 99% dei circa 44 mila parti che avvengono ogni anno in Veneto. Il problema, semmai, è il sistema di selezione e formazione universitaria nazionale il medicina, conclude Zaia, evidenziando che “a Portogruaro, ma non solo qui, siamo stati costretti ad una vera e propria caccia alle professionalità necessarie”.

di Fabrizio Tommasini, giornalista


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