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‘Che ti sei messa in tetta’, ecco il blog di Jessica che racconta il cancro al seno su Youtube

"Dopo il cancro ho avuto il mio momento di buio, ma condividere allontana la paura"

Pubblicato:28-10-2022 15:29
Ultimo aggiornamento:28-10-2022 15:31

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Immaginate di essere una giovane attrice, da poco mamma, alle prese con una stagione della vita piena di aspettative. Ma ad interrompere i piani, arriva la diagnosi di un cancro al seno. La paura del percorso di cura, l’asportazione di un seno e una pesante terapia ormonale da affrontare a soli trent’anni. Ora, però, aggiungete a questa storia il coraggio, la voglia di aprirsi alla vita, e il bisogno di condividere questo percorso con gli altri. È la storia di Jessica Resteghini, che ha scelto di parlare della sua esperienza su Youtube e creare una vera e propria community in cui parlare di prevenzione, ascolto, informazioni utili. Sui social, il suo blog ‘Che ti sei messa in tetta’ (quasi 3mila follower su Instagram, e più di 4mila su Youtube) ospita approfondimenti, consigli ma anche gag esilaranti sulla vita di tutti i giorni di una giovane donna alle prese con il cancro.


Ovviamente, anche io ho avuto il mio momento di buio, ma poi ho deciso di non stare più male. Volevo vivere nella maniera migliore, con ciò che ho a disposizione- spiega Jessica all’agenzia Dire- sfruttando il mio lavoro come attrice, ho allontanato la paura del cancro raccontando on line la mia storia. Su internet, non trovavo nulla che potesse aiutarmi a colmare gli enormi dubbi che avevo sugli esami e sulle cure. Ma mi sono detta che sicuramente non ero sola, così ho deciso di documentare il mio percorso”. Da un mini video diario, il blog su Youtube è diventato un aiuto per tutte coloro che si ritrovano nella stessa situazione, anche con l’aiuto di medici. “Questi mezzi sono un punto di incontro e confronto per tutti i malati oncologici con carcinoma della mammella- aggiunge l’attrice- Ho deciso però di non fermarmi, e aprire insieme ad Elena Pilotti e Tania Baldassari l’associazione di promozione sociale senza scopo di lucro ‘Un Ottavo Rosa APS’, una onlus in aiuto di tutte le donne e gli uomini che vengono colpiti dal cancro”. Così i social sono diventati un luogo virtuale in cui parlare di cose reali, liberamente, senza essere giudicate. Gruppi dove si ride, si piange, si scherza, ci si aiuta e ci si informa”.


Un modo per affrontare in maniera diversa anche la trasformazione di un corpo. “Il mio corpo si è trasformato. Sono stata sottoposta ad una mastectomia nipple sparing, che consiste nell’asportazione della mammella malata e della prima catena di linfonodi ascellari. Una mutilazione a tutti gli effetti- confessa Jessica Resteghini- Attualmente sto facendo una terapia ormonale (soppressiva) che mi ha ‘messo in menopausa’ all’età di 33 anni, proprio mentre stavo cercando il secondo figlio”. Così in pochissimo tempo sono arrivati anche aumento di peso, cefalee, osteopenia, osteoporosi, perdita di capelli. Ma per fortuna, Jessica racconta di essere cambiata anche a livello mentale. “Ci sono momenti in cui mi sento sbagliata, diversa, momenti orribili dove non vedo nulla di buono nella mia figura, ma per fortuna questi momenti durano poco- racconta- perchè ho spostato le mie priorità, ed ora è più importante poter vivere la mia vita e stare con la mia famiglia più tempo possibile”.



Jessica ha partecipato anche alla campagna del diritto all’oblio promossa dalla fondazione Aiom, e ha registrato diversi video sul tema. “Ho messo immediatamente su tutti i miei social, dove cercavo di spiegare cosa fosse il diritto all’oblio e perchè fosse necessaria la firma di tutti per evitare discriminazioni dopo una malattia del genere- aggiunge- Spero che vada a buon fine, è necessario tornare a vivere una vita normale”.


Purché non si cavalchi la metafora della guarigione come vittoria, della malattia come sconfitta. Commentando il messaggio lanciato sui social da Fedez, Resteghini dice che “la malattia tira una riga tra il prima e il dopo”, ed è “importante lasciare che ognuno viva questa seconda fase come preferisce: se una persona si sente guarita, libera, nuova, nessuno, deve mettere il becco. Io personalmente sono ancora in terapia, con un rischio recidiva decisamente alto, perché il mio tipo di tumore era ormonale. Ma appena smetterò la cura, il mio corpo dovrebbe tornare a lavorare come prima, o almeno ci spero”.
“La paura del rischio di recidiva non può andarsene. La cosa ostica, come disse il professor Veronesi, non è togliere un tumore dal seno di una donna, ma toglierlo dalla testa”.

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