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La Storia di Potenza di Alessandra Accardo presentato al Palazzo della Cultura

L'autrice ha raccontato il suo libro moderata da Rocco Romanelli, alla presenza, tra gli altri, dell'assessora al Turismo e alla Cultura di Potenza, Stefania D'Ottavio.

Pubblicato:28-11-2022 12:24
Ultimo aggiornamento:28-11-2022 12:24
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Si è tenuta pochi giorni fa al Palazzo della Cultura del capoluogo lucano la presentazione de “La Storia di Potenza – Dalla Prestoria ai nostri giorni“, edito da Typimedia e scritto dalla giornalista Alessandra Accardo.

“Potenza- spiega l’autrice- si staglia su un colle alto quasi mille metri che domina la valle del Basento. Le sue origini sono oscure, eppure di qui sono passati tutti: i romani, i normanni, gli angioini, gli aragonesi. È una città misteriosa, che ama svelare poco di sé e, quando lo fa, usa garbo e discrezione. Un geografo arabo, Al Idris, nel 1100 la descrive come un piccolo Eden fiorito. Eppure è un abitato in cui gli inverni sono terribilmente freddi e i terremoti frequenti. Ma sa ricostruirsi, ogni volta, e rinascere. Come una fenice”.

La Storia di Potenza è un libro utile per chi vuole approfondire le origini della città ma anche per chi è in visita e vuole scoprirne monumenti e angoli nascosti. “Cosa c’è sotto le sfilate di cemento di Potenza, capoluogo della Basilicata?- spiega l’autrice alla Dire- Una storia appassionante, scritta da personaggi talvolta inaspettati che non sempre amano i riflettori. La città nei secoli è stata un continuo brulicare di vicende che s’intersecano tra loro e scrivono pezzi anche fondamentali della storia d’Italia”.


I PERSONAGGI DESCRITTI

“Molti di loro sono personaggi irriverenti- spiega Alessandra Accardo- come il giornalista Chiummento che osò scrivere sul suo giornale numerose invettive sarcastiche contro il duce. O come Giuseppe Rendina che, per primo nel ‘600, scrisse la storia di Potenza, non dimenticando di toccare affari anche pruriginosi come le vicende d’amore delle monache nel monastero di San Luca. Nel libro racconto storie di briganti, di intellettuali, di uomini di fede, di contadini e di grandi pensatori che si mescolano tra le strade della città che da loro attinge vita e si ricrea ogni giorno. Viva e brulicante”.

“C’è poi Carmine Crocco, il generale dei briganti- aggiunge Alessandra Accardo- Nelle case delle contrade potentine ancora oggi permangono i ritratti del bandito che, luce e ombra, ha flagellato e, insieme, dato speranza ai ‘cafoni’, dimenticati dalla Storia. C’è il poeta dei contadini Rocco Scotellaro. Ma Potenza, è anche la prima città dell’Italia continentale a sollevarsi contro i Borboni. E allora ecco Emilio Maffei, un prete potentino che è anche un carbonaro, un mazziniano e un repubblicano”.

I LUOGHI

Il libro spiega la genesi di via Pretoria, nata nei pressi del vecchio foro romano, i segreti di piazza Mario Pagano. L’8 settembre del 1943, Potenza viene bombardata dalle forze dall’aviazione alleata. Ma poi si rissolvea “come sempre”. Ed ecco allora il ponte Musmeci, “opera d’arte infrastrutturale” e non convenzionale, giudicata un capolavoro ristrutturista. E i tempi moderni arrivano le scale mobili più lunghe d’Europa.

IL FUTURO

Come vorrei la Potenza del domani?– ha concluso l’autrice- Mi immagino una città che sappia far restare i giovani che troppo spesso oggi scelgono di partire, con spazi di lavoro ma anche per il loro tempo libero. Una città sempre più universitaria e che riesca a recuperare il suo forte legame con la terra, la pastorizia e l’agricoltura, alcune tra le prime cose ad essere state sconfessate dallo sviluppo recente”. L’autrice ha raccontato il suo libro in oltre un’ora di conversazione, moderata da Rocco Romanelli, ospite dei circoli Lions della città, alla presenza, tra gli altri, dell’assessora al Turismo e alla Cultura di Potenza, Stefania D’Ottavio.

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