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Il Covid e l’eterna lotta tra furbi e fessi

L'editoriale di Nico Perrone per Dire Oggi

Pubblicato:29-03-2021 16:03
Ultimo aggiornamento:29-03-2021 16:03

EMERGENZA CORONAVIRUS, FLASHMOB TRASTEVERE
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ROMA – All’inizio ci trovammo tutti impreparati davanti al virus sconosciuto che partito da lontano in poco tempo cominciò ad ammazzarci in casa nostra. Forse è stata una delle poche volte in cui ci siamo sentiti tutti dei FESSI, degli sciocchi uniti dalla paura, dal non sapere che cosa fare e come reagire al morbo. Chiusi in casa, guardavamo dai balconi e cercavamo la vita, qualcuno suonava e tanti battevano le mani. È passato un anno e la gran parte degli italiani sono tornati FURBI, e ormai non c’è giorno che non si legga delle mille trovate per sfuggire a questa o quella restrizione. Eterna lotta quella tra fessi e furbi. Un tempo, almeno a me sembra, i fessi erano la gran parte: quelli che pagavano il dovuto, che faticavano per studiare e conquistare un posto di lavoro, una casa per metter su famiglia. I fessi, come diceva Giuseppe Prezzolini, “hanno dei principi” i furbi “soltanto dei fini”. E non c’è più storia, se domandi a qualsiasi persona se preferisca esser fesso o furbo su quale sarà la scelta. La vittoria dei furbi, in queste ore, la si può vedere in ogni dove: nelle città, dove nonostante i divieti da zona ‘rossa’, le immagini riportano luoghi affollati; e se falsifichi l’autocertificazione, lo dice il Tar, non è reato. Ma il Paese non si può più fermare, “bisogna aprire tutto il prima possibile, altrimenti si morirà di fame”, urlano alcuni politici che, furbescamente, stanno sia al Governo che all’opposizione. Per non parlare dei vaccini, con le cronache che già registrano numerosissimi casi di furbi in azione. Se poi volgiamo lo sguardo alla politica di casa nostra, a quello che i nostri governanti e partiti stanno facendo, subito emerge che i furbi hanno tutti i colori e che si combattono sia a livello trasversale che dentro lo stesso gruppo di appartenenza. Perché l’italiano è così, non può ammettere che uno sia più furbo di lui. Ed anche la decisione di cambiare i capigruppo Pd in Parlamento viene letta con occhi furbi: non è una gara corretta ma sotto sotto i furbi appoggiano quella… E non fa niente se l’altra, tanto chi se lo ricorda, a suo tempo fu portata alla ribalta con mossa scaltra dai furbi di quel tempo, fieri di nominare ministra una persona che, allora fessa, dichiarava la sua incapacità nel governare. Ciliegina sulla torta, Matteo Renzi, il furbo dei furbi, il più antipopolare che ha fatto fuori il più popolare, che mentre l’Italia è chiusa in zona rossa se ne va negli Emirati a vedere la “rossa” Ferrari, che jella vuole arrivi però sesta. Un tempo qualcuno ci avrebbe spronato ad avere fede nell’intelligenza, che avrebbe alla fine vinto. Ma non è così, perché il furbo, che sta sempre davanti, molte volte se ne frega dell’intelligenza, mentre l’intelligente lo troviamo spesso fesso. Non se ne esce, una società più giusta, più equa, dovrebbe bandire i furbi e premiare i tanti altri, ma chi se la sente di dire: il fesso sono io?

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