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Italicum, alla Camera passa il voto di fiducia. Approvazione entro pochi giorni

Il Governo ha incassato la prima fiducia

Pubblicato:29-04-2015 15:35
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 20:17

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aula montecitorio battagliaIl Governo ha incassato la prima fiducia della Camera posta sull’articolo 1 della riforma elettorale. I si sono stati 352, i no 207, gli astenuti uno. Entro qualche giorno, dunque, l’Italicum dovrebbe arrivare all’approvazione definitiva.

“Dal punto di vista dei numeri è una giornata importante, la seconda miglior fiducia del Governo- ha commentato poco dopo il voto Lorenzo Guerini, vicesegretario del Pd– Rispetto a un passaggio complesso per il Pd abbiamo mostrato una tenuta importante e una compattezza significativa, dopo di che c’è un lavoro politico da fare, di confronto nel Pd e nel gruppo parlamentare, e lo faremo”.

A chi gli chiede se non tema che nel voto segreto sul testo finale, i 352 voti di maggioranza possano diminuire, Guerini ha risposto che “oggi c’è stato un passaggio importante. Lavoreremo nei prossimi giorni. Ci sono dei giorni per confrontarsi e lo faremo”.


Fonti di area riformista spiegano, invece, che sono 40 i deputati del Pd che non hanno votato la fiducia sull’italicum.

“Sono soddisfatta, siamo in linea con gli altri voti di fiducia” quando “il voto più alto era stato di 354 favorevoli. Ovviamente è solo il primo passo” ha commentato invece la ministra delle Riforme, Maria Elena Boschi, lasciando l’aula della Camera dopo il primo voto di fiducia sull’Italicum.

Di “costituzione calpestata e parlamento umiliato” parlano i grillini per bocca di Carla Ruocco che poi ha aggiunto: “Italicum continua. Spero che il nostro Presidente si esprima al più presto!”

Ecco i nomi dei 38 deputati della minoranza del Pd che non hanno partecipato al voto sulla fiducia alla legge elettorale messa dal Governo.  Eleonora Cimbro, Pippo Civati, Gianni Cuperlo, Alfredo D’Attorre, Guglielmo Epifani, Marilena Fabbri, Stefano Fassina, Gianni Farina, Vincenzo Folino, Paolo Fontanelli, Filippo Fossati, Carlo Galli, Andrea Giorgis, Maria Luisa Gnecchi, Monica Gregori, Francesco La Forgia, Enrico Letta, Danilo Leva, Patrizia Maestri, Gianna Malisani, Marco Meloni, Margherita Miotto, Michele Mognato, Delia Murer, Giorgio Piccolo, Barbara Pollastrini, Roberto Speranza, Nico Stumpo, Guglielmo Vaccaro, Giuseppe Zappulla, Davide Zoggia, Roberta Agostini, Tea Albini, Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi, Bruno Bossio, Vincenza Luisa Bossa, Angelo Capodicasa.

“Dentro il Pd è rinato l’Ulivo. La virtù ulivista, non la tentazione ulivista, mai sopita” ha detto atal proposito la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi. “La fiducia- ha aggiunto- è stato un atto di prepotenza che tradisce la debolezza di chi l’ha posta, non la sua forza. E’ un precedente molto pericoloso, un primo precedente, perché quello del 1953 a cui sovente si fa riferimento, fu accompagnato da una dichiarazione del presidente della Camera che precisava che la fiducia non avrebbe costituito precedente”.

“In 38 nel Pd contro deriva autoritaria @matteorenzi. Forza Italia compatta nel ribadire il ‘no’ ad una cattiva e pericolosa legge elettorale” scrive su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio. Da parte di Forza Italia, ha chiarito, “voto contrario e sofferto, perché è sofferta questa legge elettorale e perché ci avevamo creduto al Patto del Nazareno. Avevamo creduto che le regole del gioco si potessero cambiare insieme, siamo stati imbrogliati, siamo stati ingannati, ma alla fine abbiamo detto di ‘no’. No a Renzi, no alla sua bulimia di potere, no alla distruzione della democrazia nel nostro Paese. E in ogni caso oggi è finito il Partito democratico ma, direi di più, è finita anche la legislatura”.

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