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In Emilia-Romagna le donne sono “scoraggiate”: una su tre non lavora e non cerca

I dati dell'Agenzia regionale per il lavoro parlano chiaro: negli ultimi cinque anni il tasso di inattività delle donne si aggira intorno al 33,3%-34,3%, mentre quello maschile oscilla tra il 19,5 e il 20,8%

Pubblicato:29-04-2021 12:54
Ultimo aggiornamento:29-04-2021 12:54

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BOLOGNA – In Emilia-Romagna negli ultimi cinque un terzo delle donne risulta “stabilmente inattivo”. Cioè sono “scoraggiate” e non cercano un’occupazione. È il quadro che emerge dai dati dell’Agenzia regionale per il lavoro, di cui oggi è stato presentato in commissione in Regione il piano attività 2021, dopo l’approvazione in Giunta. Nel periodo che va dal 2015 al 2020, dunque, il tasso di inattività delle donne in media si è aggirato intorno al 33,3%-34,3%. Questo significa che “stabilmente è inattivo un terzo della componente femminile del mercato del lavoro”, spiega la Regione, a fronte di un dato maschile che invece oscilla tra il 19,5 e il 20,8%. “Osservando le condizioni di genere- sottolinea la Regione- è il tasso di inattività che consente di rilevare il fenomeno delle persone ‘scoraggiate'”.

A fine 2020, inoltre, in Emilia-Romagna il tasso di occupazione femminile era pari al 62,1% mentre quello maschile era del 74,7%. Quello di disoccupazione, invece, per le donne era pari al 7,1% mentre per gli uomini era al 5,2%. La lotta al divario di genere è uno degli ambiti di attività su cui si concentrerà l’Agenzia regionale per il lavoro, per la quale nel piano 2021 la Giunta Bonaccini ha previsto un “potenziamento e rafforzamento della struttura”, in modo da “migliorare la qualità e la diffusione sul territorio dei servizi erogati”.

L’Agenzia regionale per il lavoro conta oggi circa 600 dipendenti che, grazie ai concorsi avviati l’anno scorso dalla Regione, arriveranno a 938 persone. Lo scorso anno sono stati erogati in Emilia-Romagna servizi a circa 200.000 utenti. Nel 2020 più di 23.000 persone sono state prese in carico in attuazione delle norme sul reddito di cittadinanza. Ai servizi di collocamento inoltre si rivolgono ogni anno tra le sei e novemila persone con disabilità. È suddivisa in 38 centri per l’Impiego e nove uffici per il collocamento mirato di lavoratori fragili. Inoltre si avvale della collaborazione di 85 soggetti accreditati, presenti con 500 sedi in tutto il territorio regionale.


“Quella che si profila è un’Agenzia di comunità, che individua e attiva reti territoriali con cui collabora per trasformare le attuali situazioni di crisi in azioni per la ripartenza- spiega l’assessore regionale al Lavoro, Vincenzo Colla– la prospettiva è di un’uscita dalla situazione attuale non ponendo solo rimedi agli effetti della pandemia, ma trasformando questa crisi senza precedenti in occasione per ripensare il lavoro, promuovendone la qualità. È in questo quadro che si colloca il Piano 2021 che vedrà l’Agenzia svolgere anche il ruolo di soggetto che promuove l’occupazione di qualità, anche attraverso la transizione digitale ed economica prevista dal Next Generation EU”. L’Agenzia regionale per il lavoro “è solida, diffusa e integrata- continua Colla- in grado di costituire una risorsa per un territorio dove alle debolezze già presenti, la pandemia ha aggiunto nuove difficoltà per superare le quali è necessario un approccio sistemico, che miri a rimuovere in modo sinergico gli ostacoli a una occupazione di qualità anche per le donne”.

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