NEWS:

In Lazio è “invasione” delle specie aliene, gli esperti: “Dati allarmanti”

I costi sociali ed economici delle specie aliene (che hanno un impatto su ambiente e salute) sono di 12 miliardi di euro all'anno nell'Unione europea

Pubblicato:29-03-2017 09:14
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:03

FacebookLinkedInXEmailWhatsApp

ROMA – Le specie aliene invasive, introdotte dall’uomo accidentalmente o volontariamente al di fuori dell’area di origine, sono sempre più presenti nel Lazio, con un impatto notevole sull’ambiente e sulla qualità della nostra vita. La stima dei costi sociali ed economici di questo fenomeno supera infatti i 12 miliardi di euro ogni anno nella sola Unione europea. E gli esperti adesso lanciano un allarme anche per la nostra regione. Dalla rana toro americana al tamia siberiano, infatti, dal fico degli Ottentotti all’erba pesce molesta, sono moltissime le specie aliene censite sul territorio laziale nel corso del Progetto atlante specie alloctone (Pasal), condotto fin dal 2008 dalla Regione Lazio. Oltre 580 specie, 351 vegetali e 232 animali, molte delle quali stabilmente insediate e in parte diventate ‘invasive’, cioè in grado di causare danni in ambito ecologico, economico o socio-sanitario.

Il fenomeno è in forte crescita ovunque: in Europa il numero di specie aliene è cresciuto del 76% negli ultimi 30 anni, in Italia addirittura del 96%. Attualmente, nel nostro Paese le specie aliene sono più di 3000, di cui oltre il 15% invasive (Banca dati nazionale delle specie alloctone). Tra le situazioni più gravi nel Lazio, quella dei ratti che minacciano la biodiversità delle Isole Ponziane, il gambero rosso della Louisiana che mette a rischio la sopravvivenza del nostro gambero di fiume, l’aggressione degli ultimi lembi di dune costiere da parte delle piante esotiche ornamentali diffuse dall’uomo, la possibile espansione dell’ambrosia, una pianta americana in grado di provocare gravi allergie. Da queste premesse è nato il Life Asap (Alien species awareness program) – il progetto cofinanziato dalla Commissione europea e coordinato da Ispra, che vede coinvolti in qualità di partner Regione Lazio-Direzione Ambiente e Sistemi naturali, Federparchi, Legambiente, Nemo srl, Unicity srl e Università di Cagliari con il cofinanziamento del ministero dell’Ambiente e della Tutela del territorio e del mare e dei Parchi nazionali dell’Aspromonte, Appennino Lucano, Arcipelago Toscano e Gran Paradiso. Life Asap si prefigge l’obiettivo di ridurre il tasso di introduzione di specie aliene invasive e mitigare i loro impatti, aumentando la consapevolezza della cittadinanza italiana.

Il porto di Civitavecchia

Le zone costiere del Lazio (province di Roma, Latina e Viterbo) presentano tassi di invasione nettamente superiori a quelli delle province interne e in gran parte montuose (Rieti e Frosinone). Roma prevale in termini di numero di specie aliene, sicuramente per effetto dell’elevata densità di popolazione ma anche per la presenza dei due maggiori scali nazionali, il porto di Civitavecchia e l’aeroporto di Fiumicino, vere e proprie ‘porte di ingresso’ per la fauna aliena. “Sappiamo che le invasioni biologiche sono legate alla velocità degli scambi e dei mutamenti globali che caratterizzano questo momento storico- ha dichiarato Andrea Monaco della Direzione Ambiente e Sistemi naturali della Regione Lazio- e la sfida che ci pongono è molto complessa. Per affrontare questa minaccia è necessario l’impegno di tutti. Perciò occorre informare di più e meglio i cittadini. Servono prima di ogni cosa comportamenti responsabili, per evitare nuovi rilasci di specie in natura, per segnalare tempestivamente nuovi focolai di invasione e per aiutare a rimuovere, ove possibile, le specie più dannose permettendo il recupero degli equilibri naturali”.


Il progetto Life Asap coinvolgerà un gran numero di attori implicati a vario titolo nella gestione delle specie aliene anche nel Lazio. Verrà promossa l’adozione di codici di condotta volontari e di buone pratiche per cacciatori, pescatori sportivi, florovivaisti, commercianti di pet, professionisti (es. progettisti del verde) e delle linee guida sulle gestione delle specie aliene invasive nelle aree protette. Saranno inoltre realizzati sentieri natura di informazione sulle specie aliene invasive nelle aree protette e negli orti botanici. Sono previste attività di formazione per il personale delle pubbliche amministrazioni e dei soggetti istituzionali coinvolti nelle ispezioni delle merci in transito (Uffici veterinari, Cites, Servizi Fitosanitari regionali, Punti d’ispezione frontaliera…). Anche le scuole saranno coinvolte attraverso kit educativi e manuali per gli insegnanti, mentre altre attività di informazione e coinvolgimento riguarderanno gli zoo.

Presso l’aeroporto di Fiumicino verrà allestito un info-point per distribuire materiale informativo ai passeggeri in transito. Si organizzeranno attività di coinvolgimento della popolazione come la realizzazione di 12 bioblitz e una smart app per le specie aliene. Verrà inoltre coinvolta la comunità scientifica nella stesura di una black list delle specie aliene di interesse prioritario per l’Italia e di raccomandazioni, definite tramite seminari e workshop, da sottoporre al governo italiano. “Quello delle specie aliene è un problema troppo spesso sottovalutato ma che rappresenta la seconda causa di perdita di biodiversità nel mondo- ha concluso il presidente di Federparchi, Giampiero Sammuri-. I parchi, in questo contesto, possono rappresentare un sistema avanzato di monitoraggio, gestione e informazione contribuendo significativamente al raggiungimento degli obiettivi. Per questo abbiamo partecipato a questo progetto e condiviso l’iniziativa della Regione Lazio, che attraverso azioni mirate e punti informativi dedicati, potrà offrire un concreto aiuto alla conoscenza del problema e alla diffusione dei metodi per tutelare al meglio la nostra biodiversità”.

Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte Agenzia DIRE e l’indirizzo www.dire.it