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Migranti, Giro: “I corridoi umanitari non sono frutto di nuove norme”

Sull'arrivo di oggi all'aeroporto romano di Fiumicino di 93 rifugiati

Pubblicato:29-02-2016 12:56
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:04

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Mario-GiroSull’arrivo di oggi all’aeroporto romano di Fiumicino di 93 rifugiati siriani, frutto del corridoio umanitario attivato dalle Chiese cristiane in collaborazione con le Istituzioni italiane, il viceministro degli Affari esteri Mario Giro dichiara alla Dire che “e’ importante sottolineare che noi, in quanto ministero degli Esteri e degli Interni, non abbiamo creato nessuna nuova norma per rendere operativi questi corridoi umanitari”. Il viceministro infatti evidenzia che questa misura “e’ resa possibile anche attraverso il trattato di Schengen e dalla Convenzione di Dublino. Ma le polemiche e le paure di questi ultimi anni- spiega Giro- hanno reso i Paesi europei spesso impotenti. Il nostro governo ha voluto quindi superare tale impotenza e rendere operativi i corridoi per dimostrare che e’ una misura praticabile”, soprattutto per andare incontro “alle persone piu’ vulnerabili – ossia donne e bambini – come si e’ visto stamani”.

Secondo punto importante per Giro e’ il fattore della sicurezza: “e’ per la nostra sicurezza che lo stiamo facendo. Identificare le persone prima che partano non e’ tanto buonismo, quanto una doppia garanzia, sia per chi viene – per evitare che muoia in mare – sia per noi, per conoscerne l’identita’”. Secondo quanto diffuso dalla Farnesina nei giorni scorsi, le 93 persone persone atterrate oggi alle 11 all’aeroporto Leonardo Da Vinci hanno “ottenuto un visto umanitario a territorialita’ limitata rilasciato dall’Ambasciata d’Italia in Libano”, in quanto provenienti dai campi profughi dell’Unhcr – l’Alto commissariato Onu per i rifugiati – di quel Paese. I rifugiati sono di nazionalita’ siriana e originari di Homs, Idlib e Hama. La Farnesina ha inoltre definito questo primo arrivo un “progetto-pilota nel quadro di un accordo raggiunto a meta’ dicembre tra il Governo italiano, la Comunita’ di Sant’Egidio, la Federazione delle Chiese evangeliche in Italia (Fcei) e la Tavola valdese”, che prevede per i prossimi due anni “l’arrivo di un migliaio di profughi”.


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