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“Non faccio la cavia”: rifiuta il prelievo e scatta il raid punitivo su 2 infermieri

Nell'ospedale di Baggiovara, nel modenese, calci e pugni contro un tirocinante e un collega esperto da parte dei parenti di un'anziana ricoverata nel reparto di terapia intensiva cardiologica

Pubblicato:28-10-2024 18:26
Ultimo aggiornamento:28-10-2024 18:29
Autore:

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di Luca Donigaglia e Cristina Rossi

MODENA – Calci e pugni in faccia e sul corpo: due infermieri pestati per un prelievo di sangue. Succede all‘ospedale civile di Baggiovara, dell‘azienda ospedaliero-universitaria modenese, nei locali della terapia intensiva cardiologica. Un “raid punitivo”, in sostanza, sarebbe stato compiuto dai parenti di un’anziana paziente che aveva rifiutato un prelievo di sangue eseguito da un tirocinante. “Non faccio la cavia”, avrebbe motivato la donna per poi contattare il marito che si è presentato puntulmente, insieme ad altri due parenti, fuori dall’orario di visita in ospedale.

A ricostruire l’accaduto è Cisl Emilia Centrale: “Intorno alle 8,30, il marito della paziente insieme ad altre due persone – tutti italiani – sono entrati in reparto, fuori dall’orario di visita, chiedendo – spiega il sindacato- di poter incontrare l’infermiere autore del prelievo. Il professionista si è presentato, qualificandosi”. La discussione però è presto degenerata e “il marito della paziente ha sferrato un pugno al volto del sanitario, facendolo accasciare a terra”, aggiungono i sindacalisti. A quel punto “gli aggressori hanno iniziato a infierire sul giovane, bersagliandolo con calci e pugni davanti agli occhi di numerosi testimoni. Proprio un altro infermiere – prosegue la Cisl – è intervenuto a difesa del collega, cercando di sottrarlo alla furia dei tre violenti e rimediando, pure lui, un pugno e delle contusioni multiple”.


Anche la Fp-Cgil interviene, ricostruendo come tutto sia partito da un’attività di routine dei prelievi dei degenti ricoverati nel reparto, quando “una paziente- spiega- dopo uno scambio di battute sulla prassi dei prelievi venosi, ha contattato due familiari che, fuori dall’orario di visita, hanno prima minacciato verbalmente e poi picchiato con violenza al volto e all’addome un infermiere”. Gli operatori sanitari hanno fine riportato ferite rispettivamente per dieci e due giorni di prognosi.

Cisl Emilia Centrale chiede dunque “la piena assistenza da parte del team legale” agli aggrediti, durante la denuncia e il successivo ed eventuale processo, perché “vogliamo vedere gli aggressori davanti ad un giudice e chiederemo all’azienda di costituirsi parte civile, destinando i soldi del risarcimento ad un fondo per il sostegno delle vittime di aggressione”. “Ormai le aggressioni ai sanitari non accadono più solo al Pronto Soccorso, ma anche in altri reparti ospedalieri particolarmente delicati come la terapia intensiva e, come in questo caso, hanno visto come vittima un infermiere che vanta una lunga esperienza professionale”, si unisce la Fp-Cgil. “Anche qui troviamo lavoratori completamente abbandonati al proprio destino” e quindi “serve più controllo da parte dell’azienda ospedaliera, durante la presenza dei parenti nei reparti. Chiediamo che l’azienda ospedaliera possa costituirsi parte civile non solo per danni alle cose, ma anche per le aggressioni fisiche e verbali al personale”.

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