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Università, Emiliano: “500 milioni per la ricerca e l’innovazione”

BARI - “Quando il magnifico rettore ha parlato

Pubblicato:29-04-2016 15:17
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:39

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Michele_Emiliano (700 x 467)BARI – “Quando il magnifico rettore ha parlato del grande contributo che il Politecnico dà all’idea dello sviluppo sostenibile, sappiamo che questa è una radicata convinzione, che noi vogliamo sostenere. Con senso del limite, consapevoli che se non ci sono sufficienti finanziamenti per i nostri ricercatori – che forse altri avrebbero dovuto mettere a disposizione al Politecnico di Bari – è evidente, e non c’è alternativa, che dobbiamo prendere nostre risorse per consentire loro di fare ricerca“. Così il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano è intervenendo questa mattina all’inaugurazione dell’anno accademico del Politecnico di Bari.

   “Future in research- prosegue Emiliano- continuerà, così come i Cluster tecnologici regionali per l’innovazione: abbiamo deciso di investire 500 milioni di euro per il settennio nei programmi a sostegno della ricerca applicata e dell’innovazione. Si tratta di una delle ragioni per le quali mi sentite ogni tanto battere i piedi. La Puglia ha acquisito prestigio in questi anni, grazie anche a chi mi ha preceduto, è una delle poche regioni del Mezzogiorno che può tentare ciò che ad altri non viene neanche consentito.
È un compito pesantissimo- ricorda il presidente pugliese- dover ricordare che le Università del Mezzogiorno sono fortemente pregiudicate dalle normative attuali rispetto a quelle del Nord. E ricordare che fondi per sviluppo e coesione per 54 miliardi in teoria, scesi poi a 38 e adesso a 12,9 sono tutte risorse che vengono sottratte anche agli ambiti di cui stiamo parlando oggi, decisivi per il futuro della regione e del Paese. Rimaniamo convinti che uno sviluppo economico equilibrato, senza delta tra Nord e Sud, darebbe vantaggi all’Italia intera, non solo al Mezzogiorno”.
“Stiamo conducendo- aggiunge Emiliano- un lavoro comune sul distretto biomedico, consapevoli che i sistemi sanitari del Mezzogiorno sono sottofinanziati rispetto a quelli del Nord – a parità di abitanti – per miliardi di euro. L’unica nostra possibilità è la tecnologia e l’innovazione, è portare il più possibile l’ospedale nelle case di chi ha bisogno, limitare le spese che possono essere evitate attraverso la telemedicina, abbassare i costi delle prestazioni con attrezzature che possono essere brevettate e realizzate anche qui alimentando un circuito virtuoso”.

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