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Cercasi volontari per il vaccino italiano ReiThera: l’Emilia-Romagna chiama

Per partecipare alla sperimentazione bisogna essere maggiorenni, in buona salute o con una patologia cronica pregressa stabile. Non può iscriversi chi ha già contratto il Covid

Pubblicato:29-03-2021 15:14
Ultimo aggiornamento:29-03-2021 16:24
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BOLOGNA – Servono volontari per la fase di sperimentazione del vaccino italiano anti-Covid, ReiThera. È l’Emilia-Romagna, che ospita tre dei 26 centri coinvolti a livello nazionale nella ricerca (le Aziende ospedaliero-universitarie di Parma e Ferrara e l’Azienda Usl di Piacenza), a lanciare l’appello. Dopo la conclusione della fase 1, le tre Aziende emiliano-romagnole parteciperanno alla successiva con l’obiettivo di valutare la sicurezza e l’efficacia del prodotto. Lo studio sarà condotto a Parma dall’infettivologo Gabriele Missale (unità operativa Malattie Infettive ed Epatologia dell’ospedale Maggiore), a Ferrara da Marco Libanore (direttore dell’unità operativa di Malattie Infettive dell’azienda ospedaliero-universitaria) e a Piacenza da Mauro Codeluppi (direttore dell’unità operativa complessa di Malattie Infettive dell’azienda Usl). “Anche in questa sperimentazione l’Emilia-Romagna è in prima fila”, commenta l’assessore regionale Raffaele Donini. “Il fatto che tre centri della nostra regione, e tre nostri valenti professionisti, siano stati individuati e coinvolti ci riempie di orgoglio. Allo stesso tempo- prosegue l’assessore- questa nuova opzione di prevenzione contro il Covid, per di più tutta italiana, è un’ulteriore speranza di chiudere i conti definitivamente con questo virus, il più presto possibile. Nel frattempo, continuiamo ad impegnarci al massimo per procedere con i vaccini di cui già disponiamo”.

Alla sperimentazione, informa la Regione, possono partecipare volontari, in buona salute o con una patologia cronica pregressa stabile, maschi e femmine, di età maggiore di 18 anni. Ognuna delle tre aziende “arruolerà” tra i 30 e i 40 pazienti. Non possono invece partecipare persone che hanno contratto un’infezione da Sars-Cov-2 confermata da test molecolare, individui affetti da malattie gravi, donne in stato di gravidanza o in allattamento, persone che hanno donato più di 450 ml di sangue nei tre mesi precedenti e chi ha ricevuto un qualunque altro vaccino, ad eccezione di quello influenzale, nei 30 giorni precedenti.

Nella fase 2 la sperimentazione è divisa in tre “bracci ciechi”: questo significa che i volontari non sanno cosa verrà loro somministrato. A un terzo di loro sarà inoculato il vaccino in due dosi (come avviene con Pfizer), a un altro terzo il vaccino in un’unica somministrazione (più una dose placebo per la seconda somministrazione) e a un terzo ancora solo il placebo.


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