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Italia in prima linea per arrivare alla fusione nucleare, Enea ed Eni lanciano il Dtt di Frascati

Le ricadute del progetto sul Pil nazionale sono stimate in circa 2 miliardi, con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro

Pubblicato:29-01-2020 12:27
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 16:55
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FRASCATI – Italia in prima linea nella sfida per arrivare alla fusione nucleare, l’energia dall’atomo pulita, quella che alimenta la fornace del Sole. Eni ed Enea danno vita oggi a un’alleanza strategica per un’energia sostenibile, sicura e inesauribile, con un progetto da 600 milioni.

In base all’accordo nel centro ricerche Enea di Frascati nascerà il grande polo scientifico sulla fusione DTT (Divertor tokamak test), realizzato dalla società DTT scarl, della quale Eni avrà il 25%, Enea il 74% e il Consorzio CREATE, che riunisce alcune università del sud, l’1%, con la collaborazione di diversi poli universitari di tutta Italia.

Le ricadute del progetto sul Pil nazionale sono stimate in circa 2 miliardi, con la creazione di 1.500 nuovi posti di lavoro, dei quali 500 diretti tra scienziati e tecnici. I lavori per realizzare il polo di ricerca a Frascati sono sostanzialmente iniziati, con lo smantellamento dell’FTU, il Frascati tokamak upgrade, macchina usata usata nelle precedenti fasi di ricerca sulla fusione.


Il progetto DTT nasce per fornire risposte scientifiche e tecnologiche ad alcuni aspetti del processo di fusione, come ad esempio la gestione di temperature elevatissime e materiali da utilizzare, e si propone come supporto infrastruttura di test per le più avanzate soluzioni tecnologiche che verranno messe in atto nei grandi progetti internazionali sulla fusione, verso il 2025, quando è attesa la partenza di Iter, il progetto mondiale sulla fusione.

Il DTT verrà realizzato in 7 anni e vedrà la partecipazione di Unione Europea, del consorzio CREATE, della Bei – con finanziamento record di 250 milioni garantiti dal Fondo Europeo per gli investimenti strategici FEIS, pilastro del Piano juncker – dal consorzio europeo EUROfusion – con 60 milioni a valere sui fondi Horizon 2020 – , del ministero dello Sviluppo economico e dell’Università e Ricerca – con 80 milioni di euro circa – dalla Regione Lazio – con 25 milioni più le spese per la connessione alla rete elettrica nazionale – oltre ad altri 30 milioni da partner internazionali e altri30 milioni dall’Enea. A questi si aggiungono 130 milioni di costi operativi che portano ai 600 milioni complessivi.

DTT vuol dire Divertor tokamak test, e “il divertore è essenziale per ‘portare fuori’ l’energia della fusione”, spiega Flavio Crisanti, fisico, del dipartimento Fusione dell’Enea, un lavoro che porterà ad “alcune soluzioni fondamentali per arrivare all’utilizzo della fusione”, con soluzioni per un’energia che va “confinata e indirizzata”, con il ricorso a gigantesche bobine magnetiche. La loro realizzazione ha portato, va ricordato, a “un miliardo di commesse per 40 aziende italiane“.

Una ricerca, segnala Crisanti, che serve anche “per stimolare il sistema industriale. Negli anni abbiamo trasmesso competenza a industrie che poi hanno vinto tutte le gare ad alta tecnologia, anche in anni di crisi”.

DESCALZI (ENI): FUSIONE È ENERGIA PULITA DEL FUTURO

Quello che si celebra oggi è “un momento estremamente importante, che mette a fattore comune anni di ricerca Enea e in tutto il mondo”. La fusione nucleare è infatti “uno dei possibili breaktrough futuri per avere energia accessibile, sfruttando materiali che si trovano in quantità come deuterio e trizio che si trovano nell’acqua di mare, o l’acqua pesante”. Claudio Descalzi, amministratore delegato Eni, lo dice nel Centro ricerche Enea di Frascati, nel corso della presentazione dell’alleanza per la realizzazione del polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT.

“Producendo moltissima energia da deuterio e trizio, la fusione può essere il futuro- dice Descalzi- un’energia assolutamente pulita che occupa poco spazio“. Infatti, “una bottiglietta di acqua pesante puo far funzionare un ciclo combinato da 250 megaWatt per un anno”, aggiunge.

Come Eni “lavoriamo sulle rinnovabili, sull’eolico, ma tutta l’energia che occupa spazio lo toglie ad altro, come l’agricoltura e le persone”, spiega l’ad Eni.

La fusione nucleare, aggiunge ancora Descalzi, “è l’energia del futuro e come Eni siamo l’unica compagnia oil&gas integrata in un progetto di questo tipo“.

Come Eni “abbiamo investito un miliardo in ricerca a e 3 miliardi in prove” sull’applicazione delle scoperte ottenute, vanta l’ad del ‘Cane a sei zampe’. Questo ha portato a “un time to value di 3 anni per l’applicazione” delle soluzioni, “a fronte di una media di settore del time to value di 10 anni”, dice Descalzi, “siamo diventati più veloci e competitivi, e così abbiamo vinto moltissime licenze riducendo terribilmente il nostro break even, da 119 dollari a 50 dollari, e nell’upstream a 27 dollari”. Tutto ciò “ci ha permesso di ridurre il debito quando tutti lo aumentavano– sottolinea- tutto questo grazie alla ricerca”.

Certo, nel 2014 “proporre al board di investire 4 miliardi in ricerca” e decuplicare ricercatori “da 150 a 1.500” non è stato facile ma “ci ha permesso di prendere strade diverse e tecnologie che ci hanno salvato”, segnala l’ad Eni.

Sulla fusione “lavoriamo con l’Enea e il Mit”, il Massachusetts institute of technology, “e sono ricerche assolutamente complementari”, conclude Descalzi, “progetti mai alternativi ma complementari” che “creano grandissimo sviluppo e condivisione”.

TESTA (ENEA): PROGETTI COME FUSIONE ANTIDOTO FUGA CERVELLI

“Progetti come questo sono un antidoto contro la fuga dei cervelli, la vera ricetta per frenarla”. Infatti i giovani, i ‘cervelli’, “li fermi solo se offri loro delle opportunità”. Il presidente Enea Federico Testa lo dice presentando la società con Eni che porterà alla realizzazione del polo scientifico sulla fusione DTT.

Per il progetto “ci arrivano domande da ricercatori italiani in tutto il mondo“, oltre che dalle università e centri di ricerca italiani, quali Bicocca, Politecnico di Torino e università della Tuscia, “un progetto che interessa tutti”.

Insomma “quando la sfida è così alta non c’è tempo per le rivalità- conclude il presidente Enea- ma bisogna lavorare insieme, e ce la faremo, ne sono sicuro”.

PATUANELLI: ITALIA ALL’AVANGUARDIA SU FUSIONE

“Il progetto che verrà realizzata da Enea ed Eni presso il Centro di ricerche di Frascati pone ancora una volta l’Italia all’avanguardia internazionale nel campo della ricerca per ottenere l’energia, pulita, sostenibile e sicura”. Stefano Patuanelli, ministro dello Sviluppo economico, lo dice al centro di ricerca Enea di Frascati presentando l’alleanza tra Enea ed Eni per la realizzazione del polo scientifico tecnologico sulla fusione DTT.

“A livello mondiale lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie innovative rivestono, infatti, un ruolo decisivo nella transizione energetica- dice Patuanelli- che punta in direzione della decarbonizzazione e della sostenibilità ambientale“.

Per il Mise “è prioritario rafforzare le sinergie tra il mondo della ricerca e quello produttive– prosegue il ministro- per favorire attraverso il trasferimento tecnologico la competitività industriale del nostro Paese e la creazione di nuovi posti di lavoro”.

MANFREDI: DTT E’ PROGETTO COOPERATIVO, RICERCA ALLA BASE

Questo progetto mette in luce il metodo cooperativo. Hanno partecipato università da nord a sud, mondo delle imprese e governo con due ministeri. Oggi abbiamo bisogno che gruppi come Eni siano leva dell’innovazione non solo nel loro campo, solo così possiamo trainare il sistema delle Pmi e dare nuova prospettiva al Paese”. Lo dice Gaetano Manfredi, ministro dell’Università e della ricerca, intervenuto alla presentazione dell’alleanza Eni-Enea per la realizzazione del polo scientifico-tecnologico sulla fusione DTT nel Centro ricerche Enea di Frascati.

“La dimensione locale e nazionale non esiste più, forse non esiste più nemmeno quella europea. Bisogna ragionare sula dimensione internazionale e alla base di questa grande applicazione tecnologica c’e’ la ricerca”, conclude.

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