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A Roma torna l’incubo emergenza rifiuti: si rischiano 900 tonnellate a terra al giorno

Manca ancora l'accordo per il 2023 tra Ama e Rida Ambiente, la società che gestisce il Tmb di Aprilia e che chiede spazi nel termovalorizzatore di Acea

Pubblicato:28-12-2022 16:07
Ultimo aggiornamento:28-12-2022 16:26

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ROMA – Natale con diversi cumuli di immondizia a terra e inizio anno col rischio emergenza per Roma. L’Ama e Rida Ambiente, società che gestisce il Tmb di Aprilia, non hanno ancora firmato il contratto per il trattamento dei rifiuti indifferenziati per tutto il 2023.

Un accordo che avrebbe permesso alla municipalizzata di inviare nello stabilimento di Rida, nel corso dell’anno che verrà, circa 240mila tonnellate di immondizia “tal quale“: oltre il 25% della produzione cittadina. Questo significa che, almeno ad oggi, da lunedì della prossima settimana 900 tonnellate al giorno di rifiuti (4.500 ogni settimana) rischiano di restare in terra e quindi di mandare la città in emergenza.

LE MOTIVAZIONI DI RIDA AMBIENTE

Il motivo del mancato accordo, in base a quanto risulta all’agenzia Dire, sarebbe legato all’assenza di sbocchi nel termovalorizzatore di Acea a San Vittore tali da consentire alla Rida Ambiente di lavorare tutte le quantità di rifiuti di cui Roma ha bisogno. Fino all’ultimo si cercherà di trovare una soluzione alla vicenda e di scongiurare un epilogo che metterebbe in ginocchio la Capitale, già privata (al momento) dell’uso del tritovagliatore di Ostia e del trasbordo a Saxa Rubra per la scadenza delle ordinanze commissariali che andranno rinnovate. Il fermo di queste due opzioni, che valgono 200 tonnellate al giorno, per ora è stato fronteggiato con un maggiore ricorso al Tmb Ama di Rocca Cencia e a quello di Malagrotta.


LA DISCARICA DI ALBANO

Poi va considerato che il 9 gennaio scadrà l’ordinanza del sindaco della Città Metropolitana di Roma, Roberto Gualtieri, per lo smaltimento dei rifiuti di Roma nella discarica di Albano. Se i commissari della Ecoambiente non otterranno l’autorizzazione dalla Regione, che attende da loro il deposito della fideiussione per la gestione post mortem dell’invaso, difficilmente potrà riaprire l’impianto dove Roma manda a smaltimento 1.100 tonnellate al giorno di scarti. In più, a prescindere dalla vicenda autorizzativa, si rincorrono voci contrastanti che, da una parte, vedrebbero Ecoambiente non volere consentire più il conferimento ad Ama ma solo ai restanti comuni della Città Metropolitana e, dall’altra, l’Ama scegliere autonomamente di non avvalersi di questa possibilità per virare verso i termovalorizzatori del nord.

IL TMB DI GUIDONIA

Il Tmb di Guidonia non ha ancora aperto i cancelli, da poco sono stati ultimati i lavori alla strada di accesso, quindi Ama non può inviare le 100 tonnellate al giorno necessarie per il collaudo dell’impianto. Quantità destinate a crescere una volta che lo stabilimento sarà entrato in funzione. Ad ogni modo, la municipalizzata avrebbe sbocchi alternativi per fare a meno della discarica di Albano (il cui esaurimento era previsto tra fine gennaio e la metà di febbraio) ma non certo per provvedere alla “sistemazione” delle 900 tonnellate al giorno ad oggi destinate al Tmb di Aprilia e che da lunedì rischiano seriamente di non avere una “casa” diversa dall’asfalto delle strade.

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