Mafia, a Palermo il ritorno agli affari da parte dei vecchi boss

Blitz con 19 arresti

Pubblicato:29-01-2025 16:11
Ultimo aggiornamento:29-01-2025 16:12
Autore:

polizia
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PALERMO – Nell’indagine della Dda di Palermo che ha portato a 19 arresti nel mandamento Uditore-Passo di Rigano “è emersa la volontà di alcuni indagati, dopo un aver scontato un periodo di detenzione, di consolidare le posizioni di potere all’interno di Cosa nostra”. Lo sostengono gli investigatori che hanno eseguito l’ordinanza nei confronti di vecchi boss scarcerati.

IL RUOLO DI FRANCO BONURA

Le mire degli indagati sarebbero state messe in atto “anche attraverso il controllo e la gestione, all’interno del mandamento, delle attività produttive legate in particolar modo al settore dell’edilizia. Tra i personaggi di spicco di Cosa nostra arrestati nel blitz c’è l’imprenditore 82enne Franco Bonura, tornato in libertà a fine 2020 dopo avere scontato un periodo di detenzione. Di lui si è tornato a parlare nell’ambito dell’inchiesta della procura di Caltanissetta che ha ripreso in mano il dossier ‘mafia e appalti’ che fu di Paolo Borsellino.

LA POLITICA NELLA MENTE DEI CLAN

Boss e uomini d’onore palermitani del mandamento Uditore-Passo di Rigano, inoltre, puntavano ad “allacciare e consolidare” relazioni con esponenti della vita politica e imprenditoriale siciliana. Le indagini condotte dalla polizia hanno portato, infatti, alla scoperta di “sporadici incontri” presso alcuni locali “al fine di allacciare e consolidare – dicono gli investigatori – relazioni con esponenti siciliani della vita politica ed imprenditoriale”.

Documentati anche incontri periodici tra alcuni dei destinatari del provvedimento cautelare eseguito oggi, avvenuti all’interno di un fondo agricolo nell’area di Passo di Rigano, in forma altamente riservata “finalizzati ad un confronto sullo stato di Cosa nostra”. Summit documentari dagli investigatori e finiti agli atti dell’inchiesta sfociata nel blitz di oggi portato a termine da Sisco e squadra mobile di Palermo

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