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Confindustria, Treviso e Belluno per Vacchi. Boccia resiste

PADOVA - Una partita a due tra il salernitano Vincenzo Boccia e il bolognese Alberto Vacchi, con quest'ultimo

Pubblicato:29-02-2016 18:21
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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PADOVA – Una partita a due tra il salernitano Vincenzo Boccia e il bolognese Alberto Vacchi, con quest’ultimo che sembra avere più ritmo. In sintesi è questo il quadro che emerge oggi dalla super riunione degli industriali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige in programma all’hotel Sheraton di Padova. Tappa cruciale del percorso per individuare il designato alla successione di Giorgio Squinzi alla presidenza nazionale di Confindustria, di fronte ai protagonisti di uno dei motori del ‘sistema Paese’ economico si sono presentati i quattro candidati: oltre a Boccia e Vacchi, Aurelio Regina, campione della Confindustria laziale e il bresciano Marco Bonometti.

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“Come è andata? Bene, è andata bene”, minimizza sorridendo Vacchi uscendo dall’assemblea, sapendo bene di avere, come gli altri tre concorrenti, la consegna del silenzio in questa fase. “Grande capacità di sintesi e buona comunicazione da parte di tutti i candidati, in ogni caso siamo in buone mani”, assicura Paolo Bastianello, che per Confindustria nazionale è vicepresidente della Piccola industria con delega all’internazionalizzazione. Il protocollo elettorale prevede che ogni associazione territoriale esprima al suo interno gli endorsement in un secondo passaggio, ma già nel pomeriggio il presidente di Confindustria Veneto Roberto Zuccato e i suoi omologhi si sono visti coi 33 grandi elettori. “Non per condividere candidati”, ma per rilanciare l’opzione del nome unico e fissare i paletti in vista dei prossimi step, nell’ambito dell’elezione di fine maggio. Non solo, in realtà: in caso di posizione comune sul candidato, si sta infatti mettendo giù una lista di possibili vicepresidenti da sottoporgli. Tema, quest’ultimo, che sta facendo discutere parecchio.


Sta di fatto che i rumors ‘dicono’ Vacchi, candidato dal profilo più industriale che istituzionale e, quindi, da questo punto di vista più di continuità con Squinzi. Il numero uno di Ima ha già incassato l’appoggio compatto di Federmeccanica, Confindustria Emilia-Romagna e di Assolombarda (Milano, Monza e Brianza) ma sa bene che sarebbe il nord-est a dargli la spinta decisiva. Ebbene, i numeri vanno pesati bene ma, per ora, si starebbero mettendo dalla sua parte. Nel complicato scacchiere dei 33 grandi elettori (tra gli stessi dirigenti gli azzardi si sprecano…), il Veneto primeggia attorno a quota 22; Trentino e Alto Adige sarebbero a sette, al Friuli-Venezia Giulia va il resto. A offrire maggiore incertezza è la mappa distribuita non per province, ma per territori: che sono 11, su 13 capoluoghi. A Padova stamattina c’era già chi scommetteva su un Trentino-Alto Adige e un Friuli-Venezia Giulia schierati con Vacchi. Per il quale, in Veneto, il quadro è tuttora in evoluzione ma va delineandosi: Treviso (che pesa) e Belluno sono considerate sicure, Rovigo (ma soprattutto Venezia, che l’ha inglobata) un po’ meno ma ci si lavora.

Si diceva che Vicenza e Verona fossero pro Boccia, ma c’è frammentazione: in particolare, nella prima tiene banco il vicepresidente nazionale di Confindustria Stefano Dolcetta, che non sta col candidato vicino alla piccola industria. Per Boccia tifa il numero uno della stessa Piccola Industria Alberto Baban, presente oggi a Padova, ma appunto si tratta di un sostenitore naturale: “Una fronda per minare la auspicata posizione comune del nord-est? È evidente che il presidente Baban sostenga il ‘suo’ candidato, mi sembra normale e ovvio”, smorza a margine dei lavori di oggi Zuccato.

I Giovani nazionali, intanto, oggi hanno inviato il proprio appoggio ufficiale a Boccia, ma anche in questo caso le posizioni dietro le quinte sono più sfumate, a conferma che anche tra i confindustriali in erba c’è fermento dietro le quinte. E nel retropalco continua il braccio di ferro sui vicepresidenti, che soprattutto in Veneto fanno gola al punto da minare gli sforzi ‘unitari’ di Zuccato. Nel caso passasse, si dice che Vacchi potrebbe indicare un vice a Treviso e lo stesso Zuccato, vicentino. Ma il numero uno del Veneto frena: “Non sono candidato a niente”.

di Luca Donigaglia, giornalista professionista

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