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Siria, Onu: “Da febbraio 1700 morti negli attacchi alla Ghouta”

Almeno 28 sono stati gli attacchi alle strutture sanitarie solo nell'ultimo mese e piu' di 70 dall'inizio dell'anno

Pubblicato:29-03-2018 09:31
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 12:41
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NEW YORK – “Piu’ di 1.700 persone sono state uccise in operazioni militari e attacchi aerei sulla Ghouta orientale dalla fine di febbraio”. Lo ha dichiarato Mark Lowcock, sottosegretario per gli Affari umanitari e coordinatore delle emergenze per le Nazioni Unite, descrivendo la tragedia di questa area periferica di Damasco all’incontro dei 15 membri del Consiglio di sicurezza dell’Onu.

Almeno 28 sono stati gli attacchi alle strutture sanitarie solo nell’ultimo mese e piu’ di 70 dall’inizio dell’anno

“Questi mesi sono tra i peggiori”, ha continuato, descrivendo la devastante situazione degli sfollati che “vivono in rifugi sovraffollati e male attrezzati, dove si registrano gravi carenze d’acqua, e di servizi e strutture igieniche”. Lowcock ha ribadito che le agenzie delle Nazioni Unite e i loro partner stanno lavorando duramente per fornire supporto alle persone bisognose, sfidando anche la sicurezza fisica degli operatori umanitari che continuano la loro opera nonostante i combattimenti continuati. “Ci vengono date briciole, convogli occasionali e spesso prima degli incontri con il Consiglio di sicurezza- ha continuato Lowcock- ma 5,6 milioni di siriani in necessita’ non possono vivere di briciole”.

l conflitto in Siria ha superato in durata la seconda guerra mondiale

L’invito pressante del sottosegretario per gli Affari umanitari e’ stato quello di esercitare un’influenza collettiva su tutte le parti in campo al fine di garantire l’accesso degli aiuti e il rispetto della risoluzione 2401 del Consiglio di sicurezza, in cui si chiedeva l’immediata cessazione delle ostilita’ e l’evacuazione degli ammalati. Il conflitto in Siria ha superato in durata la seconda guerra mondiale e dal suo inizio, nel marzo 2011, oltre 13 milioni di siriani dipendono dagli aiuti umanitari e tra questi ci sono i 6,1 milioni di sfollati interni e gli oltre 5,5 milioni di rifugiati oltre confine. E questo mentre un terzo delle case e delle residenze del Paese sono state distrutte, mentre 2,75 milioni di bambini non vanno a scuola e circa due terzi di tutti i minori hanno perso una persona cara, la casa e riportano traumi legati alla guerra.


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