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Elena Di Cioccio in tv: “Sono sieropositiva, mi sono nascosta per 21 anni ma ora basta”

"Mi sono nascosta per 21 anni ma ora ho fatto pace con questo segreto": la conduttrice ed ex inviata de Le Iene Elena Di Cioccio ha rivelato la difficile convivenza con l'Hiv

Pubblicato:29-03-2023 09:44
Ultimo aggiornamento:29-03-2023 11:57

elena di cioccio
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BOLOGNA – Ha scelto la trasmissione che l’ha lanciata, Le Iene, per rivelare alcuni aspetti della sua vita molto personali e annunciare l’uscita del libro autobiografico in cui si racconta senza veli: Elena Di Cioccio, 48 anni, conduttrice, ha aperto la puntata delle Iene di ieri sera, su Italia 1, con un monologo in cui è messa a nudo e ha rivelato una cosa che finora, ha spiegato, ha tenuto nascosta in tutti i modi per 21 anni: “Sono sieropositiva“. E continua: “È stato come vivere senza un pezzo. Ho vissuto la malattia come se fosse una colpa, avevo timore di essere derisa e giudicata. E a un certo punto ho vissuto due vite: una sotto le luci della ribalta e un’altra distruttiva e depressa. Poi ho capito: io sono tante cose, e sono anche la mia malattia. L’HIV è molto diverso da come ve lo immaginate”. Dopo il monologo mandato in onda in apertura, nel corso della trasmissione a Elena Di Cioccio è stato dedicato un servizio, dove la conduttrice ha raccontato la sua vita con l’Hiv e la scelta, solo ora, di dire questa verità a tutti. “Ora ho fatto pace con questo segreto“, ha detto, spiegando la scelta di parlare con l’obiettivo di veicolare informazioni corrette di questa tematica ancora difficile.

È difficile parlarne perché l’altro può giudicarti. A un certo punto però ho capito di dover rimettere insieme i pezzi, ho iniziato ad affrontare un percorso, che mi ha portato fino a qua”, racconta la conduttrice. “Oggi, pur essendo sieropositiva puoi avere una vita. Starai in trattamento per sempre, questo si perché si tratta di una malattia cronicizzata”. La convivenza con la sieropositività è cominciata tanti anni fa: “Era il 2002, io avevo 26 anni“, racconta commossa. “Anche ora che lo racconto mi risento andare in migliaia di pezzi davanti a quelle parole. Mi ricordo che la reazione fu come se avessi letto la mia data di scadenza, ho pensato: è finita“. Allora, tra l’altro, lo stigma sociale era ancora molto forte, nella mente di tutti c’era ancora lo spot pubblicitario con l’alone viola. Il terrore dell’Aids era ancora molto forte, e di qui una fortissima diffidenza verso i sieropositivi.


Come andare avanti dopo una notizia del genere? “Mi sono sdoppiata in due per andare avanti“, continua la Di Cioccio. “Inizialmente mi sono detta: ora devo fare tutto quello che voglio fare, ma più facevo cose, più all’esterno ero diversa da quella che mi sentivo dentro”. L’accettazione di dover convivere per sempre con l’Hiv è stato lunghissimo. “Sono passata attraverso psicologi, psicoterapeuti, guru, sciamani, yoga. Questa è stata la mia vita”.

Nel libro “Cattivo sangue” (Vallardi) in uscita il 4 aprile, Elena Di Cioccio racconta dell’Hiv ma anche di altre cose private della sua vita, dalla dipendenza dalla cocaina che l’ha accompagnata per un lungo periodo fino alla morte della madre suicida, passando per il tasto dolente della maternità ‘negata’ e per alcune relazioni ‘tossiche’ con uomini aggressivi (e talvolta anche violenti). Alcune anticipazioni sono contenute in un’intervista che Di Cioccio ha rilasciato al Corriere della Sera a firma Chiara Maffoletti. Cosa è lo stigma per un sieropositivo? “Quindici anni fa: mi taglio la mano durante un corso di teatro, esce sangue. Si avvicinano per aiutarmi e io urlo: ‘No, non mi toccate‘. Cavolo che brutto carattere. Oggi la medicina dice che siamo pazienti cronicizzati: in nessun modo io posso contagiare qualcuno. Un sollievo”.

elena di cioccio

Senza giri di parole e senza nascondere la sofferenza, Elena Di Cioccio ha raccontato la dolorosa rinuncia al desiderio di essere madre: “Oggi una donna sieropositiva negativizzata può rimanere incinta. Prima non era così: serviva un passaggio tecnico, pianificare. Fa male”. Molto delicato, poi, il passaggio sulle disgrazie che hanno attraversato la sua famiglia: il fratello che è morto soffocato quando aveva tre anni e poi i disturbi della madre, a cui la conduttrice è stata sempre molto legata, che alla fine è arrivata a togliersi la vita. “Quando è successo, racconta Di CIoccio sul Corriere- in qualche modo ero pronta. Mi ero già detta: arriverà il giorno che lo farà e la mattina in cui ho trovato tutti i messaggi sul telefono ho capito prima di leggerli”.

Della cocaina, sul Corriere della Sera, ha raccontato di essere stata scoperta dalla madre a ‘farsi’: “A un matrimonio sono uscita dal bagno e me la sono trovata davanti: tu che sei su di giri non ti accorgi ma da fuori si vede tutto benissimo. Lei mi ha detto solo: no, anche tu no. Era così spaventata, addolorata e impotente che mi è passata attraverso”.

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