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Papa Francesco al patriarca etiope: “E’ più ciò che ci unisce che ciò che ci divide”

"La vostra e' stata una Chiesa di martiri fin dal principio, e ancora oggi siete testimoni di una violenza devastante contro i cristiani e contro le altre minoranze in Medio oriente e in alcune parti dell'Africa"

Pubblicato:29-02-2016 12:49
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

PAP FRANCESCO VLADIMIR PUTIN VOLODYMYR ZELENSKI
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papa francesco

Abbiamo quasi tutto in comune: una sola fede, un solo battesimo, un solo Signore e Salvatore Gesu’ Cristo“. E’ il saluto del Papa ad Abuna Matthias I, patriarca della Chiesa ortodossa etiope Tewahedom, ricevuto oggi in udienza, e di cui danno notizia le fonti cattoliche. “Siamo uniti in virtu’ del battesimo, che ci ha incorporati nell’unico Corpo di Cristo”, ha proseguito Francesco: “siamo uniti grazie ai vari elementi comuni delle nostre ricche tradizioni monastiche e pratiche liturgiche. Come e’ stato piu’ volte osservato, cio’ che ci unisce e’ molto piu’ grande di cio’ che ci divide”.

“La visita di Vostra Santita’ rafforza i legami fraterni che gia’ uniscono le nostre Chiese”, ha esordito il Papa, ricordando “con gratitudine la visita del patriarca Abuna Paulos a san Giovanni Paolo II nel 1993” e quella successiva, nel 2009, a Benedetto XVI. Dal 2004, inoltre, “la Chiesa cattolica e le Chiese ortodosse orientali hanno cercato insieme di approfondire la loro comunione attraverso il dialogo teologico portato avanti dalla Commissione Internazionale congiunta”, attraverso “la crescente partecipazione della Chiesa ortodossa etiope”. “Le sofferenze condivise- ha proseguito il Pontefice- hanno fatto si’ che i cristiani, altrimenti divisi in molti aspetti, si avvicinassero maggiormente gli uni agli altri”. Per Francesco quindi “nello stesso modo in cui lo spargimento del sangue dei martiri e’ diventato il seme di nuovi cristiani nella Chiesa primitiva, oggi il sangue di cosi’ tanti martiri appartenenti a tutte le Chiese diventa seme dell’unita’ dei cristiani”.


“L’ecumenismo dei martiri- prosegue ancora sul tema il Pontefice- e’ un invito rivolto a noi qui e adesso a percorrere insieme il cammino verso un’unita’ sempre piu’ piena”. Per tutte le tradizioni ecclesiali “i martiri e i santi sono una cosa sola in Cristo, e i loro nomi sono scritti nell’unico martyrologium della Chiesa di Dio”, ricordando che su questo non esistono distinzioni. “La vostra e’ stata una Chiesa di martiri fin dal principio, e ancora oggi siete testimoni di una violenza devastante contro i cristiani e contro le altre minoranze in Medio oriente e in alcune parti dell’Africa“. Pertanto, il Papa ha rivolto un nuovo appello “a coloro che reggono le sorti politiche ed economiche del mondo”, affinche’ promuovano “una coesistenza pacifica basata sul rispetto reciproco e sulla riconciliazione, sul mutuo perdono e sulla solidarieta’”. “Il vostro Paese sta compiendo grandi sforzi per migliorare le condizioni di vita della popolazione e per costruire una societa’ sempre piu’ giusta, basata sullo Stato di diritto e sul rispetto del ruolo delle donne” ha riconosciuto Bergoglio, che ha citato in particolare “il problema della mancanza di acqua, con le sue gravi ripercussioni sociali ed economiche”. Per Francesco, c’e’ “ampio spazio per la collaborazione tra le Chiese a favore del bene comune e della salvaguardia del creato, e non dubito della disponibilita’ della Chiesa cattolica di Etiopia a lavorare insieme alla Chiesa ortodossa Tewahedo”, ha quindi concluso, auspicando “un nuovo tempo di fraterna amicizia tra le nostre Chiese”, nonostante il “fardello” lasciato dalla storia “di dolorosi malintesi e di diffidenza, per il quale chiediamo il perdono e la guarigione di Dio”.

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