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ROMA – È stato rinviato al 10 febbraio l’inizio del processo d’Appello a carico di Alessia Pifferi, la 39enne condannata in primo grado all’ergastolo per omicidio volontario aggravato dai futili motivi della figlia Diana, morta di stenti a soli 18 mesi.
La prima udienza era prevista per questa mattina, nel giorno in cui la bambina avrebbe compiuto 4 anni. La donna sta male e non si è presentata in aula. L’avvocata Alessia Pontenani ha presentato il certificato medico e chiesto il legittimo impedimento. Tutto rimandato a febbraio quando i giudici dovranno decidere se concedere una seconda perizia psichiatrica. Quella eseguita in primo grado l’aveva riconosciuta capace di intendere e di volere.
“Io ritengo che sia giusto che qualcuno valuti la documentazione che ho trovato, che è stata acquisita e che non è stata valutata. Per capire cosa abbia in testa questa donna”, ha detto Pontenani a Mattino 4. “Anche le cose recenti che sono accadute, fra cui la lettera che ho depositato: quella del 24 agosto di questo folle che le scrive: ‘Hai fatto bene a uccidere tua figlia. Sposiamoci’. E lei risponde: ‘Si, sposiamoci. Mandami una tua foto, se ti va’. A me non sembrano cose normali“, ha spiegato l’avvocata parlando della richiesta di valutare lo stato psichico della sua assistita.
Secondo quanto emerso dalle indagini, la piccola Diana è stata lasciata sola per 6 giorni a luglio 2022 con a disposizione un solo biberon di latte e una bottiglietta d’acqua. Durante quei giorni, Pifferi aveva soggiornato nella casa del compagno in provincia di Bergamo. La 39enne, detenuta nel carcere di Vigevano, avrebbe rassicurato l’uomo spiegando che la bambina era al mare con la sorella. Al rientro a casa la tragica scoperta.
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