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Nel 2020 calano gli stranieri in Lombardia, soprattutto a Brescia

Per il secondo anno di seguito diminuisce la popolazione straniera in Lombardia

Pubblicato:28-10-2021 13:52
Ultimo aggiornamento:28-10-2021 13:52
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MILANO – Il calo demografico raggiunge anche gli stranieri presenti sul territorio lombardo, con un decremento di circa lo 0,6% nel 2020 e la provincia di Brescia come maggior contributore di questo dato. Questo è l’elemento che salta subito all’occhio nel dossier statistico immigrazione 2021 curato dal Centro studi e ricerche Idos, presentato oggi a Milano. Contrariamente a quanto accaduto negli ultimi decenni, infatti, il segno negativo ora caratterizza per il secondo anno di fila la crescita della popolazione extracomunitaria in Lombardia, la regione che ha storicamente attratto più stranieri e ancora ne accoglie circa la metà del totale nazionale.
Non bisogna pensare tuttavia che si tratti soltanto di emigrazione o di uno stop ai nuovi arrivi dovuto a pandemia e lockdown. A questo dato, infatti, contribuiscono ampiamente le nuove cittadinanze italiane ottenute da numerosi stranieri, quasi 34 mila in terra lombarda nel solo 2020.

MOLTI STRANIERI HANNO CERCATO FORTUNA ALTROVE

Il decremento però, spiega Gianfranco Valenti del Centro studi immigrazione Cestim, è dovuto anche alla sottorappresentazione degli stranieri in Italia, che ha spinto sia immigrati di vecchia data che neoarrivati a cercare fortuna altrove: “Non sono mai stati coinvolti nella politica locale– sottolinea Valenti- e se cerchiamo cittadini di origini straniere nelle istituzioni, oggi non ne troviamo”.
A questi elementi, sottolinea Valentina Cappelletti di Cgil Lombardia, co-curatrice del capitolo lombardo del dossier, si unisce l’assenza di misure di welfare al di fuori del reddito di cittadinanza, che “richiede 10 anni di residenza in Italia e risulta quindi essere una misura discriminatoria nei confronti dei cittadini stranieri”.

A sconfessare la narrazione prevalente sull’immigrazione, poi, ci sono altri dati, evidenziati in sede di presentazione del dossier: i nuovi arrivi, infatti, sono per almeno metà europei ed in maggioranza femminili e di fede cristiana, con la categoria di rifugiati, la più mediaticamente menzionata e discussa, che si ferma attorno al 5% del totale.


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