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Istat: le madri straniere sono soprattutto rumene, marocchine e albanesi

Il rapporto dell'Istat sulla natalita' e la fecondita' fotografa un calo delle nascite anche nelle coppie con almeno un genitore straniero

Pubblicato:28-11-2017 16:38
Ultimo aggiornamento:17-12-2020 11:56

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ROMA – Meno figli anche tra gli stranieri in Italia. Il rapporto dell’Istat sulla natalita’ e la fecondita’ fotografa un calo delle nascite anche nelle coppie con almeno un genitore straniero: -7 mila figli nel 2016, in totale 100 mila, il 21,2% del totale. Scendono soprattutto i nati da entrambi genitori stranieri che nel 2016 sono per la prima volta sotto i 70 mila. Le cittadine straniere residenti, che finora hanno parzialmente riempito i ‘vuoti’ delle donne italiane, stanno a loro volta ‘invecchiando’. La quota di donne straniere 35-49enni sul totale delle cittadine straniere in eta’ feconda passa dal 41% al 1° gennaio 2005 al 51,7% al 1° gennaio 2017.

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Le donne straniere che lavorano mostrano una minor propensione a fare figli in Italia

Questa trasformazione e’ conseguenza della dinamica migratoria nell’ultimo decennio, che si e’ attenuata con la crisi degli ultimi anni, pur restando positiva come avviene ormai da oltre venti anni. In Italia, inoltre, sono sempre piu’ rappresentate le comunita’ straniere caratterizzate da un progetto migratorio in cui le donne lavorano e mostrano una minor propensione a fare figli in Italia. È il caso delle donne ucraine, moldave, filippine, peruviane ed ecuadoriane, che hanno alti tassi di occupazione, prevalentemente nei servizi alle famiglie. Per queste ragioni il contributo delle cittadine straniere alla natalita’ della popolazione residente si va lentamente riducendo. Si osservano tuttavia, due tendenze divergenti tra i nati in coppia mista e quelli con entrambi i genitori stranieri. I primi, passati da 23.970 del 2008 a 30.984 del 2016, presentano un andamento oscillante a partire dal 2010. I nati da genitori entrambi stranieri, invece, dopo un incremento sostenuto fino al 2012 sono diminuiti di oltre 10 mila unita’ negli ultimi quattro anni (nel 2016 ammontano a 69.379, 14,7% del totale delle nascite).

Chi fa figli in Italia tende ad acquisire la cittadinanza nel nostro paese

Si riscontra infatti un numero rilevante di acquisizioni di cittadinanza proprio da parte di quelle collettivita’ che contribuiscono in modo piu’ cospicuo alla natalita’ della popolazione residente. Nel 2016 le acquisizioni di cittadinanza hanno riguardato principalmente albanesi (36.920) e marocchini (35.212) che insieme coprono oltre il 39% delle acquisizioni registrate nell’ultimo anno dai cittadini non comunitari. Sono quasi 90 mila le donne non comunitarie che hanno acquisito la cittadinanza italiana nel 2016; di queste, oltre la meta’ ha un’eta’ compresa tra 15 e 49 anni. Sono 17.586 le acquisizioni di cittadinanza di donne albanesi e 15.987 quelle di donne marocchine, con quote in eta’ feconda rispettivamente del 60% e 46%. Considerando la cittadinanza delle madri, al primo posto per numero di figli iscritti in anagrafe si confermano le donne rumene (19.147 nati nel 2016), seguite da marocchine (11.657) e albanesi (8.961), che coprono il 42,7% delle nascite da madri straniere residenti in Italia. La distribuzione delle cittadinanze dei genitori per tipologia di coppia rivela l’elevata propensione a formare una famiglia con figli tra concittadini (omogamia) delle comunita’ maghrebine, cinesi e, piu’ in generale, di tutte le comunita’ asiatiche e africane. All’opposto le donne ucraine, polacche, moldave, russe e cubane mostrano un’accentuata propensione ad avere figli con partner italiani piu’ che con connazionali.

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