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Per la riforma globale del fisco è decisiva la spinta dell’Africa

All'Onu passa la risoluzione contro il dumping e i flussi di capitali illeciti

Pubblicato:28-11-2022 15:56
Ultimo aggiornamento:28-11-2022 15:56

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ROMA – L’Africa unita ce la fà, anche superando l’opposizione dei Paesi più ricchi: è la lettura data da Dereje Alemayehu, coordinatore della Global Alliance for Tax Justice, dopo che a New York la maggior degli Stati all’Onu si è espressa in favore di una convenzione per fissare regole fiscali uniformi a livello mondiale.

PAGARE DOVE SI REALIZZANO I PROFITTI

Nella risoluzione, approvata all’Assemblea generale per alzata di mano, si chiede anche la creazione di un organismo ad hoc che abbia l’obiettivo di armonizzare le politiche e scongiurare i meccanismi di elusione impiegati dalle multinazionali per pagare le imposte non dove realizzano effettivamente i profitti ma dove è più conveniente.
Secondo Alemayehu, “i Paesi africani si sono uniti e hanno fatto passi da gigante, rompendo un blocco di lunga data imposto dai Paesi dell’Ocse“. Il riferimento è all’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, un organismo che riunisce buona parte delle maggiori potenze del pianeta, tra le quali Stati Uniti, Giappone, Unione Europea e Gran Bretagna.
Il coordinatore della Global Alliance for Tax Justice, che si presenta come “coalizione mondiale a guida Sud”, ha aggiunto in un post sui social network: “La risoluzione non è passata tramite un voto, il che è indicativo dell’ampio sostegno della riforma delle regole fiscali globali”.

STOP A DUMPING FISCALE E CAPITALI ILLECITI

Il testo dà mandato all’Onu di avviare trattative intergovernative. Tra le richieste promosse non solo dai delegati nazionali ma anche dagli attivisti della società civile di più Paesi c’è una soglia minima delle aliquote sui profitti delle multinazionali, utile per impedire il dumping e favorire la trasparenza.
Secondo il quotidiano britannico The Guardian, il passaggio della risoluzione non è stato semplice, in particolare per l’opposizione degli Stati Uniti e di altri Paesi decisi a mantenere un controllo sulle regole e le opportunità internazionali.


Dopo il via libera a New York, il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha sottolineato che “le norme fiscali devono essere rafforzate per far fronte alla digitalizzazione e alla globalizzazione in modo da venire incontri ai bisogni e alle capacità dei Paesi emergenti”. Secondo il dirigente, “una convenzione sulle imposte con una partecipazione universale potrebbe contribuire a questi sforzi”.
Tra i promotori del documento sottoposto all’esame del Palazzo di vetro figura l’ex capo di Stato sudafricano Thabo Mbeki, ora presidente del Panel di alto livello dell’Unione Africana sui flussi illeciti di capitali.

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