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‘Firenze Sotto Vetro’, il social film che racconta il lockdown

Il lungometraggio è stato realizzato grazie ai contributi video inviati da tutti i cittadini. Gli utili e una parte dell'incasso andranno a sostegno dei lavoratori dello spettacolo

Pubblicato:29-04-2021 15:28
Ultimo aggiornamento:29-04-2021 15:29
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Firenze ponte
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FIRENZE – C’è la città completamente deserta, la vita dai balconi (anche con la tombolata tra i vicini), lacrime di paura, camici bianchi e bambini sicuri che il Covid non la spunterà perché “vincono i dottori”. Voci e immagini protagoniste dei video che compongono il social film ‘Firenze Sotto Vetro’ diretto da Pablo Benedetti e Federico Micali, prodotto da Malandrino Film e 011Films con il patrocinio del Comune di Firenze come partner istituzionale. Uscirà in sala dal 6 all’11 maggio, al cinema La Compagnia. E si tratta di un film no profit: gli utili e una parte dell’incasso andranno a sostegno dei lavoratori dello spettacolo attraverso un bando di produzione che sarà pubblicato da Malandrino Film entro dicembre 2021. Il social film- un’idea dei due registi lanciata durante i primi giorni del lockdown nel 2020- è stato realizzato grazie ai contribuiti video inviati da tutta la città “con l’obiettivo di poter raccontare un momento straordinario”, capace di “mettere insieme i diversi punti di vista di chi si è trovato improvvisamente isolato in casa ma connesso a distanza, insieme a quello di lavoratori alieni in una Firenze deserta”, si spiega.

Ne esce una città come nessuno l’aveva mai vista. Svuotata, silenziosa e irriconoscibile. Le file interminabili davanti ai supermercati, la scoperta delle mascherine, i canti liberatori dal balcone. E poi di colpo l’ironia, la solidarietà, la voglia di non arrendersi e di combattere con la sagacia tipica della città. E ancora le testimonianze di medici, infermieri, tassisti, cuochi, insegnanti, lavoratori essenziali o meno, in smartworking. Un puzzle realizzato grazie alle riprese degli smartphone (oltre 1.600 quelli arrivati), dove anche le eventuali inquadrature mosse sono state compensate dalla potenza delle immagini e dalla forza dei racconti.

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