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Con un inverno che ha lasciato l’Italia con 1/3 di pioggia in meno e precipitazioni praticamente dimezzate al Nord è allarme siccità e incendi, favoriti dall’aumento delle temperature. Una situazione aggravata dal deficit idrico, dopo che a febbraio si è verificato un taglio delle precipitazioni che va dal -87% in Piemonte fino al -52% in Veneto, mentre in Toscana ha piovuto il 60% in meno rispetto alla media del periodo nei primi tre mesi del 2022. È l’allarme che lancia Coldiretti per gli incendi e l’assenza di precipitazioni, che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme, con i roghi che si sono sviluppati in boschi ed aree verdi, dalla Lombardia al Veneto, dall’Umbria al Lazio fino in Emilia Romagna. L’Italia brucia con incendi cresciuti del 148% nell’ultimo anno rispetto alla media storica e con il 2022 che è già iniziato con ben 23 roghi, in un inverno pazzo e siccitoso con una temperatura superiore di 0.55 gradi rispetto alla media lungo la Penisola, secondo l’analisi della Coldiretti su dati dello European Forest Fire Information System. Una situazione drammatica spinta dal cambiamento climatico, che favorisce incendi più frequenti e intensi, con un aumento globale di quelli estremi fino al 14% entro il 2030 e del 50% entro la fine del secolo secondo l’Onu. Una situazione devastante con un 2021 che in Italia ha visto ben 150mila ettari di territorio da nord a sud del Paese inceneriti da 659 tempeste di fuoco contro una media storica 2008-2021 di 265 ogni anno. Ma dove non ci sono le fiamme c’è la siccità, una situazione a dir poco allarmante per l’agricoltura italiana, a partire dal Po, in Grande fiume, a un livello così basso che si registra solo in piena estate.
Acqua, terra e combustibili fossili sono stati e sono sempre più spesso causa, occasione o finalità di conflitti armati o di vere e proprie guerre. Ben 434 dispute e conflitti dal 2010 ad oggi sono state scatenati per l’acqua – in particolare in Medio Oriente, India, Pakistan, Corno d’Africa e Africa Centrale – molti altri recenti conflitti hanno invece avuto chiare connessioni, dirette o indirette, con i combustibili fossili – come le guerre in Iraq e Iran o la guerra del Golfo. La stessa tragedia ucraina mostra evidenti connessioni con la questione energetica oltre che sul controllo delle rotte del gas proveniente dalla Russia. In questo quadro, attuare una transizione veloce verso le energie rinnovabili significa investire sulla pace. Lo ricorda il Wwf in occasione della 14ma edizione di Earth Hour, l’Ora della Terra, l’evento globale dell’associazione del Panda che ha coinvolto milioni di persone, insieme a migliaia di città, monumenti e luoghi simbolo, che uniti hanno inviato un messaggio di solidarietà per il futuro delle persone e del Pianeta. In Italia circa 280 comuni hanno aderito ad Earth Hour, e sono state oltre 300 le iniziative, con lo spegnimento di monumenti, palazzi, piazze, strade e altri luoghi simbolo.
Nell’aggiornamento del Piano Industriale 2021-2025 ‘Driving Energy’ con complessivi 10 miliardi di euro di investimenti Terna accelera l’impegno per la transizione ecologica, l’indipendenza energetica e la decarbonizzazione, rafforzando il proprio ruolo di regista del sistema elettrico italiano, in coerenza con gli sfidanti obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima e i target del Green Deal europeo che prevedono l’installazione di circa 60-70 GigaWatt di eolico e fotovoltaico al 2030. Questo significa che la quota del consumo lordo di elettricità coperta dalle fonti green dovrà arrivare al 65% e che sarà necessario accelerare lo sviluppo dei sistemi di accumulo, idroelettrico ed elettrochimico, per una capacità pari a circa 10 GigaWatt entro il 2030. Terna prevede di investire 9,5 miliardi di euro per sviluppare, ammodernare e rafforzare la rete di trasmissione elettrica nazionale, rendendosi abilitatore di un sistema elettrico sempre più articolato, sostenibile e innovativo. Gli interventi sono principalmente legati alla realizzazione di linee ad alta tensione in corrente continua – per risolvere le congestioni di rete, incrementare la capacità di trasporto tra le diverse zone di mercato, integrare pienamente le fonti rinnovabili – e alla costruzione di collegamenti sottomarini in cavo. Continua l’impegno a minimizzare l’impatto visivo e paesaggistico delle infrastrutture elettriche anche attraverso la rimozione nell’arco di Piano di oltre 400 km di linee rese obsolete dai nuovi investimenti di sviluppo della rete. Terna, infine, dedicherà circa 1,2 miliardi di euro di investimenti, dei 10 miliardi di euro complessivi, alla digitalizzazione e all’innovazione per il controllo da remoto delle infrastrutture.
Tredici persone denunciate per reati ambientali, cinque tra impianti di depurazione, vasche di contenimento fanghi e attività produttive inquinanti sequestrati. In 22 siti riscontrati illeciti penali e irregolarità amministrative. Multe per oltre 500.000 euro. Questo l’esito dell’operazione ‘Deep’ svolta dai Carabinieri forestali in tre province calabresi, Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia che ha visto in azione le squadre operative Cacciatori di Calabria e il nucleo elicotteri, con l’Arpacal e la stazione zoologica Anton Dohrn. L’operazione è scattata visto l’aumento dell’inquinamento delle acque fluviali e marine nell’alto Tirreno calabrese. In provincia di Vibo Valentia sequestrati due siti di depurazione, in altri sei impianti riscontrate violazioni di carattere penale per il mancato smaltimento dei fanghi. Nel catanzarese denunciato il titolare di un’azienda di smaltimento di rifiuti e inerti, sequestrata la vasca di contenimento dei fanghi. Sempre in provincia di Catanzaro sequestrato un depuratore per il malfunzionamento delle linee di depurazione e gestione non conforme. Nel cosentino sequestrato un impianto per sversamento illecito di liquami causato dal malfunzionamento della pompa di sollevamento.
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