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Meloni scrive alle imprese: “L’Italia ha pagato la mancanza di visione, il nostro programma è ambizioso”

La premier si rivolge alla Confapi in occasione del suo 75esimo anniversario: "La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, società e cultura"

Pubblicato:29-03-2023 12:19
Ultimo aggiornamento:29-03-2023 12:20

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ROMA – Il Governo immagina “linee chiare e strategiche di sviluppo” per contrastare la mancanza di visione degli ultimi decenni. La premier Giorgia Meloni scrive alla Confapi nel 75esimo anniversario della confederazione italiana della piccola e media industria privata e cita “l’obiettivo di rendere l’Italia l’hub energetico d’Europa” ma anche “l’investimento strutturale per difendere il nostro Made in Italy” e ancora “l’impegno per costruire catene di valore più prossime e per rendere le nostre imprese più competitive sui mercati internazionali. È ovviamente un programma ambizioso e gli ostacoli per portarlo avanti non mancheranno. Però noi non abbiamo paura – sottolinea Meloni – Non ci manca il coraggio, non ci manca la visione, non ci manca il rispetto per i cittadini che ci hanno dato il compito di governare questa Nazione“.

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MELONI E I “PATRIOTI DEL LAVORO”

Nel suo messaggio, la presidente del Consiglio scrive: “La piccola impresa è il motore diffuso della nostra economia, della nostra società e della nostra cultura. Dico di più: il mondo che voi rappresentate costituisce l’identità, la tradizione e l’innovazione del tessuto produttivo italiano. Voi siete quelli che a me piace definire ‘i patrioti del lavoro’, perché con i vostri sogni, il vostro ingegno, la vostra creatività contribuite a fare dell’Italia la grande Nazione che è – prosegue Meloni – Voi e i vostri collaboratori siete una parte fondamentale della nostra economia reale, rappresentate la declinazione concreta del legame che unisce impresa, lavoro e territorio”.


La premier conclude: “Difendere l’economia reale vuol dire anche immaginare una politica industriale che metta al centro l’impresa, che sappia guardare non all’orizzonte del prossimo anno o dei prossimi cinque anni, ma a un orizzonte molto più lungo. L’Italia ha già pagato la sua mancanza di visione, la mancanza di visione che abbiamo visto negli ultimi decenni, una mancanza di visione che ha frenato la crescita e reso purtroppo la Nazione dipendente dall’estero in troppi settori”.

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