NEWS:

Vitale (Ance): “In Campania 500 Comuni non hanno il Puc”

Il presidente di Ance Campania fa il punto con l'agenzia DIRE sulla situazione della regione

Pubblicato:29-05-2017 12:09
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:16

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

NAPOLI – “In Campania abbiamo un patrimonio edilizio ormai molto vetusto: solo il 4% degli edifici è stato costruito dopo l’anno 2000. Parliamo di un patrimonio che sismicamente molto spesso non è adeguato“. A lanciare l’allarme è Gennaro Vitale, presidente di Ance Campania, intervistato dall’agenzia DIRE.

La soluzione indicata da Vitale è “tirare fuori delle agevolazioni che consentono al privato di investire” insieme a dei progetti di pianificazione urbana “che facilitino da un punto di vista amministrativo le iniziative sul territorio”.


Da un’indagine dell’Ance si evince però che in Campania “solo pochissimi comuni, circa 50 su 550 – spiega – si sono dotati del Puc (Piano Urbanistico Comunale). Adesso stiamo portando avanti un censimento proprio per fare la fotografia della strumentazione urbanistica vigente in Campania. Riteniamo che investire nella progettazione significhi attirare investimenti sul nostro territorio”.


Il settore delle costruzioni, fotografa l’Ance, è in un periodo di grande crisi “da 9 anni – racconta Vitale – abbiamo perso oltre 50mila posti di lavoro e oltre 5200 imprese hanno chiuso. C’è la necessità di forti azioni politiche a sostegno del settore e ultimamente proprio il presidente Vincenzo De Luca si è reso conto della carenza di progetti sul nostro territorio e quindi della grandi difficoltà di spendere i fondi del programma comunitario 2014-2020″. Vitale ricorda come la Regione abbia emanato il bando del Fondo Rotativo della progettazione “in tal modo – assicura – sono stati selezionati 204 progetti che a breve andranno a gara: si auspica che tra il 2018 e inizio 2019 finalmente si apriranno i cantieri della programmazione comunitaria”.

Rispetto al rapporto con la Regione Campania, Vitale annuncia un protocollo siglato con l’ente di palazzo Santa Lucia “per fornire a tutte le imprese della regione i dati pluviometrici. Così – sottolinea – tutte le domande che verranno presentate all’Inps per la cassa integrazione dovranno essere corredate da questi dati. E’ uno dei servizi che noi come Associazione costruttori forniamo alle imprese e che sicuramente faciliterà l’accesso a questo sostegno che il governo mette a disposizione”.

IN PERIFERIA VALORE IMMOBILI IN CALO DA 10 ANNI

“Da un recente studio realizzato con Scenari Immobiliari abbiamo osservato come i valori di mercato degli immobili delle nostre periferie continuino a essere in calo ormai da circa un decennio”, spiega Vitale.


Guardando alla sola città di Napoli, nella zona orientale l’offerta media è di 1500 euro al metro quadro, alla Sanità di 1584 e a Scampia di 1680, a fronte di un’offerta di 5200 euro al metro quadro per Posillipo e di 4730 a Chiaia. Un trend che per l’Ance non riguarda solo il capoluogo ma tutta la Campania.

“E’ chiaro – spiega Vitale – che quando i valori di mercato diminuiscono sempre di più abbiamo il rischio che queste periferie rimangano sempre di più abbandonate con il conseguente problema della desertificazione di questi quartieri”.

Alla luce di questi dati, il presidente dell’Ance definisce la situazione delle periferie nei capoluoghi campani e a Napoli “molto grave perché – suggerisce – queste periferie si stanno sempre di più emarginando dal resto della città. E’ necessario creare delle azioni di pianificazione urbana per riammagliare le nostre periferie al resto della città: servono degli interventi di progettazione, di riqualificazione dei piani urbanistici per il recupero di questi quartieri”. Ma non basta.

“Pensiamo alle Vele di Scampia il cui abbattimento – dice Vitale – ormai era un’opera indispensabile. Ma c’è la necessità di creare degli attrattori come il dipartimento universitario di Medicina che si dovrebbe insediare lì e ne occorrono degli altri perché il quartiere inizi a essere vivo. Noto, in particolare, una carenza di impianti sportivi nelle periferie e allora è chiaro che se riusciamo in un quartiere a creare delle cittadelle sportive abbiamo la possibilità di creare un flusso di cittadini che si spostano da un quartiere all’altro”.

 A BAGNOLI SPAZIO PER MIGLIAIA LAVORATORI E DECINE IMPRESE

Bagnoli oggi è una delle grandi potenzialità di Napoli insieme anche all’area di Napoli est. Lì sicuramente si possono creare migliaia di posti di lavoro e potrebbero lavorare decine e decine di imprese, non solo nel settore delle costruzioni ma anche nel settore dei servizi”. E’ l’auspicio di Gennaro Vitale, presidente dell’Ance Campania, sulla bonifica e rigenerazione urbana di Bagnoli.


“Quando verrà completata la caratterizzazione e la bonifica – spiega – bisognerà capire quali saranno le destinazioni d’uso compatibili con la caratterizzazione. Soltanto in un momento successivo si potrà immaginare quale potrà essere lo sviluppo di Bagnoli. E’ chiaro che la collaborazione è fondamentale proprio in una materia come quella della pianificazione del territorio dove si inseriscono sia Regione Campania che Comune che governo. La collaborazione è il primo passo per generare affidabilità negli investitori”. Di fronte a un “quadro normativo incerto – aggiunge Vitale – è chiaro che gli investitori vanno altrove, dove hanno certezza dei tempi. Questo, oggi, è uno dei grossi problemi non solo della città di Napoli o della Regione Campania ma di tutta la nostra nazione”.

“VARARE PIANO DI SOSTITUZIONE EDILIZIA”

“Bisognerebbe varare un piano di sostituzione edilizia con l’abbattimento delle scuole che non hanno nessun valore storico e monumentale da sostituire con nuovi complessi scolastici dotati di nuovi servizi, cercando anche di creare dei distretti scolastici, come avviene in tutto il resto del mondo”, spiega.


Vitale ritiene che quella dell’edilizia scolastica sia “una questione centrale del nostro Paese. Molti edifici scolastici – sottolinea – oggi richiedono una messa in sicurezza sia dal punto di vista sismico che da quello impiantistico. Per fare tutto ciò c’è bisogno di risorse che in parte il governo ha stanziato ma è chiaro che quando si interviene su immobili vecchi di 45 anni le problematiche emergono magari di anno in anno. Molto spesso si pensa di aver risolto un problema anche se non è così”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it