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Pierluca Mariti aka piuttosto_che: “La politica serve a far valere i diritti, i social per dare voce”

Spassoso, arguto, irriverente. Una giovane stella della comicità italiana, a cui la definizione di influencer sta semplicemente troppo stretta

Pubblicato:28-10-2022 12:45
Ultimo aggiornamento:28-10-2022 12:48

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ROMA – L’ultima edizione del Wired Next Fest, in scena a Milano lo scorso 7 e 8 ottobre, ha visto tra gli ospiti Pierluca Mariti aka @piuttosto_che. Spassoso, arguto, irriverente. Una giovane stella della comicità italiana, a cui la definizione di influencer sta semplicemente troppo stretta. Classe 1989, diplomato classico e giurista pentito, ha lavorato per sette anni come manager in una multinazionale. Poco prima della pandemia ha deciso di rispolverare la sua mai sopita passione, l’intrattenimento, prima con la stand up comedy, poi attraverso il proprio profilo Instagram, @piuttosto_che. Quello che era nato come un passatempo creativo, in pochi mesi ha assunto le dimensioni di un vero e proprio lavoro. Oltre 200mila follower e una community fedele e appassionata, riunita anche in gruppi Telegram a livello nazionale e regionale. Il simbolo più esemplificativo del suo approccio “fa ridere ma anche riflettere” è ‘Tell Mama’, la rubrica più amata dalla sua community: una serie di Instagram stories in cui Pierluca risponde ironicamente a questioni di cuore e non solo. Una rubrica che viene riproposta anche nella parte finale dei suoi spettacoli, rispondendo alle domande che il pubblico gli scrive sui bigliettini. Proprio come si faceva alle assemblee di istituto del liceo.

Questa edizione del Wired Next Fest ha come tema ‘Il futuro della democrazia’ e il suo rapporto con la tecnologia. grazie a questa le informazioni arrivano a tutti. ma secondo te il dibattito può essere sostituito da un confronto a distanza?

“Secondo me il dibattito non può essere sostituito da un confronto a distanza. La tecnologia offre strumenti e metodi di confronto. Poi quest’ultimo deve avvenire su idee e tra le persone. Ci sono vari spazi e canali di dialogo, ma non abbandoniamone alcuni per privilegiarne altri che sembrano solo semplici”.


I social bastano per far valere i diritti?

“No, la politica serve a far valere i diritti, i social servono per creare conversazioni, per sensibilizzare, per dare voce, rappresentatività e magari per creare anche comunità. Però sono la politica e le istituzioni che fanno valere i diritti”.

Sei un comico amatissimo, secondo te la comicità è ancora un valido mezzo per far riflettere su ciò che accade oggi (tu lo fai con ‘Tell Mama’)?

“La comicità intanto serve a me per leggere la realtà e per riflettere. Per questo è il mio modo di guardare le cose e di conseguenza anche il mio modo per esprimerle. Mi rendo conto che tanti argomenti che tratto che hanno un certo peso, un certo impegno che portano con sé, arrivano più facilmente. Non vuol dire che arrivino più superficiali, ma più facilmente quindi generano un po’ più di interesse e attenzione”.

Stai programmando qualcosa fuori dai social? Nuovi show?

“Sto programmando il tour invernale di ‘Ho fatto il classico’ con altre date che siano però al chiuso nei teatri. Con questo tour punto a toccare le città che ancora non ho incontrato, ma anche di ritornare su alcuni palchi in cui c’è ancora richiesta. Chiuderò poi il ciclo di questo spettacolo, che ha fatto il suo tempo, per scriverne un altro. Per altre cose chissà…vedrete! Anzi, come si dice in questi casi: ‘Stay tuned’!”.

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