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Migranti, Gentiloni: “L’Europa è sull’orlo del precipizio”

"Mi auguro- ha aggiunto- che non ci siano decisioni drastiche e irreversibili"

Pubblicato:29-02-2016 11:11
Ultimo aggiornamento:16-12-2020 22:03

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Il ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci) riporta in una nota l’intervista rilasciata dal ministro Paolo Gentiloni al quotidiano tedesco Handelsblatt sul tema della crisi dei rifugiati. “L’Europa e’ sull’orlo del precipizio” e’ quanto ha dichiarato in apertura il titolare della Farnesina, risponendo alla domanda se trovasse preoccupante il rinvio da parte dell’Ue dell’emergenza della crisi migratoria al prossimo vertice e al fatto che l’Austria abbia deciso di chiudere le frontiere. “Mi auguro- ha aggiunto- che non ci siano decisioni drastiche e irreversibili”. Nelle ultime settimane ci sono stati maggiori controlli alle frontiere, ma sono ancora compatibili con le regole di Schengen. Una chiusura vera e propria- ha sottolineato ancora il ministro Gentiloni- avrebbe conseguenze e porterebbe ad una reazione a catena in diversi Paesi dei Balcani occidentali”. “Comprendiamo le difficolta’ di Paesi come l’Austria, ma la risposta deve essere europea, non unilaterale” ha affermato.

Il giornalista dell’Handelsblatt allora osserva che la ‘reazione a catena’ paventata dal ministro Gentiloni gia’ si sta profilando, portando come esempio la proposta del premier ungherese del referendum sulle quote di rifugiati da accogliere e delle critiche mosse ad Atene sulla gestione dei migranti. “Ho trovato singolare il fatto che alcuni giorni fa si siano riuniti a Vienna una serie di Paesi per parlare dei problemi della Grecia, in assenza della Grecia” ha dichiarato Gentiloni. Per il ministro e’ necessario che Atene faccia il possibile per la registrazione dei migranti, ” ma la situazione di quel Paese- ha proseguito- e’ la dimostrazione del fatto che le attuali regole europee dell’accordo di Dublino vanno aggiornate. Secondo queste regole la Grecia, che l’anno scorso ha accolto 850.000 migranti, avrebbe dovuto non solo registrarli – cosa fattibile – ma anche ospitare tutti coloro che avevano diritto all’asilo e ripatriare tutti gli altri”.


“E’ irrealistico pensare che la Grecia possa farlo da sola. La geografia non puo’ essere il fattore decisivo” ha affermato in conclusione.

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